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-E ora cosa si fa? - chiese Bucky.

Steve, Natasha, Wanda, Visone, Bucky e Sam erano seduti su delle panchine in Central Park, dove si erano trascinati a fatica per cercare di fare il punto della situazione. Natasha era appoggiata a Steve, con gli occhi semichiusi e una mano che stringeva la caviglia sinistra, che probabilmente si era slogata cercando di evitare un fendente di Thanos.

-Dobbiamo togliere quella Gemma dalla testa di Visone - rispose Steve.

-Ma è grazie alla Gemma che il suo sistema funziona - replicò Wanda, angosciata.

Letteralmente tre secondi dopo quella frase, qualcosa precipitò violentemente a pochi metri da loro, sollevando un gran polverone. Natasha pensò ad un meteorite. Wanda urlò.

Dal punto in cui era caduta la cosa, giunse un mugolio. Si alzarono velocemente e andarono a vedere cosa fosse.

-Bruce! - esclamarono in coro Natasha e Steve.

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Bruce aveva raccontato loro tutto quello che gli era successo. Da quando era sparito dopo la faccenda in Sokovia era stato due anni nei panni di Hulk a Sakaar, dove aveva incontrato Thor e dopo Thanos.

-Ha sterminato mezza Asgard - aveva detto Bruce, frenetico.

Ora erano su un jet recuperato al complesso, diretto verso il Wakanda. Secondo Steve era il posto migliore per far estrarre la Gemma senza danneggiare Visione.

Natasha era abbastanza fiduciosa, potevano affrontare Thanos in Wakanda, Lì c'erano molti soldati valorosi che avrebbero potuto aiutarli. T'Challa e Okoye, lì con loro per il matrimonio, davano le coordinate.

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25 aprile 2018

Natasha sentì un rumore metallico leggerissimo, ma non le fu facile vedere da dove provenisse. Era intrappolata sotto un groviglio di radici e terra, creato da Thanos.

Con un grugnito di fatica riuscì a rompere il groviglio, dando un poderoso calcio con entrambi i piedi. Si alzò barcollando e vide Thanos con l'ascia di Thor, torntato sulla Terra da circa sei minuti, piantata nel petto. Ma le dita di Thanos erano piegate. Aveva appena schioccato le dita. Il suo guanto dorato luccicava alla luce del sole.

-No! - urlò Natasha.

-Steve... - era la voce preoccupata di Bucky. Si stava dissolvendo. Stava diventando cenere, cenere che volava via ne vento.

Natasha era paralizzata sul posto. Sentiva una voce nella testa che ripeteva "No, non sta accandendo".

Vide Steve crollare in ginocchio, sfiorando la cenere lasciata da Bucky. 

Natasha fece un giro su sé stessa, con la grazia delle ballerine. Vedeva sparire Groot, l'uomo albero, Sam...

-Sam! - esclamò Natasha, provando a correre verso di lui, ma i suoi muscoli non rispondevano agli impulsi mandati dal cervello.

Anche T'Challa stava sparendo, sotto lo sguardo terrorizzato di Okoye.

-Wanda! - Natasha vedeva la sua amica, la sua unica amica, svanire, diventare lentamente polvere - no...Wanda...

I suoi muscoli si sbloccarono e riuscì a correre dove c'era Wanda. Steve era già lì.

Natasha si portò una mano allo stomaco, nauseata da quello che vedeva. Visone, riverso al suolo, con la fronte spaccata in due, il corpo grigio e inequivocabilmente morto.

Barcollò e cadde al suolo, dove Steve si era seduto.

Natasha a otto anni barcollò e cadde al suolo. 
Stava ballando da ore, sotto lo sguardo malvagio di Andrey, che non le permetteva nessuna pausa.  Si era già rialzata un sacco di volte, non ce la faceva più. Le ginocchia le tremavano violentemente, ogni singola fibra del suo corpo bruciava.
-Alzati, Natalia - le intimò Andrey.
Natasha fece pressione sulle braccia, ma non riuscì a racimolare la forza necessaria ad alzarsi. Cercò più volte di spingersi verso l'alto con le gambe, ma queste non ne volevano sapere.
-Posso fare una pausa, Andrey? - chiese, ben conscia di essere in una situazione pericolosa.
-No, Natalia, la resistenza è importante, lo sai - Andrey sembrava emanare freddezza - ora alzati. O devo usare la frusta?
Andrey teneva posata in grembo una spessa frusta di cuoio, col manico in metallo che spesso si abbatteva sulle malcapitate schiene dei bambini.
-Alzati, Natalia.
-Non... Non ce la faccio - balbettò, sapendo che era vero. Ora che si era fermata sentiva con chiarezza l'acido lattico farsi strada nei suoi muscoli, i crampi le bloccavano la mobilità.
Non poteva rialzarsi sempre, non era possibile. Natasha si rialzava sempre, non poteva farlo sempre. Prima o poi si cede, prima o poi tutto quello che ci portiamo sulle spalle ci schiaccia, senza pietà.
Natasha non conosceva la pietà. Sapeva solo che per quella volta avrebbe ceduto, avrebbe abbassato la testa. Non si sarebbe rialzata, conosceva i suoi limiti. Quando il dolore la opprimeva più del solito, quando tutto diventava semplicemente troppo anche per lei, cedeva.  Natasha

chinò il capo e i capelli biondi le ricaddero intorno al viso, finendole in bocca, inzuppandosi delle sue lacrime.
Natasha era crollata. Erano circa due anni che non si sentiva debole, era da quando aveva otto anni che non si sentiva completamente annientata.
Avevano perso tutto. Tutti. Avevano perso e non riusciva a capacitarsi. C'era sempre stato il trucco, il giochetto finale che permetteva loro di vincere. E ora? Cos'era successo? Dov'era il trucchetto, il gioco? Cosa avrebbero fatto adesso?

Natasha, impotente di fronte alla catastrofe che li aveva colpiti, si coprì il volto con le mani.

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Nota veloce
Per fare il passaggio passato/futuro che avviene in mezzo alla frase mi sono ispirata ad alcune parti di "It" in cui Stephen King fa ampi salti temporali (1958-85) tagliando a metà le frasi.
Comunque non so se lo rifarò, personalmente mi piace abbastanza, ma è complicato poi da far funzionare.
Al prossimo capitolo
~Emma

When it's all over - |Romanogers|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora