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-Dove accidenti siamo? - chiese accigliato Sam, guardando uno dei dispositivi di Stark, dotato di GPS - qui non prende nulla. Nemmeno una misera tacca.

-Siamo in mezzo al nulla, da qualche parte in Russia - lo informò Tony, guardando cupo il paesaggio fuori dal jet - il Governo russo non voleva che la base del KGB fosse facile da trovare.

-Fury è riuscito a scoprire il luogo esatto - obiettò Sam.

-Fury è riuscito a scoprire il luogo esatto perché Nat gli ha dato le coordinate - ribatté Tony.

Steve era seduto in un angolo, agitato. Guardava la sua bussola con fare malinconico. Wanda se ne accorse, e pensò di andare a tenere compagnia al capitano.

-L'ultima volta che ho visto quella bussola c'era un'immagine di Nat - disse Wanda, un po' contrariata nel vedere il volto di Peggy Carter incastonato nella bussola.

-L'ho cambiata quando ci siamo lasciati. L'idea era di pensare di più a Peggy e meno a Nat.

Wanda si mise una mano sul volto.

-Sei un deficiente, Steven Grant Rogers - disse da sotto le dita.

-Cosa? - chiese confuso Steve.

-Nat ha visto quella foto! È venuta da me un pomeriggio sconvolta, farneticando su te e Peggy. Diceva che ti aveva visto con lei, ho almeno, e quello che ho capito da quanto piangeva. Diceva: "Steve ama ancora Peggy, lo sapevo". Pensavo avesse fatto un incubo o roba del genere... Sei un disastro, lo sai?

-Lo so eccome - bofonchiò Steve, muovendo la testa.

Wanda sospirò.

-Pensavo di poterla dimenticare vedendo Peggy tutti i giorni, ma...

-Steven, ti prego. Già in questo momento la mia stima per te rasenta terra, non farla scendere ancora.

__

Erano davanti al bunker sotto cui si estendeva il reticolo di corridoi e stanze in cui venivano applicate le peggiori torture che si potessero immaginare.

-Da dove si entra? - chiese Sam.

-Dall'ingresso, che domande - disse Wanda, indicando lo spesso portone di ferro.

-Non so se tu te ne sia accorta, ma ci sono una quindicina di enormi uomini armati fino ai denti - le fece notare Sam.

Wanda sollevò due dita, e da esse scaturirono scintille rosse, che si infilarono nella testa degli uomini. Questi, dopo un attimo di confusione, si diressero verso le loro jeep parcheggiate lì vicino e vi salirono, sfrecciando via.

Tony la guardò interrogativo.

-Li ho convinti di dover partecipare ad un importante concorso per il miglior giardino di Russia - spiegò Wanda.

Raggiunsero il portone di ferro.

-Non abbiamo le chiavi - disse Steve, e sollevò lo scudo, come per sfondare il lucchetto.

-Non ci pensare neanche Rogers! - urlò Tony - faresti un rumore assurdo e in due secondi tutti i soldati in questo posto sarebbero qua.
Fammi usare il laser.

-Certo, così il fumo farà scattare l'allarme anti-incendio e sarà il caos - lo rimbeccò Clint.

-Che ne sai che ci sia l'allarme? - chiese Sam.

-È ovvio, Wilson!

-Non è ovvio per niente - ribatté Steve.

-Mi stai dando, ragione Rogers?

Mentre quel manipolo di uomini inutili battibeccava, Wanda, molto più sveglia di loro aveva usato i suoi poteri per far arrugginire il lucchetto, e lo stava tenendo in mano, dopo averlo tolto dalla porta.

-Entriamo? - disse per attirare l'attenzione.

Steve, Tony, Sam e Clint la guardarono con espressione ebete, poi la seguirono all'interno del bunker.

Faceva molto più freddo che fuori là dentro e Wanda si strinse nella sua giacca rossa.

-Okay - sussurrò Wanda, strofinandosi le mani e creando una scintilla rossa - andiamo a cercarla. Niente casini, silenzio assoluto. Se incontrate qualcuno fatelo tacere. Se la trovate comunicatelo con la ricetrasmittente. Ci troviamo qua.

-Incredibile - disse Tony, infilandosi il casco dell'armatura - prendo ordini da una ragazzina.

Gli altri annuirono,poi, in silenzio, si divisero.

__

-D'accordo, Friday, scansione della zona - ordinò Tony - voglio una cartina precisa di questo posto. Con rilevamento segni vitali. Parola chiave: Romanoff.

-Faccio fatica a rilevare segni vitali. Non c'è abbastanza campo per questa funzione qua sotto - disse la voce metallica di Friday.

-Provaci lo stesso, Friday.

Tony camminava lungo un corridoio deserto. Vedeva diverse porte ai suoi lati, ma erano quasi tutte sbarrate.

Ne trovò una aperta poco dopo. Guardò nella stanza. C'era solo un uomo muscoloso e con i capelli scuri che puliva quello che sembrava sangue da uno strano oggetto aguzzo.

Tony, senza pensare, sparò un colpo con la luce laser all'uomo, che cadde a terra, col corpo trapassato da parte a parte.

C'era stato un bel tonfo e anche un discreto rumore.

-Merda - disse Tony.

Uscì di fretta dalla stanza, e per evitare le sentinelle, si buttò su una porta a caso. Dato che ormai il danno era fatto, scardinò la porta e se la chiuse alle spalle alla bell'e meglio. Era al buio.

-Friday, presenze nella stanza?

-Rilevo una presenza. A due metri da lei, signore.

Ci mancò poco che a Tony venisse un colpo.
Azionò il sistema di attacco dell'armatura e puntò la mano verso l'angolo in cui Friday indicava la presenza.

E vide una figura rintanata al suolo, legata al muro da spesse catene, con i capelli rosso fuoco.

-Nat! - esclamò.

Lei non rispose. Si limitava a guardarlo.

Tony si sfilò l'armatura, lasciandola aperta dietro di lui e si accovacciò di fianco a lei.

-Natasha! Come stai... Cosa...

-Che domanda stupida, Tony - disse Natasha, con la voce ridotta ad un sussurro roco e il fantasma di un sorrisetto ironico sulle labbra.

Tony, con l'aiuto di una semplice forcina liberò Natasha dalle catene, e la aiutò a mettersi seduta.

-Perché avevi una forcina, Tony - riuscì a balbettare Natasha, quasi al limite delle energie.

Tony non rispose, ma la prese fra le braccia e la sollevò a mo' di sposa. Natasha mugolò di dolore, dato che Tony aveva toccato il punto dove era inciso il nome di Andrey.

Ma Tony non se n'era accorto, quasi nel panico ordinò a Friday di far uscire di lì l'armatura, poi, completamente disarmato, ma col diversivo dell'armatura che volava da sola, uscì dalla stanza.

Sentiva i soldati arrivare ovunque.

"Da qualche parte hanno fatto un casino" ebbe il tempo di pensare follemente, prima di sentire il corpo di Natasha diventare un peso morto sulle sue braccia.

Il suo cuore perse un battito, pensando che fosse morta. Ma respirava.

-Resisti ancora un po', Nat - disse, voltandosi verso le scale che portavano in superficie.

Tony iniziò a correre.

When it's all over - |Romanogers|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora