25.

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È notte fonda, sono a letto e sto dormendo, quando all'improvviso sento un rumore.
- Ho dimenticato di spegnere il telefono. - ormai parlo da sola.
Apro gli occhi e la prima cosa che vedo prendendo il cellulare, che ho sul comodino di fianco a me, è l'orario: 04.37.
Siamo matti?! Ma a quest'ora la gente non dorme?!
Mi passo una mano sul viso per cercare di svegliarmi meglio, ma la cosa non funziona tanto bene e in un istante mi ritrovo a dormire nuovamente, con la mano ancora in faccia e il telefono nell'altra.
Suona la sveglia e capisco in quell'istante di essermi riaddormentata come una sciocca.
Sono le 7:00 e tra un'ora devo essere a lavoro, quindi mi alzo, vado in bagno a lavarmi, mi vesto e mi trucco giusto quel che serve per coprire le occhiaie e non sembrare uno zombie in ufficio, faccio colazione e esco.
Ormai l'aria di Bologna è gelida, manca poco più di un mese a Natale e le strade sono già completamente addobbate e si respira l'aria festiva in ogni angolo della città, anche se in cuor mio non ho nulla da festeggiare.
Affondo il viso nella sciarpa di lana e durante il tragitto non faccio altro che pensare.
Arrivo in ufficio, guardo il calendario: 20 novembre.
È strano come il tempo passi in fretta, ma allo stesso tempo vada a rilento, tanto a rilento che le ore in ufficio sembrano interminabili.
I miei colleghi mi fissano, probabilmente hanno capito che qualcosa in me non va, nessuno però ha fatto domande, in realtà non ho rapporti molto confidenziali in questo posto e in fondo mi va bene così.
A fine giornata, quando sono pronta per andare a casa, prendo la mia roba e appena arrivo alla macchina cerco le chiavi nella borsa, qualcosa però richiama la mia attenzione.
Il mio telefono si illumina e in quel momento un flash appare nella mia mente, questa notte ha vibrato e io non ho letto il messaggio. Prendo le chiavi entro in macchina e poi sfilo il telefono dalla borsa. Apro la notifica.
[Dario:
Non riesco a dormire, perché penso.
Penso che spesso dovrei stare zitto.
Penso che spesso dovrei parlare.
Penso di essere eccellente nel rovinarmi la vita.
Penso di non sapermi tenere le cose belle.
Penso che mi odi, e hai ragione.
Penso di aver sbagliato, ma non nel modo in cui pensi tu.
Penso che mi piaci e non te l'ho mai detto.]
Un tonfo al cuore, i brividi su tutta la pelle.
Leggo quelle parole ancora e ancora e anche se non in modo fisico, sento dolore, profondo dolore.
Vado a casa, salgo le scale e prendo il diario.

20/11
Caro diario,
Sono stanca.
Sono mesi ormai che cerco di trovare una soluzione a tutto questo, qualcosa che possa aiutarmi in questa situazione.
È entrato nella mia vita, devastandola, un fiume in piena che mi ha travolta, in bene ma anche in male.
Ora so cosa è questa sensazione, ma ho capito anche cosa significa lottare. Ci ho messo me stessa e ancora ci provo, ma sono stanca e forse sto per cedere.
E se fa davvero così male, allora deve essere per forza amore.

Metto il punto, e ora?

Caro D(i)ario. /COMPLETA/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora