26/09
Caro diario,
È strano cominciare a scriverti il 26 settembre, ma le parole di Dario mi hanno convinto a tal punto da non poter far altro che comprare un'agenda e cominciare a buttare giù parole.
Ciò che è successo ieri ha scatenato in me qualcosa, che penso valga la pena essere scritto.
Conosco Dario da relativamente poco, eppure, non so perché il suo carisma mi ha catturato, tanto da permettergli di strapparmi via esperienze personali che non direi mai ad uno "sconosciuto".
Inoltre penso che volesse baciarmi, non ne ho la certezza, ma nel dubbio ho evitato, perché non vorrei mai creare problemi tra lui e Rachele, sono estremamente carini assieme.
Altra notizia importante, questa mattina sono andata in palestra e indovina, caro diario, chi si è iscritto?
Sisi proprio Dario.
Me lo sono ritrovato in tuta mentre sollevava pesi e non ho potuto fare altro che sorridergli.
Non abbiamo parlato, non mi sono avvicinata, né tantomeno lo ha fatto lui.
Ma devo ammettere che mi sono trattenuta.
Cesare invece è venuto da me a vedere come procedeva la mia "situazione disperata in palestra" come gli piace chiamarla.
Ho anche chiesto di Francesco, ma Cesare ha dato la sua sentenza: Il povero Francesco ha deciso di abbandonare.
Sapevamo entrambi che non sarebbe durato a lungo e su questo abbiamo riso per un bel po'.
Appena avrò altro da dirti caro diario, scriverò ancora, ma devo dire la verità, forse è vero che questa cosa può alleggerirmi l'anima.
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Ho finito di scrivere, metto un punto alla prima pagina del mio diario, ed è proprio vero, mi sento sollevata ed è tutto lì nero su bianco.
Mentre poso l'agenda nel cassetto del comodino, il telefono mi vibra e spero con tutto il cuore non sia il mio capo che ancora ha da ridire sui documenti di oggi.
[ Dario:
Oggi non ho voluto disturbarti, sembravi davvero determinata e concentrata negli esercizi.
Volevo però avvisarti che tra 10 minuti sarò fuori la porta di casa tua. Ho delle cose da dirti.]
Leggo il messaggio e controllo l'orario, cosa vuole dirmi Dario alle 23.40 di sera? Ma soprattutto perché vuole parlarmi da vicino?
Non gli rispondo, ma aspetto comunque il suo arrivo, vicino la porta, pronta ad aprire.
Non vorrei mai che Rachele lo vedesse, potrebbe pensare qualsiasi cosa.
Poco dopo, puntuale come un orologio svizzero, sento le nocche battere contro il legno secco della mia porta e ancora una volta mi chiedo: perché mai non suona il campanello?
Apro e lo vedo guardarmi dall'alto, come suo solito fare.
- Posso? - la sua voce è profonda, forse anche più del solito.
Gli faccio cenno di entrare e poco dopo ci troviamo seduti sul divano di casa mia.
- Posso offrirti qualcosa? - chiedo da buona padrona di casa.
- No, ascolta, dobbiamo parlare. - mi risponde secco, quasi come se fosse qualcosa di urgente e necessario.
- Dimmi pure. -
- La situazione per me è complicata. - si porta una mano sulla barba che è diventata notevolmente folta.
- Ho deciso che tu dovevi essere la persona che deve aiutarmi con le mie emozioni, quindi ho bisogno di parlare e non di chiudermi in me stesso. - con lo sguardo seguo la sua mano, che ancora accarezza il suo viso.
- Ho difficoltà a dirti queste cose, perché non vorrei mai metterti in condizioni spiacevoli. Non so cosa ti ha detto di me Rachele... - appena pronuncia il suo nome il mio sguardo si sposta ai suoi occhi.
- Io non provo nulla nei suoi confronti, ma credo che lei abbia frainteso le mie azioni. - un fulmine a ciel sereno.
- Io credevo ci fosse qualcosa tra di voi. - ammetto.
- No, nulla. - appena pronuncia queste due paroline, le sue mani si spostano sulle mie, prendendole e tenendole.
- Ho cominciato a frequentarla qualche tempo fa, ma non è ciò che pensa. - questa frase mi colpisce.
La mia vicina di casa era probabilmente accecata dalla voglia di avere un ragazzo da non rendersi conto che Dario in realtà non prova nulla per lei. La situazione si intensifica quando una delle sue mani delicatamente si sposta dalla mia e si posa sulla mia gamba.
- Non sono qui perché tu capisca, semplicemente avevo le mie ragioni e anche se lei ha frainteso, io non le avevo promesso nulla. In me non è scattato niente e non posso forzarmi. - mi dispiace per Rachele, ma in effetti al cuor non si comanda.
- Capisco. - gli dico.
- Adesso lo sai, questo è ciò che mi interessava. - termina.
Si alza dal mio divano e di riflesso lo faccio anche io.
- Si è fatto tardi e domani entrambi dobbiamo lavorare, quindi è meglio se vado. - allarga le sue braccia e in un istante i nostri corpi si avvicinano talmente tanto da sembrare una cosa sola. Sento le sue braccia stringermi e il suo calore diventare il mio.
È un abbraccio sentito, non frettoloso, ho il tempo di realizzare che il suo profumo si sta impadronendo dei miei sensi.
Quando ci stacchiamo lo vedo sorridere.
- Stai bene con la barba. - è l'unica cosa che riesco a dirgli.
Mi ringrazia e va via.
Appena chiudo la porta corro in camera, ho bisogno di scrivere ancora sul diario.________
SALVE!
Mi dispiace ma non sono riuscita a pubblicare questa mattina e dato che nei prossimi 2 giorni non posso pubblicare, ho preferito lasciarvi un capitolo anche se è un po' tardi. Perdonatemi.
Se volete, come sempre, fatemi sapere cosa ne pensate della storia, mi piace leggervi e rispondervi.
Ciaooo.
STAI LEGGENDO
Caro D(i)ario. /COMPLETA/
FanficSei l'oceano, mi hai trascinato dentro e poi mi hai spinto fuori, e nonostante tutto, in te vorrei affogare.