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Natasha, Steve, Thor, Rocket, Rhodey e Bruce stavano camminando verso il complesso, a testa china e sotto un temporale imminente.

Cos'altro potevano fare? Avevano ripreso il jet ed erano tornati a New York. Un tuono fragoroso distolse Rhodey dal suo stato di trance, ma non gli altri.

Natasha aveva gli occhi fissi sui suoi piedi, camminava vicina a Steve, stringendosi contro il suo fianco, come a volersi assicurare che fosse ancora lì con lei.

Una goccia di pioggia cadde sul viso di Steve e un'altra sulla guancia di Natasha.

-Ha fatto esattamente quello che aveva detto- disse la bionda, sapendo che prima o poi qualcuno avrebbe dovuto rompere quel silenzio agghiacciante.

-Metà della popolazione universale è scomparsa - Steve rafforzò la presa sulle spalle di Natasha.

-E Fury ci lascia questo - Bruce si passò sulle mani un oggetto con sopra un simbolo rosso e blu, che ancora non conoscevano. L'avevano trovato appena scesi dal jet, mentre si guardavano attorno, guardando la loro New York desolata.

-È... Peggio di ogni mio incubo. Tony è nello spazio e Thanos è scomparso - borbottò Rhodey.

-È la fine - disse solo Thor, col tono di un attore da melodramma.

-Sarà anche la fine, ma io ho presentimenti peggiori per il futuro - annunciò Rocket.

Mentre Rhodey e Rocket iniziavano a bisticciare fra loro, discutendo su cosa dire e cosa no dopo un genocidio globale, Natasha puntò lo sguardo sul portone della base.

Sulle prime credette di non aver visto bene, ma poi strizzando gli occhi ne era abbastanza convinta: davanti al portone c'era una ragazzina.

-Ehm... Ragazzi, c'è qualcuno davanti alla base - disse, ancora incerta.

Lentamente, a causa delle ferite, quel che restava degli Avengers arrivarono al portone. C'era effettivamente una ragazzina. Aveva i capelli rossi e corti, gli occhi di un azzurro limpido e indossava un vestito a fiori macchiato di sangue.

-V-vi pre-go n-non fa-temi m-male - balbettò in preda al terrore, con gli occhi che schizzavano a destra e a sinistra terrorizzati.

-Non abbiamo intenzione di farti del male - replicò Natasha, usando un tono più rassicurante possibile, notando il panico della ragazzina - Io sono Natasha, tu?

-B-B-Beverly - farfugliò lei.

-Okay, Beverly. Io sono Steve, cosa ti è successo?

Lei sembrava voler abbracciare il muro, tanto vi si rintanava contro.

-E-eravamo in m-acchina e poi... Poi mia ma-dre è scompars-a e l-la mac-chi-na si è schiant-ta-ta e m-io p-adre è m-o-o-orto - Beverly aveva le lacrime che colavano sul viso.

A Natasha si strinse il cuore nel vedere quella ragazzina disperata. Con un istinto che non aveva idea di avere, si protese verso Beverly e la abbracciò.

La ragazzina tremava violentemente e piangeva disperata. Natasha si voltò verso Steve, pregandolo con gli occhi. Steve annuì e aprì la porta del complesso.

__

Quella sera, gli Avengers, troppo sconvolti per parlare decisero di fermarsi alla base.
Nessuno di loro voleva stare solo.

Natasha aveva dato una stanza a Beverly e aveva recuperato nell'armadio di Wanda dei vestiti.

Vedere la ragazzina vestita come la streghetta scomparsa era un coltello nella schiena, ma a Natasha rassicurava il fatto che Beverly iniziasse a sentirsi a suo agio.

Si ritrovarono tutti riuniti in salone, sbocconcellando qualcosa controvoglia. Natasha stava mettendo del cicatrizzante sulla ferita all'angolo della bocca di Steve.

-La prossima volta che ti toccano lì strozzo - mormorò lasciando un bacio sulle labbra di Steve.

-Sei adorabile - disse Steve lasciandole un bacio fra i capelli.

-Potrei ucciderti per averlo detto - Natasha sorrise e baciò di nuovo Steve.

-Ragazzi... - li richiamò Rhodey.

Si separarono. Steve era imbarazzato e Natasha strizzò l'occhio a Beverly che sorrideva.

-Dobbiamo scoprire cosa vuol dire quello strumento di Fury - iniziò Natasha - e dobbiamo scoprilo subito. Intendo ora. Intendo adesso. È utile, me lo sento e serve a qualcosa.

-Ci proveremo Nat - sospirò Bruce depresso.

__

Nel cuore della notte, Natasha sentì un urlo lancinante provenire dalla camera di Beverly.

Si alzò di scatto e corse da lei, accendendo la luce in camera della ragazzina.

Beverly era seduta sul letto, ansimante.

-Ehy... - fece Natasha - che succede?

-Ho...ho solo avuto un incubo - disse Beverly con la gola secca.

-Ti va di parlarne? - chiese Natasha.

Beverly scosse la testa in cenno di diniego.

-D'accordo - annuì Natasha - vuoi compagnia?

Beverly annuì, grata.

Natasha prese una sedia e si accomodò vicino a lei. Parlarono a lungo di tutto.

Natasha raccontò a Beverly di Tony, di Wanda, di Clint e del matrimonio.

Se ne andò solo quando Beverly si fu addormentata.

In corridoio incontrò Steve.

-Ehi - disse.

-Nat. Come sta Beverly?

-È confusa, spaventata, ma credo si sia addormentata tranquilla.

Steve annuì.

-Può... Può restare con noi? - propose Natasha titubante, tentennando.

-Co... Non mi sembra un buon periodo, Nat - disse Steve.

Natasha gli prese le mani e fissò i suoi occhi da gatta in quello di ghiaccio di Steve.

-Ti prego. Ha bisogno di qualcuno che le voglia bene... Non ha più nessuno, Steve. Ti prego. È importante per me... Fare qualcosa di buono. Capisci cosa intendo? - lo guardò implorante.

-D'accordo, Nat - annuì Steve sorridendo - se è così importante per te, Beverly può restare. E poi devo dire che sembra sveglia.

-Sì! Grazie, Steve! - gridò Natasha, saltadogli al collo e baciandolo.

Steve ridacchiò, stringendo la schiena di Natasha. I suoi piedi non toccavano terra, tanto era alto.

-Ti amo - esclamò, in preda ad un'euforia che non avrebbe più provato per molto tempo.

-Potete fare silenzio? - gridò Rocket, da una stanza - Sto cercando di dormire!

When it's all over - |Romanogers|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora