Consiglio di guerra

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Mi risveglia il giorno dopo al suono famigliare dei soldati che parlavano la mia lingua. Un gran sorriso si dipinse sul mio volto al suono. Mi sentivo di nuovo a casa.

"Buongiorno dormigliona" disse mia sorella entrando "Sono già in piedi da ore. Un messo di Gondor è venuto ad avvisarci che sire Aragorn ci chiede di presenziare a un incontro che si terrà tra poco".

"Tra poco quanto?" chiesi riluttante a lasciare il letto

"Adesso! Alzati e partiamo"

Con un gemito mi alzai, mi pettinai in fretta i capelli, mi lavai il viso e afferrai la mela che Noral mi lanciò e poco dopo ero a cavallo di Tempesta che cavalcavo verso Minas Tirith con una piccola scorta di cavalieri e il messo di Gondor. La città era davvero impressionante e vidi molti uomini al lavoro per ripulirla dalle ferite della guerra. Gli zoccoli dei cavalli rimbombavano sulle strade lastricate e gli uomini ci lanciavano sguardi cupi. Istintivamente strinsi l'elsa della spada.

Arrivati in cima, scudieri presero i nostri cavalli e il messo ci condusse all'interno della sala del trono. La nostra scorta ci avrebbe aspettato fuori.

Grandi piloni di pietra nera sostenevano l'alto soffitto e statue di antichi re ci osservavano dai lati. Un trono di pietra era posto sotto una finestra, tre gradini sotto era posta una sedia nera su cui era curvo un vecchio uomo che sembrava di pessimo umore. Accanto a lui stava Boromir. A destra della sedia erano in piedi  Aragorn e Legolas. Dall'altro lato vi erano Gandalf ed éomer. Gimli sedeva tranquillo su uno degli scalini. L'ho già detto che adoravo quel nano e il suo modo meraviglioso di nonrispettare nessuna etichetta?

"Miei signori" disse mia sorella quando raggiugemmo gli uomini con un cenno della testa.

Boromir POV

Avevo occhi solo per lei. Era tornata ai colori degli haradrim e dovevo ammettere che le stavano bene. Camminava rilassata al fianco della sorella. I lunghi vestiti e gli scialli neri ondeggiavano dietro di loro. 

"Miei signori" disse la sorella con un cenno della testa. Gli altri ricambiarono tranne mio padre. Sospirai piano, quando aveva saputo di Lilith, origliando una conversazione tra me e mio fratello, era andato su tutte le furie e ora lanciava sguardi cupi alle due donne haradrim. Si stava  ovviamente chiedendo chi delle due fosse la colpevole di aver "stregato suo figlio". Parole sue. Concentrò il suo odio verso Lilith quando vide che, guardandomi, sorrise lievemente. Resistei all'impulso di prenderla tra le braccia e ricambiai il sorriso. Mio padre mi lanciò uno sguardo torvo.

"Miei signori, vi presento Noral, mia sorella, capo dell'esercito e rappresentante del nostro sovrano" Lilith fece un passo avanti.

"Un sovrano traditore...come mai gli Haradrim hanno cambiato bandiera?" disse mio padre

"Speravo di poter conoscere i vostri nomi prima di procedere, miei signori" disse Noral con molto sangue freddo. Vidi che Lilith stringeva i pugni. Ovviamente era la sorella la diplomatica delle due.

"Giustissimo, mia cara" intervenne Gandalf "Io sono Gandalf il bianco, uno stregone"

"éomer, re di Rohan" disse il cavaliere e, facendo un passo avanti afferrò la mano di Noral e la baciò, senza staccarle gli occhi di dosso. Lei rimase impassibile. Quello aveva qualche problema con le donne haradrim pensai.

"Aragon, figli di Arathorn, erede al trono di Gondos"

Vidi mio padre fare una smorfia.

"Legolas dal reame boscoso"

"Gimli da Erebor"

"Boromir, figlio di Denethor e capitano della guardia" dissi dando un discreto colpo sul braccio di mio padre che sembrava intenzionato a restare in silenzio.

