25 agosto 2024
Erano quattro mesi precisi che vivevano senza Natasha. Beverly aveva compiuto quindici anni, Steve centoquattro.
Non si erano ancora ripresi del tutto dalla morte di Natasha. Bruce sosteneva che ci fosse un modo per riportarla indietro anche senza la Gemma. Non serviva a nulla che Steve gli ripetesse all'infinito che lo scambio era eterno.
Beverly si era isolata dal mondo. Passava ore chiusa nella sua stanza nella casa in cui si erano trasferiti a scrivere sul suo quaderno.
Non abitavano più al complesso. Non erano più Avengers, dato che gli Avengers non esistevano più. Bruce aveva fatto ricostruire la struttura, schiacciata dalla nave di Thanos e vi si era stabilito. Lavorava febbrilmente e raccoglieva tutte le informazioni che riusciva su Vormir.
Steve insisteva affinchè Beverly approfittasse degli ultimi giorni d'estate per uscire con persone della sua età. Sapeva che era l'ultima cosa che volesse fare, ma non poteva permettere che Beverly diventasse apatica a quindici anni. Sapeva che Natasha non l'avrebbe voluto.
Era riuscita a convincerla ad uscire con Peter Parker e i suoi amici, un paio di volte.
Wanda invece era rimasta completamente sola, all'inizio. Dopo il funerale di Tony, Steve l'aveva trovata a contemplare il lago, con aria triste. Non aveva più un posto dove andare: non voleva tornare nella casa a Edimburgo, sapendo che l'avrebbe trovata vuota. Così Steve le aveva proposto di vendere la casa e di andare a vivere con lui e Beverly. Wanda, seppur titubane, aveva accettato.
__
Qualcosa colpì il vetro della finestra semi-aperta della camera di Beverly.
La ragazza era sdraiata sul letto a pancia in giù, intenta, come suo solito a scrivere sul suo quaderno. Alzò lo sguardo e vide una sottile crepa sul vetro della finestra. Sul davanzale giaceva un sassolino.
Beverly si alzò e spalancò i vetri della finestra. L'aria calda della campagna circostante riempì la stanza: Steve e Wanda avevano deciso di prendere la casa lontano dalla città, in periferia.
Guardò in basso e vide Peter, Ned e MJ guardare in su, verso di lei. Non poté fare a meno di sorridere, data la perseveranza dei tre ragazzi.
-Vieni giù? - chiese Peter, con un faccino da cane bastonato.
Beverly sospirò.
-Dai! Tra pochi giorni non avrai più tutto questo tempo libero! - esclamò ancora Peter.
-D'accordo - cedette Beverly. Era troppo tempo che rimaneva chiusa in casa. Chiuse velocemente il quaderno e si infilò le scarpe.
-Io esco con Peter e gli altri! - gridò, incerta su chi ci fosse in casa - andiamo in città!
Era quasi convinta che l'avrebbero trascinata nel centro di New York.
-Okay - rispose la voce di Wanda - torna per cena, o Steve se la prenderà con me.
Beverly scese in fretta le scale.
-Non se la prenderebbe mai con te, Wan - disse, osservandola raggomitolata su una poltrona che leggeva un libro - che leggi?
Wanda alzò gli occhi dal libro. L'espressione sorniona e sicura di sè di Beverly ricordava tremendamente Natasha.
-Delitto e castigo - rispose Wanda - era il libro preferito di Visione - mormorò poi, più a sé stessa che a Beverly.
-Sicura che non vuoi che rimanga con te? - chiese Beverly, valutando preoccupata il livello di malinconia di Wanda.
-Sono sicura - disse Wanda, abbozzando un sorriso.
-Ciao, Wan - disse Beverly, lanciandole un'ultima occhiata e uscendo di casa.
-Alleluia - la salutò MJ - pensavo fossi caduta dalle scale.
-Ciao anche a te MJ - rispose Beverly - allora, dove andiamo?
-Mh...in centro? - propose Ned.
-Così passiamo da Starbucks! - esclamò Peter - ottimo, ho una fame...
