Avevano deciso di andare su Vormir prima che sul pianeta dove le Gemme erano state distrutte, per non usare la pericolosissima energia nucleare che serviva per ricreare le Gemme. A Beverly sembrava di essere in una fiaba, della serie: "ma sì, andiamo dall'omino magico sul monte magico a farci dire quali ingredienti servono per preparare la pozione che sistemerà tutto", ma si fidava di SteveBeverly non era mai stata su una navicella spaziale. Stringeva il sedile convulsamente, per nulla felice di dover immergersi nello spazio profondo.
Steve era alla guida, con la sua divisa da Captain America, Bruce era schiacciato su un sedile troppo piccolo per lui, Wanda si guardava intorno, nervosa quanto Beverly e, dietro a tutti con l'aria di chi è stato obbligato a lasciare il suo divano e il suo Netfilx che aveva appena imparato ad usare c'era un depressissimo Bucky.
-Ancora non capisco perché cavolo debba venire con voi - disse Bucky.
"Siamo a centotredici volte" annotò mentalmente Beverly, roteando gli occhi.
-Perché nel caso ci fosse da scontrarci con Teschio Rosso ci serve man forte.
-Ma perché dovremmo combattere con lui? - chiese Bucky.
-Perché mi odia - rispose semplicemente Steve.
-Ma io avevo appena imparato a usare Netflix...Ho iniziato una...ehm...serie che...
-Bucky, se ci racconti ancora la trama del primo episodio di Friends potrei scaraventarti nello spazio - lo avvertì Wanda.
Un rombo scosse la navicella e Beverly perse dieci anni di vita. Iniziarono a sollevarsi, e pochi secondi dopo, Steve attivò i propulsori e si ritrovarono sparati verso lo spazio, a velocità elevatissima.
-Okay, sto per vomitare - annunciò Bucky.
-Non sulla mia bambina, Buchanan! - strillò Steve, girandosi a controllare Beverly, seduta davanti a Bucky.
-Grazie Ste...
-Parlavo con la navicella, Bev - disse Steve, continuando a scrutare turbato Bucky, che era di un delicato verdino.
-Guarda la strada! - strillò Wanda - cioè il cielo! Davanti a te, insomma!
Steve si voltò dal verso giusto.
-Quanto dista Vormir? - chiese Beverly, che aveva il cuore in gola.
-Abbiamo ancora dieci ore di volo -rispose Bruce.
-Dieci ore!? - esclamò Bucky, perforando un timpano a Beverly - Potevo portarmi Netflix! Sai quante stagioni di Friends mi sarei guardato in dieci ore?
-Bucky, nello spazio non prendono i telefoni - disse Beverly, con tutta la pazienza che riuscì a racimolare.
In uno scompartimento del sedile davanti al suo, Beverly trovò un libro e lo prese, tanto per fare qualcosa. Dopo averlo preso, scoprì che in realtà i libri erano due, uno molto spesso: "Gli ultimi giorni dei nostri padri" e l'altro era molto sottile: "L'amico ritrovato".
Quattro ore dopo, Beverly aveva letto entrambi i libri e aveva gli occhi gonfi di pianto. Due libri più allegri no c'erano? Certo, erano entrambi stupendi, ma Beverly aveva pianto talmente tanto che le bruciavano gli occhi.
Tirando su col naso e facendosi passare l'ennesimo fazzoletto da Wanda, Beverly appoggiò la testa contro il vetro dell'oblò largo una trentina di centimetri.
Il sonno la raggiunse in fretta, dopo il tredicesimo o quattordicesimo singhiozzo nel giro di due minuti.
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Beverly aprì gli occhi quasi un'ora dopo. Aveva sognato qualcosa di angosciante, ma non ricordava esattamente cosa. Sapeva solo di avere un opprimente peso sul petto, che le rendeva faticoso respirare.
