Ogni volta che faccio gli squat, rimpiango il giorno in cui mi sono iscritta in questa palestra. Sento le gambe bruciare, i glutei tirare e il resto del corpo distruggersi.
Cesare mi aveva detto " se fa male, allora funziona." ma penso di non riuscire a sopportare più tutti questi dolori, anche perché il giorno dopo, è anche peggio.
Ultima serie, posso farcela, ancora uno sforzo e avrò finito, ormai ho gli occhi chiusi, quasi a volermi dare la carica
Meno tre, meno due, l'ultimo... Ho finito.
Riprendo fiato, apro gli occhi, fisso lo specchio davanti il quale sono e mi prende un colpo.
- Sei brava. - sorride beffardo.
Il riflesso dello specchio mostra la mia persona, sfinita dallo sforzo e poco più dietro Dario, che mi guarda da testa a piedi, con le braccia conserte e un sorrisino malizioso.
- Nuovo iscritto? - gli dico voltandomi verso di lui.
- No, sono venuto solo a farmi un giro. - ancora sorride.
- Ma potrei farci un pensierino. - conclude.
- Non sembri un tipo da palestra. -
- Hai ragione, ma potrebbe cominciare a piacermi. - mi si avvicina pericolosamente, tanto da sentire forte il suo odore, mi fissa negli occhi.
Gli stessi occhi profondi che prepotentemente si fanno spazio nella mia mente ogni volta che chiudo i miei e provo a rilassarmi.
Poggia una sua mano sul mio braccio, delicatamente.
A quel contatto però mi ricordo di Rachele.
- Che fai? - gli chiedo.
- Permettimi di starti vicino, aiutami a rapportarmi con le mie emozioni. -
Il suo tono gentile mi fa pensare che in fondo non c'è nulla di male, devo solo essere più aperta alla sua persona, non ha mai ucciso nessuno fare amicizia.
- Vedremo. - indietreggio quasi a volermi salvare da una situazione pericolosa.
- Posso offrirti un caffè questa sera? - l'invito un po' mi spiazza, lo guardo incerta sul cosa dirgli, ma ho davvero un problema enorme con questo ragazzo, sembra quasi che io sia incapace a dirgli di no e la sua presenza così vicina alla mia, rende il tutto ancora più difficile.
- Certo. - è l'unica cosa che posso dirgli.
Ci organizziamo con l'orario, il posto, e riesce anche a lasciarmi il suo numero di telefono.
Ci salutiamo prima che io possa continuare con i miei esercizi e appena si allontana finalmente riprendo a respirare.
La sua presenza è come se mi facesse andare in apnea, come se avessi paura di sbagliare e dovessi fare tutto a passi piccoli pur di non cadere in qualcosa che è più grande di me. Cosa mi prende?
Ritorno a casa e alla velocità della luce mi lavo, mi vesto e mi preparo per uscire. Prima di avviare il motore della macchina però decido di mandare un messaggio a Valeria.
[ Esco con Dario. ]
Non so perché effettivamente io abbia avvisato la mia amica, forse per avere un appoggio, un permesso, qualcosa che mi faccia capire che non c'è nulla di sbagliato.
La risposta non tarda ad arrivare.
[ Valeria:
Non fare stronzate.]
Bene, non è proprio ciò che mi aspettavo.
Parto, arrivo al bar, parcheggio e nell'entrare vedo Dario già seduto ad uno dei tavolini, vado verso di lui, che appena si accorge di me comincia a sorridere e in quel momento penso che è davvero un bel ragazzo.
Sono seduta, faccia a faccia con il suo sguardo.
- Allora... - comincia lui. - Mi parli un po' di te? -________
Salve a tutti.
Come sempre spero che la storia vi piaccia e se volete lasciare commenti a me fa piacere rispondervi. Secondo voi, cosa succederà?
Passate una buona giornata.
Ciaoooooo.
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Caro D(i)ario. /COMPLETA/
FanfictionSei l'oceano, mi hai trascinato dentro e poi mi hai spinto fuori, e nonostante tutto, in te vorrei affogare.