Pov. Y/n
Ero circondata dal buglio, nessun elemento era lì presente attorno alla mia figura distesa su un pavimento praticamente inesistente. Provai a parlare per chiedere aiuto ma non ci riuscì, provai ad alzarmi ma il mio corpo non rispondeva ai comandi ed era molto pesante. Ero spaventata da ciò che mi circondava, perché era come stare in luogo ma senza starci perchè effettivamente li non c'era nulla! Non cerano pareti per indicare che fossi in una stanza, non cera il pavimento per indicare che ero su una superficie solida. Non sentivo nemmeno bagnato giusto per dire, 'allora sto galleggiando nell'acqua ed ecco perché non ci sono pareti o un pavimento solido', allora li mi chiedo, perchè non percepivo nulla!? Era come stare nello spazio infinito ma senza soffocare per la mancanza di aria! All'improvviso sentì dei passi leggeri, non poteva essere né una donna e ne un uomo. Mi spuntò un volto arrotondato con delle guanciotte carine tendenti al rosso e degli occhi brillanti pieni di speranza per il mondo e che mi fissavano insistentemente. Volevo chiedere chi fosse ma non riuscivo a parlare era frustrante.
"Tu non sai perché sei qui vero?" Chiese la bambina lì difronte a me. Aveva centrato in pieno il mio problema eppure lei come faceva a saperlo? E poi perchè mi sembra così familiare?
"Adesso ti mostrerò perché sei qui. Premessa però, non devi spaventarti e anche se provassi ad interagire col mondo circostante a te non cambierebbe nulla" disse per poi toccarmi la fronte con la sua manina, per ritrovarmi subito dopo in un altro luogo che non era più quella "stanza" in cui stavo prima.
Adesso mi trovavo in una culla, avvolta in delle morbide coperte e circondata da dei peluche. Non era la mia stanza e non era l'orfanotrofio. Dove ero finita? Perchè mi trovo qui? All'improvviso vidi una porta aprirsi e subito dopo comparire la figura dello Slenderman, non so perché ma mi misi a piangere come se ne fossi terrorizzata. Lui però mi prese in braccio e provo a coccolarmi come per dire che tutto andava bene e che non mi avrebbe fatto nulla, ma io continuavo imperterrita a piangere anche se io non avevo paura. Perchè piangevo? Perchè non riuscivo a smettere? Subito dopo vidi da dietro la spalla dello Slenderman suo fratello Offenderman.
"Non credo sia ancora pronta per stare tra noi" gli disse in modo serio, cosa alquanto strana dato che non l'ho mai visto così. È quasi inquietante vedere un aspetto di lui che non sia perverso.
"Non ho intenzione di portarla all'orfanotrofio, si deve solo adattare" rispose Slendy a sua volta stringendomi di più a se.
"Fa male ma sarà anche peggio se la tieni! Probabilmente non è ancora psicologicamente pronta per stare con noi. Per un pò dovrà stare lì con altri bambini. E poi tornerai a prenderla" rispose a sua volta il fratello.
"E se qualcuno la adotta? Non ci hai pensato?" Chiese, un po come botta e risposta un gioco di comunicazione simile a questo.
"C'e la riprendiamo? Basterà mettere qualcuno a sorveglianza! E poi comunque lei starebbe meglio li anche per il motivo che e decisamente più sicuro" finisce guardandolo dalle spalle.
"Ci penserò..." fu l'ultima cosa che sentì finché non mi ritrovai all'improvviso nell'orfanotrofio. Mi iniziai a muovere,evidentemente nel corpo in cui mi trovavo avevo appena imparato a camminare dato che barcollavo tutta. Vidi la stanza in cui mi ritrovavo ricoprirsi di nero e delle ombre avvicinarsi a me lentamente, mentre dalla paura mi mossi, per quanto potessi, più velocemente possibile ad un possibile nascondiglio. Chiusi gli occhi sperando che se ne andassero lasciandomi così stare, quando sentì un rumore di vetro infranto e a causa di quel rumore improvviso io aprì gli occhi. La stanza era tornata normale, non cera più nero intorno a me. Cera solo un ragazzo dalla felpa gialla con una maschera dallo smile con il sorriso all'ingiù.
"Tu chi sei?"chiesi un po' timorosa, però non so nemmeno perché l'ho chiesto! Insomma, è evidente che quello è Hoodie!
"Per ora ti basta sapere che sono una specie di angelo custode nei tuoi confronti" disse accarezzandomi la testa. Quando lo vidi alzarsi e allontanarsi da me lo seguì e mi aggrappati alla sua manica, sentivo che non volevo essere lasciata da sola di nuovo.
"Non ti preoccupare, se quella cosa tornerà di nuovo ci sarò qui io a proteggerti" disse per poi liberarsi dalla mia presa e andarsene.
'Credo di aver capito dove sono' mi dissi nella testa, mentre intorno a me si fece di nuovo nero e per ritrovarmi così davanti a quella bambina fino ad ora rimasta sconosciuta ai miei occhi.
"Tu sei me e io sono te vero?" Chiesi un pò in certa, "sì io sono te ma preferisco che tu mi conosca come il tuo subconscio. Lì fuori stanno combattendo una guerra, hanno bisogno anche di te" disse guardandomi.
"Come? Io non sono così brava come lo sono loro..." dissi triste.
"Lo dici tu! E comunque anche per un solo uomo in più in guerra si può fare la differenza per la vittoria" disse guardandomi. Annuì e a quel punto mi svegliai. Mi precipitai alla svelta di fuori, constatando che il mio subconscio aveva ragione, la guerra era nel bel mezzo dello svolgimento.