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Ad un chilometro da casa Barton, in aperta campagna, si trovava una piccola folla.

Le persone erano tutte vestite in nero, e si trovavano di fronte ad una tomba in marmo.

Sulla lastra c'era la scritta:

   Clinton Francis "Clint" Barton
1~11~1980       16~4~2016
Marito e padre
"I see better from a distance"

E

sattamente di fronte alla tomba, si trovava Laura, con i segni delle lacrime attorno agli occhi. Teneva Lila per mano, che a sua volta stringeva quella di Cooper.
Laura teneva in braccio Nathaniel.

Dietro di loro, Natasha, magnifica nel suo vestito nero, pallida in volto, appoggiata a Steve, che guardavano cupi la tomba.

C'erano Tony, Pepper, Wanda, Sam, Rhodey, Visione e in lontananza Nick Fury, accanto a Maria Hill.

Natasha sentiva il prete parlare con tono spento, ma non ascoltava veramente. Pensava a quello che aveva perso, per colpa del KGB. Pensava a quello che moltissime persone avrebbero perso, per colpa del KGB.

Avrebbe voluto fare qualcosa, ma il Governo russo appoggiava il lavoro che facevano. Natasha si ricordava bene cosa succedeva quando i funzionari del Governo arrivavano  da loro per controllare la situazione. Il KGB diventava un orfanotrofio in cui volontari amorevoli istruivano i bambini all'educazione e al combattimento, uniti alla danza classica.

Era impossibile smascherarli, erano troppo furbi.

-...e ora chiamerei qua Laura Barton, per ascoltare un suo ricordo.

Natasha sentiva vagamente la voce di Laura. Però udì perfettamente un singhiozzo dietro di lei. Si voltò e scorse i visi dei pochi presenti. Tony era impassibile, Pepper aveva gli occhi asciutti, Sam e Rhodey serissimi, Nick e Maria Hill vicini e in silenzio. Scorse una figura allontanarsi dagli altri, col capo chino e un braccio probabilmente sollevato per asciugarle gli occhi. Wanda si allontanava sempre di più.

-Torno subito - disse Natasha a Steve.

Zoppicante e accompagnata da una sonora protesta da parte dei muscoli della sua schiena ad ogni passo che faceva, Natasha seguì Wanda.

-Non seguirmi, Natasha! - disse Wanda, con la voce rotta.

-Di solito le persone non si accorgono di me, quando li seguo.

-Dimentichi che ti posso leggere la mente - Wanda si fermò, ma non si voltò.

A fatica, Natasha la raggiunse. Il volto della streghetta era fradicio di lacrime, il petto sobbalzante dai singhiozzi.

-Ehy... Wanda...

-È colpa mia - disse Wanda - se Clint non fosse tornato indietro per me sarebbe ancora vivo. Sarei dovuta morire io.

-Smettila - disse secca Natasha - smettila con queste frasi fatte, che si scrivono nei libri, okay? Clint è morto perché lo voleva. Voleva che tu vivessi. Quindi smettila di commiserarti, d'accordo?

Natasha era irritata da quella frase palesemente fatta: "Se non fosse stato per me... Sarebbe dovuto succedere a me". Era stufa. Stufa marcia. Wanda era viva perché Clint voleva che vivesse. Non era colpa sua, era colpa di Clint casomai.

Wanda la guardò allibita.

-Wanda ascoltami. È stata una scelta di Clint, una sua scelta precisa. Non puoi darti la colpa. Non è giusto né nei tuoi né nei suoi confronti.

When it's all over - |Romanogers|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora