12.

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Ho deciso di tornare in palestra e riprendere a comportarmi in modo normale e naturale nei confronti di Dario, anche se stargli vicino diventa sempre più difficile.
Mi avvicino alla sala dove dovrò fare gli esercizi oggi e una voce familiare urla il mio nome.
- Sofia, che fine avevi fatto? - Cesare ha sempre questo modo di fare complicato da capire, perché è un tipo simpatico che sa scherzare, ma con dei piccoli dettagli che lo fanno sembrare scazzato. Quindi nonostante scherzi, sembra quasi voglia prenderti a pugni da un momento all'altro e la cosa mi diverte.
- Ho avuto da fare, ma sono tornata. - gli dico abbracciandolo per salutarlo.
- Dario credeva avessi abbandonato, ma sapevo che sei una che non molla. -
- Parli del diavolo e spuntano le corna. - gli dico, intravedendo da lontano il suo amico che con tutta calma si avvicina a noi.
- Buongiorno! - urla Cesare.
- Non è giornata. - lo fredda Dario. Si allontana.
Non ha nemneno salutato, è giusto passato vicino a noi per raggiungere la stanza nella quale dobbiamo fare pesi.
- Che gli prende? - mi chiede Cesare, ma non essendo a conoscenza di valide motivazioni, mi limito a fare spallucce.
- Avrà litigato con la ragazza. - dico nel dubbio
- Ma va, Dario non ha la ragazza. - afferma Cesare entrando.
A questo punto sarei curiosa di sapere se i suoi amici sono a conoscenza di Rachele, ma non sono affari miei e quindi mi limito al silenzio.
Entro anche io in sala e mi avvicino a Dario.
- Giornata storta? -
- Ti interessa? - chiede quasi retorico.
- Se così non fosse, non te lo avrei chiesto. -
Si volta a guardarmi, come se gli avessi detto qualcosa di strano.
- Ti interessa di me o lo fai solo per farmi parlare delle mie emozioni, come ti ho chiesto? -
- Non essere stupido, lo sai che mi interessa di te. -
A quelle parole mi sorride e inaspettatamente mi abbraccia.
Lo lascio fare, perché ne ho bisogno e perché mi piace, sia la situazione che si è creata, sia lui.
- Allora? Hai intenzione di dirmi che ti prende? - gli chiedo mentre siamo ancora abbracciati.
- Solo se questa sera esci con me. -
Questo invito a sorpresa mi fa alzare lo sguardo verso di lui.
- Uscire in che senso? -
- Io e te, una birra e una passeggiata per i portici. -
Come sempre, non so dirgli di no e alla fine annuisco.
Lui ne sembra felice perché sorride e mi stringe ancora di più tra le sue braccia.
- Avete finito di sembrare due fidanzatini? - urla Cesare dall'altra parte della stanza. - I pesi vi aspettano. -
Non posso fare altro che sorridere della situazione, così mi stacco da Dario e con una pacca sulla spalla lo incoraggio a fare ciò che ci ha detto Cesare.
Dario lo guarda male e a malincuore si allontana da me per cominciare a fare attività fisica.

A fine esercizi siamo tutti e tre lerci di sudore e così tra qualche risata ci dirigiamo verso gli spogliatoi per farci la doccia.
Mi lavo, mi asciugo e una volta uscita, aspetto i ragazzi che inaspettatamente ci mettono più tempo di me, ma giuro che l'attesa ne vale la pena.
Vedo prima Cesare venire verso di me che sorride e esattamente dietro di lui, Dario, che è ancora senza maglia, e questa volta non posso fare altro che apprezzare la situazione.
La visione del suo corpo mi fa probabilmente un effetto incontrollabile, tanto da sentire il fuoco bruciarmi le guance. Abbasso il volto per evitare che Dario possa vedere che sono rossa in viso, ma come sempre a Cesare non sfugge nulla.
- Attenzione Sofia, devo chiamare i pompieri? - Ride di gusto e si allontana.
Dario invece resta di fronte a me, costringendomi ad alzare il viso e a guardarlo.
- Ah quindi ti faccio effetto?! -
- Stupido! - gli dico voltandomi per uscire.
Lo sento ridere e anche se in completo imbarazzo, viene da ridere anche a me.
Bella idea tornare in palestra.




Caro D(i)ario. /COMPLETA/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora