Ieri sono tornata a casa tardi e, non sapendo se Dario fosse ancora da Rachele, sono rientrata a casa attivando la modalità "ninja silinziosa" ai miei piedi. Era davvero tardi, dato che ho vagato per quattro ore senza sapere che fare e dove andare, quindi credevo che dopo tutto quel tempo lui fosse andato via.
A quanto pare no.
Appena rientro, nonostante sia stata super silenziosa, dopo più o meno un quarto d'ora sento le sue nocche battere sulla porta.
È un ottimo modo per farsi riconoscere, caro Dario, e soprattutto mi aiuta a capire che non devo aprirti.
Bussa ancora una volta, poi ancora e ancora. Fin quando il telefono vibra ed è lui.
[Dario:
Lo so che sei in casa.]
Mi trovo in difficoltà, alla fine dei conti lui mi ha detto di non provare nulla per lei, ma se vuole farle visita, io non sono nessuno per impedirglielo, tanto meno posso pretendere nulla da loro.
Decido di rispondere.
[Scusami, ero in doccia, se sei qui ti apro.]
E il suo messaggio non tarda ad arrivare.
[Dario:
Fai con calma, aspetto qui fuori.]
Mi spoglio in fretta e furia, lascio l'intimo e mi copro con un accappatoio. Dovrò pur fagli credere la mia bugia.
Mi dirigo all'entrata e apro e lui e ancora lì.
- Scusa l'attesa - affermo.
Ma come se lui non mi avesse ascoltato, se ne esce con una domanda pungente.
- Sei gelosa? -
Il cuore mi comincia a battere forte.
- Come scusa? - gli chiedo facendo finta di non aver capito.
- Ogni volta che Rachele sbuca nei nostri discorsi, ti comporti da ragazza gelosa. - dice, mentre pian piano si fa spazio per entrare in casa mia, senza che io gli abbia dato il permesso, in verità.
Chiudo la porta, se dobbiamo parlare di lei, non voglio possa sentire le cose che ho da dire.
- Non sono gelosa, vorrei solo che non la ferissi. -
- Io e lei abbiamo un rapporto strano. Non la sto facendo soffrire. -
- Allora non venire più da lei. Se non provi nulla, non è giusto lasciare che si innamori di te. -
- Ti da fastidio? - mi dice e ancora una volta si sta avvicinando al mio viso.
- Non mi da fastidio. - mento. - Ma è mia amica, non deve soffrire. -
Lo vedo alzare la sua mano e passarmela sul collo, poggiarla delicatamente e lasciar scivolare il suo pollice sulla mia guancia.
- Non sta soffrendo, posso giurartelo. -
La vicinanza che crea, diventa ogni volta più pericolosa.
- Se ci vedesse così vicini, probabilmente le darebbe fastidio. -
- A te da fastidio? - le sue risposte sempre pronte e le sue domande sempre così mirate, mi fanno imbestialire, ma allo stesso tempo mi fanno capire quanto fascino può nascondere questo ragazzo.
- Non si tratta di me, Dario. - faccio un passo indietro e mi volto. Devo respirare.
- Adesso devo tornare a casa. - mi dice avvicinandosi alla porta, mentre lentamente si mette le mani in tasca.
Lo guardo e lui fa lo stesso con me.
- Ho scelto te per parlare delle mie emozioni perché credevo potessi aiutarmi, e la cosa mi piace, mi da una mano per davvero, riesco a elaborare le cose e a renderle vere, invece che scriverle solamente. Ma voglio sapere se a te la cosa va ancora bene o se dobbiamo lasciar stare. -
- Certo che mi va bene. - non riesco a dirgli di no.
- Ne sono felice. - mi sorride sincero. - Quindi per favore smettila di mentire, lo so che non hai abbandonato la palestra e so anche che non eri in doccia prima. - mi sorride ancora di più e in modo scherzoso, di riflesso lo faccio anche io nel costatare che sono proprio negata con le bugie.
- Ah e soprattutto, lo so che sei un po' gelosa. - mi prende alla sprovvista.
- Tutte mi vogliono. - ride.
Per fortuna sta scherzando, o forse no.
Alla fine mi saluta con un semplice "ciao" e va via.
A causa di ciò, questa mattina sono corsa da Valeria e le ho detto tutto.
Non ha reagito proprio bene.

STAI LEGGENDO
Caro D(i)ario. /COMPLETA/
Hayran KurguSei l'oceano, mi hai trascinato dentro e poi mi hai spinto fuori, e nonostante tutto, in te vorrei affogare.