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2017, New York
Il lavoro che avevano iniziato quantomeno un anno prima, stava andando alla grande. Tony era riuscito ad hackerare i file del KGB, e erano riusciti a sventare attentati a diverse città, e a salvare un sacco di bambini.

Natasha era in macchina, e con una sorta di telefono inter-pianetale comunicava con Thor, da qualche parte nello spazio.

-Dove sei, Thor? - chiese Steve, alla guida della macchina.

-Su un pianeta chiamato Sakaar - rispose Thor - ad Asgard sono successe un po' di cose... Ho scoperto di avere una sorella!

Natasha e Steve erano perplessi.

-Non ci vedremo per un po', credo.

-Sei ancora alla ricerca delle Gemme? - chiese Natasha.

-Sì, questo pianeta è un posto abbastanza strano, non credo che troverò molto ma... Volevo dirvi... - Thor iniziò a sghignazzare da solo, come un idiota.

-Non dirlo... - Natasha ribaltò la testa all'indietro.

-Qual'è il contrario di Bruno Mars? - Thor si tratteneva a stento dal ridere.

-No... Per favore... Questa l'ho già sentita anche io... - provò a fermarlo Steve.

-Biondo Twix... - Thor scoppiò a ridere come un deficiente. Natasha non sapeva se prendere a testate il cruscotto o buttarsi direttamente fuori dal finestrino.

-Ti prego... Quanti anni hai, cinque? - sbuffò.

-No, ma sono cinque teste più alto di te - azzardò Thor.

Steve si lasciò sfuggire un: "uhhh". Se gli occhi di Natasha avessero avuto il potere di uccidere, Thor sarebbe morto sul colpo.

-... Non uccidermi ti prego - disse Thor tutto d'un fiato.

Natasha scoppiò a ridere.

-Ci vediamo, Thor, siamo arrivati - lo salutò all'improvviso Steve, chiudendo la chiamata.

-Dove siamo, a proposito? - chiese Natasha. Steve non aveva voluto dirglielo. Guardava fuori dal finestrino, dove si estendevano solo campi di erba alta.

-In... Mezzo al nulla? - Steve uscì dalla macchina e Natasha lo seguì.

-Ah-ha...e noi cosa ci facciamo qua?

-Volevo stare un po' con te - Steve la prese per mano e la portò in mezzo al prato.

-Okay... E ora? - Natasha lo guardava.

-Niente - Steve la baciò sulla fronte e si sedettero a terra.

Natasha sprofondò nei suoi pensieri, che in meno di due secondi scivolarono dalla zona: amo Steve alla follia, alla zona: autostima sotto lo zero.

Pensava che Steve sarebbe stato meglio negli anni '50 con Peggy, con cui poteva avere una vita tranquilla, figli e soprattutto felicità.

Dalla zona: autostima sotto lo zero, Natasha passò a: autostima a numeri negativi decisamente sotto lo zero.

Natasha era seduta a gambe incrociate, con le mani attorcigliate insieme e lo sguardo basso.

-A cosa pensi Nat? - Steve fece scoppiare la bolla di pensieri che si stava formando intorno alla rossa.

-Ti piacerebbe avere una famiglia, Steve? - chiese a bruciapelo Natasha.

-Io... A questo proposito volevo chiederti una cosa.

Gli occhi azzurri di Steve si incantarono in quelli felini di Natasha. Lei, dal canto suo, non capiva. O forse capiva ma non voleva crederci. Steve era nervoso, e Natasha sapeva che voleva dirle una cosa ma non ne aveva il coraggio. Era una spia, certe cose le notava subito.

-Natasha... Il fatto è che io ti amo. Ti amo davvero tanto, Nat. Vorrei che lo avessi ben presente - Steve si torceva le mani.

-Anche io ti amo, Steve ma cosa...

Steve si frugò nelle tasche, con aria fiduciosa, e subito dopo sbiancò, diventando pallido come un fantasma.

-Dove diavolo... - Steve parve ripensare a qualcosa - sono un idiota - affermò infine.

-Lo sapevo già - ridacchiò Natasha.

Steve non le badò. Prese un filo dell'erba alta, lo attorcigliò e ne ricavò un cerchiolino.

Prese delicato la mano destra di Natasha.

Il cuore della russa fece un paio di capriole, battendo all'impazzata.

-Natasha... Tu... Ecco... Mi chiedevo se tu volessi...

-Sì? - lo incoraggiò Natasha, annuendo frenetica.

-Natashavuoisposarmi? - chiese tutto d'un fiato, strizzando gli occhi.

Natasha perse qualche battito.

-S-sul serio? - balbettò Natasha.

Steve strinse la mascella e annuì.

Natasha scattò verso di lui, strangolandolo con un abbraccio, per poi baciarlo.

-Sì! - gridò quasi, baciando di nuovo Steve, con i capelli in faccia umidi di lacrime.

Steve la strinse forte, e Natasha rabbrividì leggermente quando toccò le cicatrici sulla schiena.

-Sì, sì, sì - prese a sussurrare, alternando un "sì" ad un bacio.

Si raggomitolò sul petto di Steve, rigirandosi l'anello fatto dal filo d'erba al dito.

-In realtà ne avevo preso uno con un diamante ma... Credo di averlo perso.

-Io credo che Tony ti abbia giocato un brutto scherzo. Non ti ha mai veramente perdonato quella storia degli accordi.

-A proposito di quello, Nat, dopo il matrimonio dovremmo far perdere le nostre tracce - disse Steve - il Governo russo vuole le nostre teste, e probabilmente fra poco anche quello americano.

-Lo so - disse Natasha.

-C'è la possibilità che non potremo fare più questo lavoro contro il KGB. Almeno per un po'.

-Lo so - ripeté Natasha con un sospiro.

Si appoggiò contro il petto di Steve, incredibilmente felice. L'avrebbe sposato. E dopo sarebbero entrati in clandestinità, ma sarebbe stato perfetto lo stesso.

In quel momento non le importava più dei pericoli, sapeva che in qualche modo li avrebbero evitati. Era stata addestrata per quello no?

-Ti amo - mormorò di nuovo.

Vedeva un futuro roseo. Non sapeva che mancava poco ad un evento che avrebbe cambiato per sempre la sua vita e quella di tutti gli altri.

When it's all over - |Romanogers|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora