00.19

375 35 9
                                    

“Sei nervoso?"
"In realtà sono spaventato a morte"
Non ci sono parole adatte per descrivere la sensazione che si prova nel ballare. Per descrivere cosa il nostro corpo prova quando si muove a ritmo di musica.
E' come una scarica di adrenalina, un momento sospeso in cui ci siete solo voi e la vostra passione ed è una delle sensazioni più meravigliose. E' questa sensazione che ti fa respirare bene una volta che hai finito.
Le farfalle nello stomaco prima di salire sul palco, il suono assordante dopo aver finito.
Io voglio vivere la mia vita in questo modo per sempre. Ti prego, lascia che sia per sempre.
"Andrà tutto bene."
"Hyung, stai tremando."
Jimin strinse la mano di Jungkook un'ultima volta, la luce proveniente dal palco che danzava sul suo volto bellissimo.
Il cuore di Jungkook smise di dubitare.
"Ci siamo," disse Jimin sorridendo prima di salire sul palco.
Jungkook lo seguì.

 

 

 

Se Jimin pensava di essere stato indaffarato prima d’allora, evidentemente non aveva ancora affrontato una settimana come quella. Tra il suo lavoro e gli allenamenti, aveva davvero un sacco fare. Grazie a Dio gli allenamenti andavano bene e lui e Jungkook con il prezioso aiuto di Hoseok, che aveva curato l’esecuzione nei minimi dettagli, avevano perfezionato la loro performance, di modo che avevano solo le coreografie di gruppo da limare con il resto della classe.
Tuttavia pur avendo sostanzialmente il suo tempo diviso in segmenti, ogni segmento corrispondente a un compito da portare a termine, Jimin non si era mai sentito così vivo. Era super indaffarato e sicuramente una bella dormita gli avrebbe fatto comodo, ma non aveva mai sentito tanta energia scoppiargli in corpo.
Un’altra cosa che non aveva mai provato prima d’allora era il sentirsi parte di un gruppo, legato sinceramente a delle persone, come gli stava succedendo in quel periodo.
Il giorno dello showcase si stava avvicinando a velocità devastante e lui e Jungkook, il più delle volte, si erano incontrati per allenarsi o per scambiarsi qualche opinione o più semplicemente per allontanare il nervosismo, godendo della reciproca compagnia. E sì, Jimin era altamente consapevole di quanto profondamente si stesse innamorando, come ogni piccolo gesto di Jungkook gli sembrasse improvvisamente caro e quanto lo rendesse felice passare del tempo con il più giovane.

In ogni caso non solo Jungkook ma anche gli altri avevano iniziato ad affollare la sua vita, e per la prima volta Jimin stava sperimentando quel senso di appartenenza che fino ad allora era sembrato esistere solo nei racconti per bambini. Infatti quando Hoseok non stava usando il suo tempo libero per aiutarli quanto più possibile, seguito da un inseparabile Taehyung, si poteva sempre contare sulla presenza di Seokjin, che da bravo fratello maggiore controllava che loro si nutrissero adeguatamente.
La freddezza iniziale tra il suo migliore amico e Jungkook stava iniziando a svanire e Jimin ne era lieto. Il più giovane non sembrava più intimidito dai lunghi sguardi di Seokjin e aveva anche iniziato a prendere in giro il biondo come faceva sempre con Jimin. La strabiliante cucina di Seokjin, che preparava ogni volta i piatti preferiti di Jungkook, era stata un fattore determinante.
Ciò che aveva reso Jimin ulteriormente felice inoltre, era stato l’avverarsi del suo più grande sogno, con il suo amico d’infanzia e il suo migliore amico che si apprestavano a diventare a loro volta grandi amici. Tra di loro c’era quel tipo di chimica che Jimin aveva notato in Namjoon e Taehyung quando parlavano di musica.
"Probabilmente hanno legato sulla reciproca ossessione per pulizia e ordine hyung". Taehyung gli disse."Mi sembra quasi di sentirli scambiarsi suggerimenti in economia domestica, 101 modi per rendere i tuoi bicchieri di cristallo sempre più brillanti e bla bla bla," Taehyung li prese in giro facendo ridere Jimin di gusto. L’ipotesi era alquanto probabile dopotutto.

Stavano legando. Tutti loro.

In quell'atmosfera vivace trascorsero gli ultimi giorni prima dello showcase e in men che non si dica mancavano meno di due giorni. Aveva segnato con un grosso cerchio rosso la data sul suo calendario appeso al frigorifero e la sua vista quella mattina era riuscita a fargli venire un colpo.

Un mondo per noi dueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora