New York, 2022
Natasha si stava impegnando: stava cercando di ricordarsi i motivi per cui aveva sposato Steve e adottato Beverly, perché sì, l'aveva adottata.
Quei due si erano coalizzati per tirarle su il morale, che rasentava la quota zero da circa tre anni, e preparavano scherzi di ogni tipo. Solo quella mattina le avevano dipinto tutti gli specchi di rosso, in modo da farle credere di avere la pelle rossa. Ci aveva messo un secondo a capire il trucco, aveva obbligato Steve e Beverly a pulire gli specchi, ma non aveva sorriso.
Ora aveva i capelli acconciati come quelli di una bambola ottocentesca, opera che sospettava avesse eseguito Beverly sotto la supervisione di Steve mentre lei dormiva.
-Steve! - la sua voce risuonò in tutto il complesso, ormai abitato solo da loro. avevano deciso di non tornare a casa, da lì potevano controllare meglio la situazione e Steve teneva dei colloqui motivazionali per i sopravvissuti allo schiocco - Beverly!
I due comparvero davanti a lei, con un sorriso angelico in volto.
-Sì, Nat? - dissero in coro, sorridendo. Beverly non aveva mai chiamato Natasha "mamma".
-Voi due ovviamente non sapete nulla di questo, vero? - chiese sarcastica, indicandosi i capelli, acconciati in boccoli rossi e biondi, con due ciocche ai lati del volto che si univano dietro la testa.
-Noi? - fece Steve, con un falsissimo tono sorpreso.
-Ah no? E chi è stato? - domandò, sempre più ironica.
-Mh...non doveva venire Rhodey? - rispose innocentemente Beverly.
-Ah-ha certo. Comunque fra un pò dovrebbe chiamare Carol, dovreste spostarvi leggermente più a destra, siete esattamente nel punto in cui si proietterà l'ologramma.
Natasha prese a sciogliersi i capelli.
-Veramente noi pensavamo di andare a fare un giro - buttò lì timidamente Steve.
-Cosa? Scherzi? Devo lavorare! - rispose Natasha, mettendo in ordine un'alta pila di fogli. Il suo volto era grigiastro per il sonno perso e due profonde occhiaie le segnavano il viso.
-Nat...Nat, fermati - Steve si avvicinò e le prese le mani, per metà coperte dalla felpa grigia e smessa troppo lunga per lei - ascoltami, lavori troppo, ti meriti una pausa e soprattutto devi farla. Non puoi continuare così...sei troppo stanca.
-Non sono stanca...- obiettò Natasha, evitando lo sguardo di Steve.
-Invece lo sei, Nat. Dai, vieni con noi.
All'improvviso, Natasha si sentì molto stanca, e crollò sulla sedia, coprendosi il volto con le mani.
-Cristo... -borbottò - è inutile...è inutile! - urlò, dando un colpo alla pila di fogli, che rovinò al suolo. Beverly sussultò.
Lacrime amare le scendevano sul volto, fermandosi sulle mani e bagnando l'informe felpa.
-Nat...- Steve si chinò, tirandola in piedi e stringendola in un abbraccio - va tutto male, hai ragione, ma andrà bene in futuro. Stai lavorando come una pazza, prima o poi porterà a qualcosa, no? Fidati, stacca un attimo da tutto questo.
Natasha annuì, asciugandosi le lacrime. Steve le baciò la fronte e le labbra che sapevano di sale a causa delle lacrime.
-Grazie, Steve, non saprei cosa fare, senza di te, davvero - mormorò, baciandolo di nuovo.
-Ehy! - Beverly di schiarì la gola rumorosamente.
Steve rise, e Natasha abbozzò un sorriso.
-Vieni qua, tu - disse, avvicinandosi alla ragazzina rossa e abbracciandola. Natasha stringeva forte Beverly - non fare mai cose stupide tipo polverizzarti, okay?
-Ci proverò, Nat - disse lei.
-No - disse Natasha seria - me lo devi promettere.
-D'accordo - assentì Beverly - te lo prometto.
