Capitolo 2

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Il ragazzo dai capelli color dell'oro scoppiò in una fragorosa risata che mi allegerí il cuore. "Vorresti guidare una moto tu, davanti tutta la scuola? " alzai gli occhi al cielo, sapendo che non aveva torto...
"Dammi il casco e andiamocene da qua." sbuffai come una bambina, lui sorrise, mi rubò un bacio a stampo e poi mi passò un casco integrale, lo indossai scuotendo la testa per levarmi i capelli davanti e non appena entrambi fummo sulla moto, allacciati le mie braccia intorno al suo busto muscoloso, mi beai del suo calore.
Sentii uno dei miei rumori preferiti, il rombo del motore, poi diede gas e sfrecciammo lungo le strade della città di Detroit.
Il vento che si scagliava contro il mio corpo mi mandava in estasi, l'adrenalina e la voglia di poter guidare crescevano, minuto dopo minuto in me, e quando finalmente arrivammo alla Base, ormai lontani da occhi indiscreti mi sentii libera.
Mi tolsi il casco e buttai un urlo.
"Tutto bene Mad?" domandò Ashton con un'espressione strana, che ormai aveva posteggiato la moto, io annuii contenta.
"È difficile avere due vite, ed in più sono in astinenza..." mi morsi la lingua, da nervosa non mi avrebbe mai permesso di guidare la sua moto, lo conoscevo abbastanza,  infatti lo vidi sospirare pesantemente.
"Devi allenarmi Ash, abbiamo solo cinque giorni, e non stiamo parlando più della categoria donne, delle corse a cui ho partecipato fino ad oggi, non si tratta della Pink Run, ma della Dark Run, la competizione aperta a tutti più grande e pericolosa di Detroit. " A parlare finalmente di ciò che stava accadendo mi sentii una bambina euforica per l'arrivo del natale, ma io non ero quella bambina da tempo ormai. "Ti ho già iscritta e sappi che c'è Michael e ci saranno persone pericolose," un colpo al cuore, perché lui no? Doveva gareggiare.
"E tu? " chiesi curiosa, appoggiandomi alla sua moto, guardò in basso i suoi piedi.
"Io ti alleno, ti allenerò , perché questo è il tuo anno." potrei giurare che la sua voce tremava; per lui, come ormai anche per me, la moto, la corsa erano tutto. Gli andai vicina e gli allacciai le braccia al collo, ci guardammo negli occhi.
"Sei il campione in carica della Dark Run, sei davvero sicuro di non voler gareggiare quest'anno?" alzò il viso e vidi i suoi occhi, lucidi, come in procinto di piangere, ma annuì comunque, perché Ashton Irwin, non si abbatteva, non piangeva, era forte, un motociclista eccezionale e il mio ragazzo.
"Sei la motociclista in cui credo, nonostante tuo fratello, e altri soggetti poco affidabili e bravi, davvero bravi..." ridacchiai e scossi la testa, incollando poi le nostre fronti.
"Sei bravo, a non mettermi ansia," lo sbeffeggiai, e lui in tutta risposta mi baciò, non era uno dei nostri soliti baci, passionali, era un bacio come a dire 'insieme'.

Il telefonò mi squillò, interrompendo le stupide regole che mi stava imponendo Ashton su come maneggiare la sua moto, il nome che lampeggiava sullo schermo era quello del mio colorato fratello e non protetti non rispondere.
"Mike" risposi, alquanto annoiata, tenendo in silenzio Ashton, letteralmente gli avevo messo una mano sulla bocca.
"Dove sei?" sì, era incazzato, e neanche poco. 
"Sono con Ashton" deviai la domanda, dicendo una mezza verità.
"Luogo!" esclamò alzando notevolmente la voce tanto che dovetti allontanare il cellulare dall'orecchio e sospirare.
"La Base, Michael, volevamo stare soli, quindi, a stasera!" riattaccai, e misi il cellulare nella tasca dei jeans "Fammi guidare questa benedetta moto," dissi sconcertata infilandomi il mio casco e tendendo una mano verso il ragazzo, aspettando che mi desse le chiavi. Il suo viso non era d'accordo.
"Vengo con te, così ti metterò sotto sforzo fisico e psicologico, e forse riuscirai a vincere, forse." mi passò le chiavi, e poi salì alle mie spalle, circondandomi il busto con le sue braccia che io ammiravo tanto, misi le mani sulla frizione e l'acceleratore e feci rombare il motore, poi partii, era bello stare in moto, guidare .
Ma non se Ashton ti diceva dove andare, sterzare o come prendere le curve solo un attimo prima di quando dovevo metterlo in pratica, era stressante e pericoloso, e questo era solo il primo allenamento, e per quello che mi aveva raccontato della Dark Run, quello che stavo facendo io era davvero nulla.