Nelle sue limpidi iridi azzurre si riflettevano le lontane galassie a cui stavano passando vicino. Ora Beverly non era più spaventata, solo meravigliata. Dalla Terra non si poteva capire così bene cosa volesse dire "infinito". Beverly lo capiva solo in quel momento, guardando il cielo quasi nero tingersi di viola, bianco, verde...Punteggiato di stelle lontane e brillanti.
-Bev? Chiudi la bocca, entrano le mosche.
Beverly lanciò "Gli ultimi giorni dei nostri padri" in testa a Bucky, che emise un lamento soffocato, ridendo da solo rispecchiando il perfetto deficiente che era in realtà.
Si sollevò dall'oblò sul quale si era praticamente incollata e diede un'occhiata in giro.
Steve e Bruce parlavano sottovoce fra loro e Wanda sonnecchiava, con "Delitto e castigo" fra le mani.
Beverly sorrise fra sé e sé, pensando che se tutto fosse andato bene, entro qualche ora avrebbe rivisto Natasha.
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Steve pensava a lei, come sempre. Pensava alla donna che amava con tutto sé stesso da sempre. Aveva in mente ogni singola scena di quel maledetto giorno, ogni parola che aveva pronunciato Natasha...era tutto chiaro nella sua mente. Fin troppo. Si ricordava distintamente i capelli svolazzanti sfuggiti alla treccia rossa, l'espressione dura del viso di Natasha, il modo in cui stringeva convulsamente le pistole. Una era puntata contro di lui e una contro Teschio Rosso: non voleva che la bloccassero.
-Sto cercando di salvarti la vita, idiota.
Anche io volevo salvarla, pensava Steve, io avrei dovuto salvarla. Andare al posto suo, correre più in fretta, non lasciare la presa.
Ogni volta che ci pensava gli venivano i nervi.
Era incredibile cosa gli facesse l'amore. La paura di farle male l'aveva bloccato e aveva mantenuto una presa morbida. Gli occhi felini di Natasha, fissi nei suoi lo avevano confuso completamente, come facevano sempre. E Natasha lo sapeva bene che effetto provocava in Steve. Lo aveva usato contro di lui, ora lo capiva. Era una spia, era addestrata a convincere e persuadere facilmente le persone. Probabilmente ci aveva messo tre secondi a capire cosa fare. Steve si sentiva più idiota di prima.
Gli ronzavano nella testa tutte le cose che Natasha gli aveva detto in passato, e in particolare una si piantò nella sua mente.
-Niente dura per sempre.
-I guai, miss Romanoff, non importa chi vinca o chi perda, i guai tornano sempre.
Sante parole, aveva pensato Steve in quel momento. Ma mai avrebbe pensato che i guai sarebbero tornati così grossi, per assaltarlo e distruggerlo.
Steve teneva lo sguardo fisso sullo spazio davanti a lui. Con un tuffo al cuore constatò che un pianeta odiosamente familiare si stagliava di fronte a loro.
__
Erano alle pendici della montagna sopra la quale si trovava Teschio Rosso. La neve sferzava i loro volti. Le guance di Beverly erano rosse per il freddo intenso.
Steve guardò in alto e la neve gli finì negli occhi. La sopra lo aspettava la verità che lo avrebbe accompagnato per tutta la vita.
-Okay, andiamo - disse, deglutendo e prendendo fiato.
Si avvicinarono all'inizio della salita.
-Oh, andiamo, ti pare che i tocca pure fare le scale per questo? - sbuffò Bucky. (Capitela, vi prego.)
Beverly lo fulminò con uno sguardo così simile a quello di Natasha che Bucky si morse la lingua e tacque.
Iniziarono a salire.
"Lassù mi aspetta la verità" pensava Steve "speriamo solo che sia come spero."
Beverly aveva un presentimento abbastanza funesto, ma decise di tenerselo per sé.
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When it's all over - |Romanogers|
Fiksi PenggemarAllora, Endgame mi ha letteralmente uccisa, per cui ho deciso di scrivere questa storia in cui cambio MOLTE cose.