Beverly rise, ma c'era sempre un velo di tristezza nei suoi occhi azzurri.
Poco dopo erano a New York. Beverly si guardava intorno meravigliata, come se non fosse mai stata in una città. Le insegne luminose, le pubblicità dai colori vivaci che echeggiavano ovunque. Da ogni angolo sbucavano persone cariche di borse e buste, che camminavano a passo spedito, parlando al telefono, parlando tra loro, inveendo contro automobilisti e tassisti.
-Wow - disse - l'ultima volta che sono stata qui non c'era un'anima.
-L'ultima volta che sei stata qui era aprile, e nessuno era ancora tornato da... da ovunque fossimo - concluse Peter con un brivido.
Beverly si rabbuiò: pensare al passato le faceva pensare a Natasha. Natasha che era stata più importante per lei della sua vera madre. Le aveva insegnato le basi del combattimento corpo a corpo, le aveva insegnato a non cedere mai, le aveva insegnato a non farsi mettere i piedi in testa da nessuno.
-Ehm...Bev? Ci sei? - Ned le sventolò una mano davanti alla faccia.
-S...sì, sì ci sono - Beverly si riscosse, per notare che erano in una via poco affollata. Su un muro di mattoni rossi c'era un enorme graffito. Raffigurava Tony Stark, i piedi nella classica posa di Iron Man, ma senza armatura. In basso, sotto il piede destro c'era una firma incomprensibile e una data: 23-5-2012. Dunque il disegno risaliva a dodici anni prima, ed era ancora lì a ricordare a New York cosa era stato Tony per il mondo.
Ora era Peter ad essere incantato.
Beverly gli si avvicinò.
-Ti manca, vero? - chiese, senza guardarlo.
-Mi manca ogni giorno...è come se la città fosse tappezzata di sue immagini.
-Capisco. Ogni volta che esco dalla mia stanza in casa vedo foto di Natasha ovunque.
-Continuo a chiedermi cosa...cosa vorrebbe che facessi. Con Spider Man, intendo.
-Vorrebbe che continuassi - disse decisa Beverly - Steve me lo dice sempre: dobbiamo essere forti per loro. Per far sì che non siano morti invano.
Peter annuì. Beverly gli diede una pacca sulle spalle e si fece indietro vedendo MJ che si avvicinava al ragazzo e senza degnarlo di uno sguardo gli prendeva la mano.
Momento rovinato dalla suoneria del telefono di Beverly.
-Sì? - rispose senza nemmeno guardare chi fosse.
-Bev? Sono Steve. Dove sei?
-Ehm...in una via di cui non conosco il nome con Peter, MJ e Ned.
-Sei uscita con loro? Ma è magnifico, Bevvie! - Beverly percepiva un sorriso fra le parole di Steve - io sono al complesso con Bruce...ti spiacerebbe venire qua, dopo? Ho... - si sentirono dei colpi di tosse piuttosto violenti di sottofondo - oh, d'accordo, abbiamo delle cose da dirti.
-Avete?
-Io e Bruce - chiarì Steve - ora chiamo anche Wanda, ci vediamo dopo?
-No no, ora lo voglio sapere, cosa dovete dirmi? - chiese impaziente Beverly.
-Te lo diremo di persona Bev, è molto importante.
-Dai, Steve! - Beverly non sapeva se preoccuparsi o no.
-Sul serio, Bev, è molto importante.
-Steve!
Ci fu un lungo silenzio. Peter, Ned e MJ fissavano Beverly, che udì Steve prendere aria.
-Noi...ecco...
-Sì?
-Forse sappiamo come riportarla indietro.
Beverly perse qualche battito. Anche gli altri tre avevano sentito. Li fissò boccheggiante. Non sapeva cosa fare. Vide Ned, a bocca aperta farle un gesto che voleva dire: "Muoviti! Va'!".
Beverly iniziò a correre.
STAI LEGGENDO
When it's all over - |Romanogers|
FanfictionAllora, Endgame mi ha letteralmente uccisa, per cui ho deciso di scrivere questa storia in cui cambio MOLTE cose.