14.

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Dario è ad un soffio dal mio viso, ma ho bisogno di fargli capire che con me le cose non sono così semplici. In un attimo, prima che lui possa fare l'ultimo sforzo e toccare le mie labbra, mi stacco e mi allontano.
- Che fai? - sgrana gli occhi, deluso dalla situazione.
La sua espressione mi fa ridere.
- Lo vuoi davvero? - lo stuzzico.
- Che domanda sarebbe? -
- Rispondimi! - la pioggia si fa più forte.
- Certo che voglio, non ho aspettato tutto questo tempo per nulla. - 
- Allora non sarà facile. - ormai c'è un diluvio.
- Che significa? -
- Se davvero vuoi, dovrai bagnarti un pochino. - nemmeno il tempo di farlo realizzare ed esco dal portico sotto il quale siamo, in un attimo sono sotto la pioggia che batte forte, la sento su tutta la pelle e vedo Dario guardarmi con uno sguardo stralunato.
- Quindi? Che intenzioni hai? - lo stuzzico ancora di più.
- Ti sei pazza! - sorride. - Mi piace. -
In poco meno di un secondo me lo ritrovo ad un centrimetro dal naso, anche lui sotto la pioggia di Bologna.
Gli porto le mani alla nuca, e lui mi cinge la vita, sorridiamo e ci osserviamo.
- Che aspetti? - gli dico e quelle sono le ultime parole.
Mi bacia, mi stringe, mi fa esplodere il cuore.
Siamo bagnati fradici, ma sembra quasi che la cosa non abbia importanza.
Non ha mai detto di provare qualcosa per me, ne tanto meno l'ho fatto io nei suoi confronti, ma come disse lui un po' di tempo fa, ci attraiamo, esattamente come due magneti e in questi casi le parole forse servono a poco.
Avevamo entrambi un motivo per non stare vicini, e il motivo si chiamava Rachele, ma adesso non ha più importanza e anche se forse la situazione sarà imbarazzante, non m'importa, ne vale la pena.
Si stacca, mi prende la mano e mi riporta sotto al portico.
- Ci verrà la febbre. - ammette, prima di baciarmi ancora.
- Non mi importa. - gli dico, sorridente, sulle sue labbra.
Mi accarezza il viso, mi tiene ancora la mano e mi bacia con un tocco delicato che è completamente l'opposto di ciò che immaginavo da un tipo come Dario, ma mi piace.
Restiamo così per un bel po', come dei ragazzini di 15 anni alla prima cotta, che non riescono a staccarsi, con lo stomaco sottosopra e gli occhi brillanti.
La pioggia piano piano comincia a diminuire e il leggero venticello dei primi di ottobre si fa sentire sulla pelle bagnata.
A quel punto ci rendiamo conto di dover rientrare perché comincia a fare veramente freddo.
Così mano nella mano ci dirigiamo alle nostre macchine, scambiandoci ogni tanto uno sguardo e qualche altro bacio.
- Ho da chiederti una cosa. - dice.
- Dimmi tutto. - gli sorrido.
- Ti da fastidio la barba quando ci baciamo? Posso anche toglierla.. -
- NO! - lo blocco subito. - Non farlo. - scoppia in una risata.
- Potrai toglierla solo quando non avrai più nulla a che fare con me. - gli dico sorridendo.
- Allora spero mai. - dice stringendo la mia mano, quasi a voler sigillare qualcosa che sta per nascere tra di noi.
Ci salutiamo con non poche difficoltà, tristi del fatto che la serata è giunta al termine, ma felici di tutto quello che è successo.
Entro in macchina, guido verso casa, entro e subito vado nella mia stanza, apro il cassetto del mio comodino, ho bisogno di scrivere.

3/10
Caro diario,
È successo!


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Salve a tutti!
Ecco il capitolo che in molti aspettavano, è sinceramente anche io.
Spero vi piaccia, fatemi sapere e soprattutto, cosa succederà ora?
Ciaooooo.



Caro D(i)ario. /COMPLETA/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora