Cap 24: Le mani di Voldemort e la calla bianca

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Erano alcuni giorni che Regulus sembrava stare male, Sirius si era accorto che c'era qualcosa che non andava e anche James, ma il minore dei fratelli Black aveva sempre negato e sostenuto l'idea dell'influenza, fino a quando dopo una settimana in cui il colorito di Regulus era bianco, tendente al verde, Sirius lo costrinse ad andare al San Mungo.

Lì, la diagnosi fu letale e spietata. A Regulus era stata impiantato un liquido sconosciuto che stava debilitando il suo corpo in maniera spaventosa e devastante, senza fermarsi.

"Possiamo fare qualcosa, non è vero??" chiese Sirius disperato.

Il dottore scosse il capo, desolato. "Possiamo cercare di rallentare il processo, ma una maledizione di questo tipo è troppo potente per riuscire a invertirla o arrestarla, perché non si conoscono le basi su cui è stato fatto l'incantesimo, che è ancora sconosciuto."

Sirius era disperato e non si voleva arrendere.

Mentre fuori dal San Mungo usciva con i Potter e James, tenendo a braccetto il fratello, cercava di mormorargli parole di rassicurazione;

"Chiamerò Silente, gli manderò un gufo..chiederò a lui di rivolgersi a tutti gli specialisti che conosce..ti cureranno, vedrai..."

Regulus però, non voleva guarire, non voleva che trovassero davvero una cura, perché sapeva che l'unica cura che Voldemort avrebbe permesso, era la sua, quella che aveva lui, se avessero trovato un altro modo per curarlo, Sirius sarebbe morto o peggio, in mano a Voldemort. Non sapeva quale delle due idee gli provocava più sgomento. Forse Voldemort non avrebbe rispettato il patto, forse lo avrebbe comunque lasciato morire e tutto questo era solo un gioco crudele, ma era l'unico sistema che conosceva per provare anche solo a salvare Sirius.



Durante la notte del nono giorno, Voldemort si presentò nuovamente nella sua camera.

"So che le medicine che ti stanno dando, hanno attenuato un po il dolore."

"Non esiste cura per quello che abbiamo dentro al cuore.." disse Regulus.

Straordinariamente stavolta Voldemort non fece nessun commento sarcastico, quasi come se avesse in qualche maniera rispetto di quel dolore, o forse era solo un'illusione di Regulus. Aspettarsi di scuotere in Voldemort, tenerezza, ecco la disperazione cosa fa, pensava.

Voldemort sempre senza dire una parola, si avvicinò a lui e gli toccò il viso e poi il collo con le dita gelate.
Regulus non mosse un muscolo, cercando di stare fermo.

Si era sempre chiesto cosa si provasse a sentirsi toccati da un essere che irradiava così tanta malvagità. Si era sempre aspettato di sentirsi avvolto da una morsa, anche quando studiava a Hogwarts, pensava che avrebbe dato mille brividi di freddo, che sarebbe stato come sentirsi intrappolato in una ragnatela, e invece...

La presa di Voldemort, era tutto sommato, normale, si sentì illuminato d'improvviso dalla consapevolezza che la malvagità fosse normale e quindi non percepibile con i cinque sensi, si avvolge così tanto nell'anima delle persone da non darti segnali per poterne scappare in tempo, le mani di Voldemort erano normali come quelle di chiunque altro, solo un po più fredde...

Una freddezza forse indice della mancanza di amore.

Sentì qualcosa scivolare via da lui, non riuscì a capire se era il dolore, o la sua umanità, che era fuggita da lui, non appena era uscito a patti con quell'essere.

Una lacrima solitaria andò ad accompagnare quel qualcosa che aveva appena perso.




*

Quando l'indomani, Sirius aveva visto il fratello ristabilito e con un colorito normale, e gli occhi non più arrossati e cerchiati, aveva esultato e gli aveva piombato le braccia al collo.

"Lascialo respirare, Sir, non vedi che è ancora stravolto?" gli aveva detto James, scrollando i capelli al più piccolo dei Black.

In effetti, Regulus era tutto sudato e aveva un viso ancora un po stravolto, non sapeva quanto questo facesse ancora parte della sua passata malattia, o quanto incidesse gli incubi che aveva fatto quando Voldemort era andato via, incubi in cui diceva mille volte addio a Sirius, prima di voltargli le spalle e lasciarlo.

Quando finalmente si era svegliato, aveva adoperato un incantesimo su di sé, per nascondere gli occhi rossi, ma non si era ricordato di farlo anche per il resto del corpo, ma forse era meglio così, dovevano pensare che la malattia era andata via da sola, non che fosse l'effetto di un incantesimo.

Nessuno capì cosa avesse fatto andare in recessione la malattia, ma Sirius continuava a dire che era meglio non pensarci troppo, che Regulus aveva bisogno di gettarsi alle spalle questa brutta esperienza, non di pensarci in continuazione.

Regulus aspettò ancora due giorni, per non destare sospetti, e forse per avere il tempo di fare una cosa.

Non ci fu nessun biglietto d'addio, non avrebbe avuto il cuore di dirgli nessuna bugia e temeva che con un incantesimo avrebbero potuto scovare la sua menzogna., anche tramite parole scritte.

Tutto quello che Sirius trovò, la mattina del terzo giorno, quando andò in camera di Regulus, era il letto sfatto, e una meravigliosa calla bianca su un vaso sulla sua scrivania.

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