"Denethor, sovrintendente di Gondor" ringhiò dopo il mio avvertimento.

"Allora, sovrintendente Denethor, posso spiegarle che gli Haradrim sono stati obbligati a prendere parte in questa guerra da Sauron, maestro in inganni e minaccie. Abbiamo preso provvedimenti e combatteremo questa guerra con voi" notai come aveva sottolineato la parola sovrintendente. Mio padre detestava che glielo si ricordasse. Il fatto che a pochi metri da lui stava il vero erede al trono non migliorava le cose.

Gandalf prese la parola: "Abbiamo vinto anche questa battaglia, ma le forze di Sauron si stanno rioganizzando a Mordor"

"Che restino lì e marciscano" dise Gimli. Notai il luccichio divertito negli occhi di Lilith mentre guardava il nano. Sapevo che aveva pianificato una visita a Erebor dopo la guerra. Se fossimo sopravvissuti, certo.

"Perché diecimila orchi stanno ora tra Frodo e il Monte Fato" disse Gandalf per aggiungere sussurrando affranto "L'ho mandato alla morte..."

"Come ho sempre detto io! " esclamò mio padre amaramente "L'anello sarebbe dovuto venire a Gondor"

"C'è ancora speranza" intervenne Aragorn ignorando le esternazioni di mio padre "Teniamo l'occhio di Sauron puntato su di noi, marciamo sul cancello nero e facciamogli spostare il suo esercito"
"Un diversivo" riassunse Legolas.

"Mi piace" sorrise Noral.

"Una missione suicida" ringhìò mio padre

"Cosa propone allora, sovrintendente? " sbottò Lilith

"Non osare rivolgerti a me con quel tono, ragazza!"

Noral mise una mano sulle spalla di Lilith per evitare che sguainasse la spada e passasse mio padre da parte a parte.

"Padre" sussurrai minaccioso

"Non contraddirmi Boromir. Non approvo e non approverò mai la vostra relazione"

Strinsi le labbra, non era il momento di discutere della questione. Vidi che anche Noral stringeva di più il braccio di Lilith, bloccando la risposta che sapevo era già sulle sue labbra.

"Zero certezze di successo, alta probabilità di morte" disse Gimli, bloccando al discussione che stava per nascere "Cosa stiamo aspettando?"

Fu deciso di partire da lì a tre giorni in modo di dare tempo agli uomini di riposare. L'incontro si concluse con l'invito di mio padre alla festa celebrativa che si sarebbe tenuta quella sera. Fu un invito rivolto a tutti per dovere diplomatico ma Noral fu abile:

"Grazie mio signore, tuttavia io e mia sorella preferiamo festeggiare con i nostri uomini. Non vogliamo creare tensioni tra i vostri alleati con la nostra presenza. Sappiamo che molti non si fidano di noi". E con queste parole Lei e Lilith uscirono dalla sala. Corsi dietro di loro, ignorando il richiamo di mio padre e riuscii a raggiungerla prima che salisse a cavallo. La presi per la vita, tirandola verso di me. Lei mi abbracciò stretto. Vidi i loro uomini guardami sorpresi.

"Come primo incontro con tuo padre non è andato benissimo" disse allentando l'abbraccio per guardarmi negli occhi

"Ora sai da dove ho preso le mie brutte opinioni sugli Haradrim"

Rise: "Sì, ora è tutto più chiaro. Ora torna dentro però, se no ti spella vivo". Alzai gli occhi al cielo: "Non hai tutti i torti...mi dispiacerà non vederti questa sera"

"Anche a me" disse sollevando il viso e reclamando le mie labbra

"Ma ci rifaremo" sussurrò prima di sciogliersi dall'abbraccio e montare a cavallo. Mentre la guardavo galoppare via presi una decisione per quella sera. 

Gondor e HaradDove le storie prendono vita. Scoprilo ora