16 - La Bella è giunta

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L'entrata luminosa dei ritardatari, Paul e Yuri, decretò il termine della prima prova. E come previsto dal capo quartiere, Yuri si ritrovò a far da bersaglio ai dardi scoccati dal resto dei fratelli. "Sospetto che non abbiano gradito la mia strategia volante".

«Ragazzi! No! Lasciate che vi spieghi...» ma le giustificazioni non erano richieste, almeno per il momento. Yuri dovette afferrare ogni freccia al volo, se non voleva fare una brutta fine, e per evitare di farne una anche peggiore, gli toccò correre in testa alla carica di tutta quella gente incavolata.

«ADESSO TI FACCIAMO VOLARE NOI!» gli gridarono appresso.

"Appunto..." inclinò la testa scattando.

Justice e Astrid valutarono pericolosa quella situazione e furono sul punto d'intervenire, quando Ike sopraggiunse divertito.

«Non ridere Ike! Dobbiamo fare qualcosa... potrebbero fargli del male!»

«Ma no Astrid, e voi tutti. Guardate i visi dei suoi compagni», li indicò.

Il volto di Justice assunse un'espressione particolare. «Stanno... ridendo!»

«Far volare i fratelli di quartiere è stata una mossa geniale, perché sicuro che i Ventosi li avrebbero recuperati senza ferirli» spiegò il figlio di Iride. «E non è finita qui. Gli stanno rinfacciando il fatto d'aver i poteri temporaneamente bloccati, e così...»

«E così Valentine è messo al corrente della lealtà di Yuri e potrà battersi con lui ad armi pari, come voleva» concluse Luana Benigna Patruno di Ares. «Quei due devono affrontarsi per mettere in chiaro se andare d'accordo o meno», affermò con lo sguardo rivolto a Valentine. Lei aveva già assistito a situazioni in cui due guerrieri, al termine del corpo a corpo, allacciano una parvenza di simpatia o inaspriscono i rapporti.

«Luana!»

«Ah! Ehm... ciao Ike!» sorrise la guerriera arrossendo, prima di volatilizzarsi lestamente. "Accidenti! Non mi ero accorta di lui! Che guaio! Ho trascorso troppo tempo ad allenarmici insieme, e ora non faccio altro che pensarlo! Ma che caspita succede alla gente che approda su quest'isola?"

«Che ragazza strana. Agli allenamenti è aperta e comunicativa, ma quando si tratta di socializzare diventa indecifrabile» borbottò Ike.

Justice, Alina e Greta si scambiarono sguardi sorpresi.
«Ike, per caso anche tu hai i poteri bloccati?» domandò Alina.

«No!» rispose lapidario l'irlandese.

«Sarà...» biascicò Justice gonfiando le guance, sentendo il suo sguardo ammirarla di tutto punto.

«E non hai letto nulla sul suo linguaggio corporeo?» insistette Greta. Ike fece una smorfia rapida prima di negare, e a far morire lì la questione ci pensò il vocione divino di Aphaia.

«Fate onore al gruppo di Afrodite, vincitore della prova iniziale!» proclamò.
Ninfa e compagni erano increduli. La loro fu un'impresa ricordata per molti mesi a seguire.

Com'era prevedibile, tutti attribuirono a Dafny il merito, perché era l'unica ad avere un potere attivo riconosciuto. Alcuni l'ammirarono, altri un po' meno. Vero era che lei non centrava nulla e non ne fece mistero.

La gioia per la vittoria inaspettata archiviò la fatica. Il loro portone era di legno dall'aspetto normale. Unico inghippo, la mancanza della maniglia e della serratura.
Ninfa Osbourne aveva chiesto, o meglio implorato pure Dafny di partecipare, dato il suo potere.

«Dafny, perché non provi a fare quella cosa con la voce... voglio dire, prova a ordinare alla porta di aprirsi» le aveva suggerito.

«Posso provarci, ma non credo che funzioni così "quella cosa"» le aveva risposto l'hawaiana.

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