Dopo due ore, tornammo alla Base, scese dalla moto e io lo seguii, si tolse il casco e lo poggiò a terra, io feci lo stesso, lui si avvicinò a me, cautamente e mi strinse in un abbraccio. Era rilassante e chiusi gli occhi per godermi il momento.
"Sarai ancora viola, sabato?" non sciolse l'abbraccio, era un momento nostro, e nessuno dei sue voleva interromperlo.
"Si , ho vinto quattro volte su cinque con il viola, quindi, perché cambiare il colore vincente?" gli accarezzai piano la schiena, salendo e arrivando ai suoi capelli, corti alla base, ma che mi avevano sempre fatto impazzire per la morbidezza.
"Bene, perché mi piacciono davvero tanto," mi sussurrò per poi darmi un bacio sulla tempia e sciogliere l'abbraccio "Ti porto a casa, o tuo fratello inizierà a sospettare qualcosa" annuii, e rimettemmo i caschi per la centesima volta quel pomeriggio.

La strada che divideva la periferia di Detroit dalla parte residenziale ricca, era davvero deserta quel pomeriggio, e in un quarto d'ora fui sul vialetto di casa mia, non molto lontana da quella di Ashton; il biondo sparì subito dopo avermi fatto scendere dal veicolo e io sospirai, che strana relazione che avevo con lui: come un po' con tutti gli individui della terra, ma lui, conosceva entrambi i miei lati, e li aveva sempre accettati, senza fare domande. Un po' come me, che non facevo domande sul suo lavoro, guadagnava bene ed era un campione nelle corse clandestine, sapevo questo di lui, in un anno, solo questo ero riuscita a scoprire.
Ma vederlo sfrecciare sulla sua moto gialla mi faceva stare tranquilla, perché sapevo che nonostante tutto sarebbe tornato, dopo quanto, non lo sapevo, ma ci sarebbe stato nella mia vita.
Entrai in casa, convinta di non trovare anima viva, invece uno schiamazzare proveniva dal salotto, così ci andai, una testa rosa e una castana riccioluta.
''Harry, Michael...'' mi parai davanti a loro per il puro piacere di dargli fastidio, e di fargli notare la mia presenza.
''Piccola Clifford!'' sorrise malizioso il manager e migliore amico di mio fratello, ricambiai il sorriso, con Harry era così, un continuo battibeccare.
''Taglierò i gioielli di famiglia ad Ashton se ti fa avvicinare alla Dark Run sabato, lui gareggerà?'' mio fratello, la sua finezza e il suo perenne avere un doppio scopo in tutto mi fecero scuotere la testa, divertita.
''No, non gareggerà, ma io sabato ci sarò e tu non me lo impedirai.'' incrociai le braccia al petto e sfoderai la mia maschera di sfida, mentre io e mio fratello ci guardavamo negli occhi.
''Dagli spalti, piccola Clifford, puoi fare ciò che vuoi'' si intromise Harry passandosi una mano tra i capelli,  lo guardai male.''Comunque complimenti per sabato scorso, battere Mali-Koa Hood, non è facile.''sorrisi soddisfatta, Mali era una delle più breve motocicliste di Detroit, la ragazza che aveva vinto più volte e io l'avevo battuta già 4 volte.
''Sabato sarò in prima fila'' dissi alludendo alla mia postazione di partenza per la corsa, ma loro non avevano ancora capito di quale prima fila io stessi parlando, ed era completamente diversa da quella che pensavano loro.

------ REVISIONATO
EII.
CIAO.

Allora, capitolo due, si che è tutto un pò confuso ancora, ma avrete tutte le spiegazioni andando avanti.

Ashton e Madison, sono una specie di coppia, molto alternativa

Ashton ha 21 anni , i suoi tatoo, i capelli come nell'era di youngblood ricciolini color miele.

Non mi dilungo

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Non mi dilungo. 

Alla prossima.

Dark Run || L.H.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora