Natasha, Steve e Beverly erano arrivati alla casa di Tony e Pepper.
Scesero dalla macchina, diretti verso la casa. Steve e Natasha si tenevano per mano e Beverly si guardava intorno. Non era mai stata da Tony e la sua famiglia, erano sempre andati loro al complesso. La casa di legno era enorme, con un giardino vastissimo. Accanto all'ingresso c'era la macchina di Tony. Dalla parte opposta era stata eretta una tenda da nativo americano abbastanza grande per farci stare Morgan e i suoi giochi. Fuori dalla tenda c'era un tavolino alto sì e no cinquanta centimetri di plastica rossa, una sedia ribaltata, anch'essa formato Morgan e vari modellini di Iron Man giacevano abbandonati sul tavolo.
Stava calando la sera, da sopra le cime degli alberi si scorgeva il cielo, tinto di rosa.
Natasha bussò alla porta e Pepper andò andò ad aprire.
-Ehi...ragazzi! - fece, sorpresa di vederli.
-Ciao, Pep - salutò Natasha - ci chiedevamo se ...ehm... vi andasse di cenare assieme.
Beverly era rossa per l'imbarazzo: Natasha si stava praticamente auto-invitando a cena da Tony e Pepper, con tutta la tranquillità del mondo. Rimase a fissarsi le scarpe in un ostinato silenzio, con le guance praticamente dello stesso colore dei suoi capelli, finché non si accorse che in qualche modo, Natasha era riuscita a farsi invitare.
-Zia Nat! - urlò una vocina.
Un bolide in miniatura si fiondò addosso a Natasha. Lei prese Morgan al volo e la fece ruotare in aria.
-La mia Stark preferita! - esclamò, abbracciando Morgan.
-Ehy! - protestò Tony, comparendo dietro sua figlia.
-Come fai a sorprenderti, Tony? Tua figlia è MOLTO meglio di te! - disse Natasha.
-Sono tentato di lasciarvi fuori - borbottò Tony - ma mia nipote è più simpatica di voi due messi insieme, quindi...
Beverly sorrise, e Tony le scompigliò i corti riccioli rossi.
__
-Avete più avuto notizie degli altri? - chiese Steve.
Avevano finito di cenare già da un bel po', era quasi mezzanotte. Tony aveva in mano un bicchiere con un alcolico dentro dal colore ambrato, seduto su una poltrona enorme, accanto a Pepper, a gambe incrociate e piedi nudi con la testa appoggiata sulla spalla di Tony.
Steve era seduto su un'altra poltrona, che si rigirava fra le mani una tazzina che era stata svuotata del caffè che conteneva almeno due ore prima. Seduta letteralmente in braccio a lui c'era Beverly, sul punto di addormentarsi, immersa in quella pace ovattata che precede il sonno.
Natasha, invece, aveva in braccio Morgan, che si era addormentata con la testa appoggiata sulle sue clavicole, in una posizione decisamente scomoda. Natasha contemplava una foto posata su una mensola. Raffigurava lei e Morgan in un parco. Natasha stava guardando qualcuno fuori campo, dietro ad una malinconica Morgan che stringeva la sua maschera di Iron Man.
Un bambino aveva canzonato Morgan perché si portava dietro quell'affare, e c'era mancato poco che Natasha lo distruggesse. Letteralmente. Nell'attimo colto dalla foto, Natasha guardava il bambino filarsela, quasi sorridendo, al pensiero di quanto avrebbe potuto fargli male.
La voce di Tony la svegliò dai suoi pensieri.
-Non sappiamo più nulla. Solo che Thor è a New Asgard, e che ogni tanto Carol gli fa visita. Non sentiamo Bruce da...da quando abbiamo decapitato Thanos.
Natasha strinse i denti. Bastava nominare Thanos e sentiva gli occhi bruciare di lacrime.
-E pensare che eravamo sei, una volta - sbuffò Steve - e ora? Ora che sono morti...
-No! - urlò all'improvviso Natasha.
Morgan si svegliò sussultando e anche Beverly.
-Non sono morti! Perchè continuate a ripeterlo? Non sono morti! Li riporteremo indietro! - una lacrima calda scese lungo il viso di Natasha.
Dannazione, tesoro, stai piangendo di più in questi anni che in tutta la tua vita, la informò gentilissima la sua coscienza.
