La battaglia al fosso di Helm aka se muoio non voglio avere rimpianti

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Aragorn era "risorto" dal fiume in tempo per vedere un enorme esercito di Uruk-hai marciare verso il fosso di Helm. Isengard era stata completamente svuotata. Sarebbero arrivati di lì a poche ore. Che simpatico personaggio Saruman, pensai cupa. 

Il re ordinò che le donne e i bambini fossero mandati nelle caverne scavate nella montagna. Dispose i cavalieri e tutti gli uomini abili a combattere sulle mura. Eravamo pronti. I nostri numeri erano di molto inferiori rispettto agli Uruk ma il fosso di Helm non era mai caduto in mano nemica. Era un pensiero incoraggiante.

Quando calò il buio iniziammo a vedere le torce. Un mare di fiaccole che si dirigevano verso di noi.

Poi ci raggiunse il suono di piedi pesanti in marcia. Il rumore sembrava un tuono.

Presto gli Uruk-Hai iniziarono a sciamare nella valle. Le loro grida crudeli arrivavano fino a noi. Si fermarono appena fuori dalla gittata dell'arco di Legolas. Era già teso, pronto a scoccare. Anche gli uomini di Rohan incoccarono le frecce, aspettando l'ordine di lanciare. Era il respiro profondo che precede il tuffo.Per non farci mancare niente, ci si mise anche il tempo: iniziò a piovere. Magnifico. Semplicemente magnifico. 

Improvvisamente rinfoderai la spada ed esclamai: "Potrei morire in questa battaglia" e senza lasciare a nessuno il tempo di ribattere afferrai Boromir per la tunica che usciva da sopra la cotta di maglia, tirandolo verso di me e premendo le mie labbra contro le sue. Lui ricambiò il bacio prontamente, come se stesse aspettando solo quello. Lasciò cadere la spada e mi tirò più vicino a sé. Feci quello che volevo fare dalla prima volta che l'avevo visto e tuffai le mani tra i suoi capelli. Le nostre lingue s'incontrarono, assaporandosi.

Non mi sarei mai staccata ma gli Uruk-Hai avevano altre idee. Con un urlo collettivo si lanciarono in avanti. Io e Boromir ci staccammo a malincuore l'uno dall'altra e ci accovacciammo sotto le feritoie per lasciare il campo libero agli arcieri.

"Fuoco!" Urlò Gamling e una pioggia di frecce partì dai bastioni sfoltendo le file degli assalitori. Ancora e ancora gli uomini tirarono ma per ogni Uruk che cadeva altri due ne prendevano il posto. Io e Boromir ci guardavamo, ascoltando i suoi della battaglia che presto ci avrebbe travolti. Vedevo nei suoi occhi la stessa paura che avevo nei miei. Non volevo perderlo. Non adesso. Strinsi l'impugnatura della spada determinata. Non avrei permesso che me lo portassero via.

"Scale" urlò Aragorn in quel momento. Capii che era giunto il momento.

"Sì!" esclamò Gimli "mandateli a me!"

"Lasciamene qualcuno" esclamai sfoderando la spada.

"Baruk Kazad! Kazad ai menui!" replicò lui affondando l'ascia nella testa del primo Uruk che ebbe il coraggio di apparire davanti a lui.

Misi il pilota automatico, assicurandomi solo di restare vicino ai miei compagni e soprattutto a Boromir.

"Legolas, già due" lo informò il nano

"Io sono a diciassette" disse lui allegro.

"Tre!" urlai io decapitando il mio terzo Uruk-hai

"Non mi farò battere da un orecchie a punta e da una donna!" tuonò Gimli cercando nuove e più numerose vittime.

Risi, la furia guerriera dei miei avi si era risvegliata in me e la mia spada bramava sangue.

***

Gli uomini erano stanchi. L'alba non era lontana ed avevamo combattuto tutta la notte. Gli Uruk avevano fatto saltare le mura con una polvere esplosiva e ci avevano costretto nel maschio ma presto avrebbero sfondata anche quell'ultima porta. La fine sembrava vicina. Chi avrebbe mai pensato di morire così lontana da casa?

Gondor e HaradDove le storie prendono vita. Scoprilo ora