La prospettiva di affrontare i Ritornanti con la spada argentata regalò a Yuri una svolta favorevole. Anche Dafny, riparata dietro una quercia come gli aveva suggerito lui, lo notò. Vedeva l'amico affrontare alla pari i lanciatori di pugnali, però percepiva l'angoscia di doverli trafiggere. Aveva sentito la storia di quegli sfortunati ragazzi uccisi da Fetonte. In vita erano stati figli di Apollo. Erano anche loro suoi fratelli e, anche se sconosciuti e destinati a rimanere tali, Yuri si sentiva ugualmente in una pessima situazione. Dafny tutto questo lo percepiva.
"Mi pesa troppo questa spada! Questi ragazzi sono innocenti!" ripeteva, e distratto da ciò, molti pugnali lo ferirono e il giubottone imbottito iniziò a tingersi del suo sangue.
"Non è giusto! Sono gli spiriti che posseggono i corpi a essere malvagi..." sferrò un fendente trasversale prima di ricevere in gola una pugnalata mortale dall'ennesimo Ritornante. Dietro il gruppo, il tipo alto due metri se la rideva. Era irritante.
«Noto dalla dimestichezza che hai con la spada che sei figlio di Ermes, giusto?»
«Fuochino, anzi, fuocherello, tiepido tiepido...» bofonchiò l'altro a denti stretti per il dolore delle ferite, ma comunque sempre pronto al meglio delle sue possibilità per non essere ammazzato. Però era pur sempre solo contro quasi tre decine di Revenants, e a quel punto cosa poteva fare se non salvare se stesso per proteggere Dafny. Il volto contrito e le sopracciglia calate sulle palpebre. Persino il sole si coprì di pesanti coltri di nubi, preludio dell'imminente nevicata. "Meglio così. Se Apollo mi vedesse, non oso immaginare..." attinse dalle antìlipsi trasmesse dalla spada la tecnica di lotta più rapida. E di nuovo rivide quella ragazza dalla treccia scura e il neo sotto l'occhio. Nel frattempo i Revenants lo chiusero in cerchio e lo bersagliarono simultaneamente con i pugnali. Le scie delle lame viste dall'alto tracciavano infinite volte raggi concentrici diretti al figlio di Apollo. Dove tenevano nascosto un simile arsenale di armi bianche era un mistero al quale Yuri non fece caso; né aveva tempo per rifletterci.
Nascosta dietro l'albero, Dafny pensò di andare ad aiutare il compagno in difficoltà, ma il pugnale vagante che si piantò al tronco della quercia a pochi centimetri dal suo orecchio le ricordò di non essere una guerriera. Deglutì. Quella lama stava ancora vibrando. Si espose quel minimo sufficiente per osservare Yuri perdere il vantaggio malgrado la nuova arma, e vide qualcosa d'incredibile.
Il figlio di Apollo, nonostante i salti mortali, letteralmente eseguiti per non essere pugnalato, fece in tempo a vedere nell'antìlipsi l'utilizzo principale della spada. Scoprì pure che Diana, la precedente proprietaria, era una ancella di Artemide, una immortale quindi. Però la mossa che la visione gli aveva suggerito non lo entusiasmò, ma si fece coraggio.
«Ci tenete proprio affinché muoia?» disse rivolgendosi al tipo alto due metri che rise sempre più soddisfatto della resa del nemico.
Dafny si allarmò. "Ma che cosa vuole... non vorrà mica uccidersi!" si tappò la bocca sgomenta, gli occhi irritati dal freddo.
«Prima mi piacerebbe sapere chi sei. Steve, questo qui non parla, vuoi dirmelo tu qual è il suo nome?»
«Frequentiamo la stessa scuola, è vero, ma non gli ho mai rivolto la parola...» disse quello con voce mal ferma.
"Quindi sul serio mi sta coprendo... ora non ho tempo." Lanciò la spada in alto facendola roteare all'impazzata. Petali di neve scesero leggeri e silenziosi e tutto intorno divenne lentamente bianco.
La spada cessò il moto rotatorio e una volta raggiunto l'apice dell'altezza del lancio, si stabilizzò verticalmente e precipitò con la punta rivolta verso il basso diretta a Yuri che già aveva offerto il petto come fodero.
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Il Meccanismo Incantato
FantasyLe avventure de I Semidei di Asteria continuano! siete pronti? Oh! C'è qualcuno che non ha seguito le vicende precedenti? Niente paura, vi basta prendere un po' di tempo, ce ne vorrà poco lo prometto, e se siete alla ricerca di avventure, comicità e...