Il ritorno del re

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Boromir POV

Una grande folla era assiepata nelle cittadella. Mio padre, Gandalf e Aragorn stazionavano davanti alla porta. Io e Faramir stavamo defilati un po' a destra.

Nelle prime file vi erano re éomer con éowyn, Lilith, sua sorella Noral e tutti i vassalli di Gondor.

Mio padre pronunciò le antichissime parole di rito che il sovrintendente soleva pronunciare al ritorno del re. Erano secoli che nessuno le udiva. Non feci troppo caso alle parole e al tono aspro di mio padre: ero troppo perso ad osservare Lilith dopo che sua sorella l'aveva rapita per qualche ora per "metterti a posto come si deve". L'aveva costretta a mettersi un vestito rosso scuro, con un'ampia scollatura. Che abbracciava le sue forme fino alla vita per poi cadere vaporoso al suolo. I capelli erano raccolti in una treccia che le scendeva sulla spalla, lasciando fuori la treccina con il ciondolo e alcune ciocche ribelli che le incorniciavano il viso, leggermente truccato. Era bellissima. Faramir mi diede una discreta gomitata e a malincuore riportai l'attenzione all'incoronazione. Aragorn prese lo scettro del sovrintendente da mio padre ma poi a sorpresa glielo ridiede riconsegnandogli il ruolo di sovrintendente a lui e a tutta la sua linea per le generazioni a venire. Mio padre riprese lo scettro con uno strano sguardo, evidentemente non si aspettava di rimanere con un minimo di potere una volta tornato il re.

In quel momento Gimli si fece avanti con la corona dei Re di Gondor. Gandalf la prese e Aragorn si inginocchiò davanti a lui.

"Vengono ora i giorni del re" proclamò lo stregone "Che possano essere benedetti" concluse posando la corona sul capo di Aragorn. Il re si alzò e il giorno parve brillare di una luce nuova. Aragorn si girò con occhi scintillanti verso la folla che lo acclamò.  E così iniziarono i giorni del re. I festeggiamenti durarono giorni e si conclusero quando giunse una nutrita delegazione da Gran Burrone. Tra loro vi erano Re Elrond, ed i suoi figli: Ellanda, Elrohir e Lady Arwen. Aragorn coronò il suo sogno e sposò l'elfa nel giorno di mezza estate del primo anno della quarta era.

Da parte mia, passai i giorni dell'incoronazione pianificando i miei passi successivi con Faramir e Lilith. Avevo deciso di rinunciare al ruolo di capitano delle guardia e di successore del Sovrintendente, passando quegli incarichi a Faramir (previa autorizzazione del re) e di rendere ufficiale il mio fidanzamento con Lilith. Dopodiché sarei partito con lei, la sorella e la piccola guarnigione di Haradrim per la sua terra.

Restava da decidere la data del matrimoni: il nostro e quello di Faramir con dama éowyn.

"Lascia sposare tuo fratello prima" suggerì Lilith "tra Gondor e Rohan corre già buon sangue. Il mio popolo e il tuo invece penso abbiano bisogno di più tempo per abituarsi all'idea"

"Potremmo anche sposarci subito e presentargli il fatto compiuto" dissi stanco di giochi politici e di mio padre che continuava a ostacolare in ogni modo la nostra relazione. Una volta era arrivato addirittura a convocarmi per una riunione nel cuore della notte.

"Pazienza mio soldato" sussurrò lei sulle mie labbra "Tanto per noi non cambia più di tanto". Affondai le mani nei suoi capelli tirandola verso di me per baciarla. Ovviamente da lì al mio letto ci arrivammo in tempo zero.

Il giorno dopo entrammo mano nella mano nella sala del trono. Dama Arwen non c'era, solo Aragorn e mio padre erano presenti. Mi preparai allo sconto e sentii che Lilith mi stringeva un po' di più la mano, come a darmi coraggio. Per i Valar! Avrei fatto qualsiasi cosa per quella ragazza.

"Mio signore Aragorn, padre" mi rivolsi al loro quando giunsi ai piedi del trono. Mio padre guardava contrariato le nostre mani giunte.

"Sono venuto per rinunciare al mio titolo di capitano generale e di successore diretto del sovrintendente. Inoltre desidero ufficializzare il mio fidanzamento con Lilith e andare con lei in Harad".

Gondor e HaradDove le storie prendono vita. Scoprilo ora