Era come quel momento impalpabile del mattino tra il sonno e la veglia. Quel momento agrodolce tra realtà e sogno, e il sogno era stato uno buono.
Per favore non svegliatemi, non svegliatemi, una preghiera mattutina mentre la sfocatura della realtà si faceva sempre più chiara.
Perché tutto doveva svanire prima di essere afferrato con mano.
"Taehyung. Vuoi dirmi perché sei qui?"Jungkook stava controllando nervosamente la sua immagine riflessa nello specchio. I suoi capelli quel giorno avevano deciso di puntare in qualsiasi direzione tranne verso il basso col risultato che aveva cercato di appiattire la frangia per dieci minuti buoni senza alcun risultato. Non aiutava il fatto che non sarebbe riuscito a tornare a casa a cambiarsi e controllare che il suo aspetto fosse ancora decente. Aveva infatti una lezione nel pomeriggio che lo avrebbe tenuto occupato fino al suo appuntamento con Jimin. Sì, si stava comportando in modo vanesio, ma era così nervoso e il suo aspetto sembrava essere l'unica cosa che poteva controllare. Per il resto poteva solo sperare sarebbe filato tutto liscio.
Jungkook lanciò un'altra occhiata al suo migliore amico. Taehyung aveva invaso la sua casa dopo pranzo e senza alcun motivo logico si era affaccendato intorno a lui, suggerendo look dopo look e quando il giovane esasperato lo aveva cacciato via, questi aveva deciso di sedersi in un angolo del letto, a giocare distrattamente col suo telefono. Guardava nel vuoto ogni cinque minuti. Era parecchio irritante e stava innervosendo Jungkook, che di quel passo avrebbe dimenticato tutto. La notte prima aveva preparato un discorso nella sua testa, con tutta l'intenzione di far dimenticare a Jimin la confessione disastrosa dello showcase.
"C’entra Hoseok hyung?" Chiese Jungkook dopo un po', quando fu evidente che Taehyung non aveva intenzione di andarsene fino a quando lui stesso non se ne fosse andato.
"Hoseokkie?” Esclamò Taehyung interrompendo il suo videogame.
"Non so cosa sia successo, ma ieri tu sembravi sconvolto e lui non aveva un aspetto eccezionale. In realtà, penso che forse era da un po’ che non aveva un ottimo aspetto, ma l’ho notato solo ora.” Jungkook commentò mordendosi le labbra, assorto nei suoi pensieri.
"Ti ha detto questo?" Taehyung disse con un tono così vacillante che stava iniziando a spaventare Jungkook.
"Lui non mi ha detto nulla. Mi ha solo spiegato che era colpa sua se tu eri un po' suscettibile. Che ti aveva fatto arrabbiare."Jungkook disse andando a sedersi accanto al suo migliore amico.
Taehyung sbuffò.
"E' uno stupido. Così stupido. Ovviamente non è colpa sua e non sono mai stato arrabbiato con lui. Stavo solo cercando di capire qualcosa e sono stato per lo più arrabbiato con me stesso. Per essere stato cieco per tanto tempo." Disse Taehyung scuotendo la testa a disagio.
Jungkook poi, fece quello che Taehyung aveva sempre fatto per lui tutte le volte che si era sentito triste e solo. Lo prese per mano.
"È così? Lo sai che ti ama moltissimo e tu lo ami a tua volta, quindi andrà tutto bene.”
Taehyung strinse la mano di Jungkook traendo conforto dal contatto.
"E' la mia anima gemella. Io sono la sua. Tutto quello che sono, tutto quello che possiedo è suo e suo soltanto. Ma ero così fissato su questo principio, sul fatto che lui come anima gemella dovesse accettare tutto quello che sono, che i miei occhi sono riusciti a perdersi un dettaglio fondamentale. Sono stato così cieco. Ho dato alcune cose per scontato perché lui era mio e ho paura che potrei averlo ferito senza nemmeno rendermene conto, per tutto questo tempo. Anche se io non posso cambiare cosa sono, avrei potuto metterci più impegno nel rendere i miei sentimenti più chiari. Perché ieri, mentre parlava, ho visto qualcosa nei suoi occhi che mi ha spezzato il cuore.”
STAI LEGGENDO
Un mondo per noi due
FanfictionJungkook ha 23 anni, studia economia ed ha un lavoro part-time due volte alla settimana. Jimin ha 26 anni ed ha appena iniziato a lavorare in ufficio. Sono due persone molto diverse e non sono certo destinate a stare insieme. Hanno un tratto in com...