Era il quarto funerale a cui Steve partecipava dal 2016. Prima quello di Peggy, poi Clint, poi Tony e infine Beverly.
Non ne poteva più di infilarsi quel completo inamidato, col colletto che gli stringeva la gola in un nodo scorsoio.
Si trovavano a pochi chilometri da casa Rogers, in mezzo ad un prato con l'erba alta, il posto preferito in cui Beverly si rifugiava a scrivere.
A Natasha pareva quasi di vederla ancora lì, sdraiata a pancia in giù su quella panchina ricavata da un tronco molto spesso e tagliato a metà, con in mano una penna blu, i capelli che mandavano riflessi ramati sotto il sole ardente e gli occhi che sfavillavano sognanti che cercavano l'ispirazione fermandosi sugli alberi lontani.
C'era moltissima gente al funerale. Oltre ai coniugi Rogers, che si stringevano a vicenda, c'erano Wanda, Bucky, Bruce, Sam, Rhodey, Pepper che teneva per mano Morgan, Happy, Peter, MJ, Ned, Scott, Hope, Cassie, Laura con i suoi tre figli e, nonostante Natasha vi si fosse fermamente opposta, Sharon Carter.
L'officiante aveva finito di parlare, di pronunciare il suo solito discorsetto mediocre e preconfezionato.
-Ora inviterei qua Steve Rogers, per ascoltare le parole con cui si congederà da Beverly.
Steve baciò Natasha sulla fronte e le strinse la mano, come per farle forza e si avvicinò a l piccolo palco col microfono. DI fianco ad esso c'era la bara di Beverly, ancora aperta. La ragazza era pulita e ordinata, il volto era del colore dell'alabastro, le palpebre le erano state chiuse. Beverly portava un vestito bianco, stretto in vita da un nastro e la cui gonna si allargava in pieghe sopra la stoffa che rivestiva la lapide. I capelli erano fermati da un nastro altrettanto bianco.
-Beverly era...semplicemente fantastica - esordì Steve - era incredibilmente curiosa, anche se era spaventata, o arrabbiata, voleva sapere esattamente cosa avesse scatenato le sue emozioni. La sua profondità mentale superava di molto quella di molti di noi. Beverly sapeva osservare in silenzio, guardava la vita delle persone senza dire nulla, e capiva. Entrava nella testa delle persone, riusciva a capire se fossero felici o tristi. Mi ricordo ancora quando arrivò da noi e non c'è giorno in cui io non ringrazi mentalmente Natasha per aver insistito a tenere con noi Beverly. Anche da bambina era curiosa. Ci chiese informazioni su tutto quello che vedeva al complesso, ci chiedeva i dettagli del carattere delle persone, per coglierne ogni sfumatura. Forse non tutti hanno avuto la fortuna di conoscerla bene e la vedevano solo come la ragazzina rossa silenziosa che sedeva in disparte, ma non potevano sapere tutto quello che nascondeva Beverly. Non sarebbe dovuta finire così. Sarei dovuto andare io al posto suo. Ma l'amore acceca e rende deboli. Così come non sono riuscito a salvare Natasha già dal principio, non ho avuto abbastanza prontezza di spirito da fermare Beverly. E questo sarà uno dei miei grandi rimpianti. A volte mi chiedo cosa sarebbe successo se quel giorno del 1945 non avessi fatto schiantare quell'aereo nell'oceano. Non avrei mai conosciuto Natasha e Beverly e non avrei mai saputo veramente cosa volesse dire amare. E vorrei concludere con una di quelle frasi che girano su Internet, che mi faceva vedere Beverly. Non piangete perché una cosa è finita, non dovete essere tristi, ma anzi, siate felici perché è accaduta. E preservatene il ricordo, affinché quello che è successo sia sempre vivo dentro di voi. Siate felici perché quella cosa è successa.
Steve tacque e un applauso contenuto risuonò nell'aria. Natasha era in lacrime e non appena Steve scese dal piccolo palco lo abbracciò, affondando il volto nella sua camicia.
Il biondo stringeva forte Natasha, rassicurato dal calore che emanava il corpo della rossa.
-Posso chiudere la bara? - chiese l'ufficiante.
Steve stava già annuendo, ma Natasha si riscosse all'improvviso.
-No! Aspetti - lo fermò.
A passo lento raggiunse la bara di legno lucido foderata di stoffa violetta che le ricordava orribilmente l'atmosfera di Vormir.
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When it's all over - |Romanogers|
FanfictionAllora, Endgame mi ha letteralmente uccisa, per cui ho deciso di scrivere questa storia in cui cambio MOLTE cose.