-Hai ragione, Nat, scusa - disse piano Steve - mi sono sbagliato. Volevo dire...ora che si sono dissolti...
Steve faceva il possibile per tenere alto il morale di Natasha, ma non era facile negare l'evidenza dei fatti. Non era per niente facile.
-Scusa tu - mormorò Natasha, mentre Morgan si raggomitolava di nuovo contro di lei, stringendola forte - Io...non avrei dovuto perdere la calma...è che mi mancano...mi mancano tantissimo...e...oddio.
Rinunciò a parlare, si asciugò le lacrime e cercò di calmarsi.
Steve si alzò e andò a sedersi accanto a lei, passandole un braccio dietro la schiena, dolcemente e attirandola verso di lui. Natasha si appoggiò al fianco di Steve. Morgan si alzò, lasciò un bacino sulla guancia di Natasha e scappò in braccio a suo padre.
Natasha sentiva Beverly stringerle forte una mano, per farle forza.
__
Quasi un'ora dopo, Tony andò a mettere a letto Morgan e Pepper invitò Natasha, Steve e Beverly a restare a dormire.
Steve vedeva che Natasha era troppo stanca per guidare fino a casa e lui aveva accettato un bicchierino di troppo da parte di Tony, per cui accettarono.
Nel buio della stanza degli ospiti Natasha sentiva i respiri regolari di Steve e Beverly, profondamente addormentati. A Natasha piaceva ascoltarli. Sapeva che Steve era stato un ottimo padre con Beverly, molto meglio di lei di sicuro.
Non riusciva a pensare a cose allegre. Pensava solo a come potevano portare tutti indietro e riprendere la vita normale. Ma non capiva che ormai era quella la loro normalità. Natasha decise che non poteva continuare così. Doveva cercare di dormire e domani avrebbe ricominciato a lavorare. Sì, ma con moderazione, non quel lavoro folle che aveva fatto prima. Dalle undici alle diciotto ore a monitorare qualsiasi cosa fosse rimasta viva in quel mondo desolato. Natasha
chiuse gli occhi, aspettando in silenzio la punizione di Andrey. La voce crudele dell'uomo tagliò l'aria.
-D'accordo, hai avuto la tua occasione Natalia. Te l'ho data l'opportunità, giusto? Poi non dire che sono cattivo, io te l'ho data la possibilità di alzarti.
-Andrey... - provò a dire la Natasha bambina accasciata sul pavimento, esausta, allo stremo delle forze - Andrey, per favore... -Andrey per favore! - la imitò con una vocina languida l'uomo - Smettila, Natalia! Forza, i capelli! - le intimò.
Natasha si scostò i lunghi capelli rossi dalla schiena coperta solo per metà dal body, che era stato forgiato apposta lasciando la schiena scoperta, in modo che fosse facile punire le ballerine. La pelle di Natasha, coperta da uno strato di goccioline di sudore, aveva la pelle d'oca.
La prima sferzata si abbatté con violenza sulla schiena di Natasha, che sobbalzò dal dolore, ma non si lasciò sfuggire nessun lamento. Sapeva che l'obiettivo di Andrey era farla urlare. E comunque la prima frustata non aveva inciso la pelle di Natasha, ancora da bambina, sottile.
La seconda frustata tagliò eccome Natasha, lasciando un lungo taglio che iniziò subito a sanguinare. Si morse la lingua, per non piangere. La frusta si abbatté su di lei altre otto volte, alcune un po' meno forti delle altre. Natasha aveva gli occhi serrati. Andrey, soddisfatto, ripose la frusta e lasciò Natasha sul pavimento, sanguinante a riprendersi. Lei trovò lo straccio che usava come accappatoio e se lo strinse attorno alla schiena.Natasha spalancògli occhi e si drizzò a sedere nel buio. Odiava quei periodi in cui sognava la sua vita. Era terribile, passava intere settimane senza dormire, finché, sfinita non crollava in un sonno senza sogni.
Cercò di calmarsi, sdraiandosi di nuovo e avvicinandosi a Steve, abbracciandolo. Ascoltando i respiri di suo marito e sua figlia, pian piano Natasha si tranquillizzò.
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When it's all over - |Romanogers|
FanfictionAllora, Endgame mi ha letteralmente uccisa, per cui ho deciso di scrivere questa storia in cui cambio MOLTE cose.