Cap 4: Condividere lo stesso letto

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Era ormai una settimana che Regulus quasi non guardava in faccia Sirius o gli gettava degli sguardi quando pensava che il maggiore non lo vedesse.

Una settimana che era stato preparato da Walburga ed Orion a studiare la storia dei maghi e della famiglia purosangue per iniziarlo fin da piccolo alla loro eredità, al loro lascito.

Sirius si sentiva impazzire e sempre più prigioniero in quella casa, il suo unico complice era il fratello, il suo unico amico.
E ora glielo stavano portando via.

Aveva cercato più volte di prendere da parte Regulus per parlargli, a volte sgusciava di nascosto dietro di lui e lo abbracciava.
Regulus sussultava, sembrava che stesse per abbandonarsi al suo abbraccio e poi scappava come se avesse il fuoco al sedere.

Sirius sapeva che il minore aveva solo paura dei genitori, aveva il terrore che lo considerassero un disertore, un traditore, come il fratello e aveva paura di quello che gli avrebbero fatto.



Un giorno, stanco di tutto, Sirius rubò la bacchetta a suo padre e si appostò dietro la porta della camera del fratello.

"Ciao, Reg." disse quando il minore entrò e si trovò il maggiore in camera.
Prima che Regulus potesse reagire, Sirius chiuse a chiave la porta con la bacchetta.

"Finalmente dormiremo nella stessa stanza, fratellino."


Sirius era riuscito a insonorizzare la stanza e a renderla inaccessibile – a tutti i tipi di magia o di stratagemmi babbani – per almeno tutta la notte.

Regulus era furioso con il fratello per essere stato ingannato così a sua insaputa e per un lunghissimo tempo, restò seduto, accasciato al muro della sua stessa stanza ad osservare il fratello che sdraiato sul suo letto, ascoltava cd babbani da un walkman.
"Fratellino, se la smettessi di fare l'idiota e venissi qui sul letto con me, potremmo ascoltarlo insieme. Sono certo che ti piacerebbe un mondo."

"A me? Piacermi quell'immondizia babbana? Perché non la butti via? E perché non lasci il mio letto già che ci sei? E la mia stanza? Perché non te ne vai all'inferno?"
Sirius gli gettò un'occhiata seccata.

"Un'altra parola astiosa e dovrò silenziare anche te, oltre al muro. Non vuoi costringermi a farlo, vero, fratellino?"
Regulus non parlò più.



Dopo quelli che parvero come minuti interminabili, Sirius si era alzato dal letto e aveva gettato il walkman ai piedi del fratello.
"Per distrazione." Spiegò.

"Mi divertirò molto a farlo a pezzi."
Sirius ridacchiò.
"Puoi provarci, ma non lo farai."
"Chi te lo dice??"
"perché sei curioso, proprio come me. "
"Io e te non siamo uguali!"

"Oh si, fratellino, siamo più uguali di quanto credi. Siamo identici."
Regulus l'aveva guardato con un'occhiata nauseata.

"Non importa quanto disgusto avrai per me. Sei sempre Regulus e sarai sempre mio fratello. Se vuoi dormire con me, io sono qui." disse Sirius rimettendosi sul letto.

Regulus restò paralizzato a quelle parole.
Non ruppe il walkman.

Dopo qualche minuto, quando il fratello si fu addormentato, lo ascoltò.


Si ritrovò a canticchiare i versetti della canzone: Forever young.

Sirius pensò che era anche una delle sue canzoni preferite.
E che il fratellino aveva davvero un tono di voce delizioso.
Regulus gettò un'occhiata al fratello, notando che sorrideva.




*

Era notte fonda e il letto di Regulus – che Sirius aveva occupato – si abbassò di un poco sotto il suo peso.
Era Regulus che era salito.

Il minore cercò con scarso successo di incastrarsi da qualche parte al fianco del fratello ma Sirius aveva occupato tutto lo spazio del letto.

L'aveva fatto apposta, ovviamente, anche se Regulus non poteva saperlo.

Mosso dall'istinto, non potendo fare altro, ma facendolo comunque con il cuore che batteva forte,

si sdraiò sopra di lui, non avendo altro spazio a disposizione.

Sirius sentì la dolcezza del profumo dei capelli del minore, la delicatezza con cui lo stringeva in un abbraccio insolito, non solo dettato dalla necessità.
E sorrise.
Respirando un'emozione fortissima.

Finalmente lo aveva di nuovo vicino.

Fece questa cosa per altre notti, ma alla soglia della prima settimana, i genitori scoprirono che Sirius non era nel suo letto.

Furono botte per il maggiore dei Black.

Non osavano usare la maledizione Cruciatus sul bambino, visto che i maghi avevano effettuato da anni una traccia che rilevasse maltrattamento magico sui minori, non volevano rischiare di andare in carcere.

Ma Sirius fu comunque punito per aver osato sfidarli.

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