Era passato qualche anno dal nostro matrimonio. Nostro padre ci mandava spesso come messi in altre città a creare legami diplomatici e nuove rotte commerciali. Denethor aveva riaccettato Boromir e quando ci recavamo a Minas Tirith ci trattava gentilmente. Finalmente arrivò anche il momento di andare a Erebor e a Bosco Atro a trovare Gimli e Legolas.
Fu una partenza abbastanza improvvisa me nessuno fece domande. Solo io e Walla sapevamo il perché. Ero incinta. E volevo fare quel viaggio prima che un bambino cambiasse le nostre priorità. Nemmeno Boromir lo sapeva: non mi avrebbe fatta partire altrimenti. Glielo avrei detto una volta in viaggio.
Partimmo da soli. Mio padre non era mai troppo felice di lasciarci scorrazzare per la terra di mezzo senza scorta ma eravamo soldati esperti e inoltre con un re sul trono di Gondor la pace era tornata nella terra di mezzo.
Era privamera inoltrata quando partimmo e dopo qualche settimana a cavallo finalmente scorgemmo la montagna solitaria che man mano di alzava sempre di più davanti a noi. Arrivammo infine a Lago Lungo e lo costeggiammo fino ad arrivare alla citta ricostruita di Pontelagolungo dove ci fermammo per la notte in una locanda piuttosto umida ma pulita.
Il giorno dopo ripartimmo di buon'ora e in serata giuntino a Dale. La oltrepassammo in fretta: volevo arrivare il prima possibile ad Erebor, Gimli ci attendeva. Ci sarebbe stato tempo per visitare Dale nei giorni seguenti.
Erebor toglieva il fiato: un fianco della montagna era stato lavorato con maestria dai nani. Un immenso portone si apriva tra due gigantesche statue di nani che impugnavano delle ascie.
"Certo che ti apre gli occhi" dissi a Boromir mentre con gli occhi spalancati cercavo di non perdermi nemmeno il minimo dettaglio. Lui annuì impressionato come me.
"Altolà! Chi siete?" ci chiesero le guardie. I portoni erano già stati chiusi per la notte.
"Boromir di Gondor e Lilith di Hyarmen, Harad" disse mio marito "Gimli figlio di Gloin ci attende"
"Ci ha informato" annuì la guardia poi urlò "Aprite i cancelli!". Senza un suono le pesanti porte di Erebor si aprirono. Erano davvero imponenti e mentalmente pensai che sarebbe stato davvero difficile sfondarle in caso di assedio. Deformazione professionale.
"Eccoli qui, i piccioncini!" esclamò il nostro amico nano venendoci incontro
"Gimli!" esclamai felice saltando giù da cavallo e correndo ad abbracciarlo, seguita a ruota da Boromir.
"Venite" disse lui, mentre dei palafrenieri si avvicinarono cautamentei ai nostri alti cavalli per condurli nelle scuderie "Il re desidera conoscervi". Si avviò con le sue gambette corte indicandoci ogni tanto alcuni aspetti di Erebor che riteneva degni di nota. Io ero letteralmente senza parole.
Si accedeva alla sala del trono tramite un lungo corridoio sopraelevato. Senza parapetto. Magnifico. Cercai di non guardare in basso.
Sopra il trono brillava l'Arkengemma, come una stella scesa dal cielo e andata a posarsi nel regno sotto la montagna. Thorin sedeva maestoso sul trono. Alla sua destra stava un nano biondo con a fianco una nana alta e senza barba, mentre dall'altro lato un guerriero muscoloso, calvo e con la testa coperta di tatuaggi al fianco di una nana che assomigliava straordinariamente a Thorin e al nano biondo.
Fili, sua moglia Iskra, Dwalin e lady Dis, sorella di Thorin pensai ricordando i racconti di Gimli. I nani ci guardarono avanzare impassibili, solo Iskra aveva gli angoli della labbra piegate in un sorriso.
Il nostro accompagnatore si fermò a pochi passi dal trono e si inchinò. Noi lo imitammo.
"Re Thorin, ti presento Boromir di Gondor e Lilith di Harad, figlia del re. Sono stati miei compagni e abbiamo condiviso molti pericoli insieme"
STAI LEGGENDO
Gondor e Harad
FanficIl corno suonò di nuovo. Aumentai la velocità della mia corsa, il mio mantello rosso svolazzava dietro di me. Strinsi più forte la mano sull'impugnatura della spada Finalmente gli alberi davanti a me si aprirono e potei osservare quello che accedeva...