__
A dispetto di tutti gli scenari post-apocalittici dei libri e dei film in cui il tempo è sempre orribile, piove ed è inspiegabilmente sempre notte, quel giorno risplendeva il sole. Era anche un bellissimo sole, in un cielo azzurro limpido e l'aria era pulita dato che c'erano meno macchine.
Natasha, Steve e Beverly erano in un prato lontano dalla città. Steve era sdraiato a terra, che sonnecchiava dopo aver trangugiato un enorme panino. Natasha, anche lei sdraiata, aveva la testa appoggiata sul suo petto. Ascoltava il respiro ritmico e rilassante di Steve. La sua testa si alzava e si abbassava insieme al petto del biondo. Era incredibilmente felice che Steve fosse ancora lì, nonostante tutto, nonostante la sua ossessione per il lavoro, nonostante fosse stata pessima durante quei tre anni.
Con gli occhi semi--aperti, Natasha vedeva Beverly. Era poco distante da loro, sdraiata a pancia in giù sul prato. Scriveva su un quaderno rilegato in cartoncino azzurro, con una calligrafia pulita e sottile. I riccioli rossi e corti le incorniciavano il volto,e gli occhioni azzurri sognanti vagavano fra il cielo e il foglio. Ogni tanto appuntava sul foglio qualcosa.
Natasha pensava che probabilmente, quell'esatto momento, riassumeva tutto quello che aveva sempre voluto dalla vita: un pomeriggio tranquillo con la sua famiglia. l'unico rimpianto che aveva era non aver visto Beverly da piccola, ma era felice di averla con sé. Era felice di avere qualcuno a cui volere bene, e poi forse, quando tutto fosse finito, avrebbero preso un altro bambino. Tony gliel'aveva detto tantissime volte quando la vedeva con Morgan che sarebbe stata bravissima come madre di un bambino piccolo.
E poi c'era Steve...Steve era semplicemente fantastico. Nonostante tutto Steve era lì con lei. Steve aveva scelto lei, Steve la amava! Natasha sentì una vampata di felicità crescerle nel petto.
Si girò sulla pancia con uno scatto felino e abbracciò di slancio Steve.
-Ti amo! - urlò, stringendolo, in preda ad una felicità incontrollabile. Steve si svegliò di soprassalto.
Ora, se al posto di Steve ci fossi stata io, probabilmente Natasha sarebbe stata morta e sepolta ancor prima di Vormir per aver osato svegliarmi, ma Steve, si sa, è superiore e soprattutto pacato. Strinse a sua volta Natasha, baciandole il collo.
-Ehy! - esclamò Beverly - mi avete fatto prendere un infarto! - mostrò loro stizzitail quaderno, dove ora c'era una lunga striscia di penna nera che tagliava a metà la grafia ordinata.
Natasha rise, la prima risata sincera da parecchi anni.
-Ehm...- disse all'improvviso Steve - potrei essermi dimenticato di fare la spesa...siamo senza cena.
-Cos...oh, Steve - Natasha sorrise e rise ancora.
-Possiamo andare a cena da Tony e Pepper - propose Beverly, speranzosa. Lei e Tony erano complici ed esperti modiali nell'infastidire Natasha e Steve.
-Mi sembra una buona idea - sorrise Steve.
Natasha annuì e baciò di nuovo Steve.
-Ew - commentò Beverly.
__
Intanto, al complesso, l'ologramma di Carol Danvers si chiedeva stizzita perché diavolo Natasha non fosse lì ad ascoltare le inutili informazioni che le aveva chiesto di trovare.
Carol pensò fra sé e sé che probabilmente Steve e Beverly erano riusciti a far staccare Natasha dal lavoro.
"Libertà!" pensò felice, lanciando per aria gli inutili fogli, e dirigendosi verso una navicella spaziale singola, direzione Terra, New Asgard, da Valkyrie.
Carol pensava che Steve e Beverly facevano davvero bene a Natasha.
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When it's all over - |Romanogers|
ספרות חובביםAllora, Endgame mi ha letteralmente uccisa, per cui ho deciso di scrivere questa storia in cui cambio MOLTE cose.