Jungkook e Taehyung erano migliori amici da quando Jungkook aveva iniziato ad avere ricordi tangibili. Non c'era stato per lui un momento senza Taehyung. Non credeva onestamente ce ne sarebbero mai stati.
Non potevano essere persone all'apparenza più diverse perché Taehyung era espansivo, socievole, pieno di idee e tutti ma proprio tutti gli volevano bene. Mentre Jungkook invece era più taciturno, riservato e riusciva a interagire con poche persone. Eppure condividevano lo stesso fuoco, la stessa voglia di avventure e solo Jungkook era in grado di stare dietro a Taehyung. Da piccoli erano queste le differenze sostanziali che saltavano agli occhi. Jungkook non pensava ce ne fossero altre, perché Taehyung aveva un naso, degli occhi e una bocca come lui. Erano delle stessa altezza anche se Jungkook insisteva di essere più alto di un centimetro.
Fu solo quando iniziarono a studiare storia alle elementari che Jungkook iniziò a capire che forse così non era. Il mondo era diviso in numeri due e numeri zero. Essere numeri due era una cosa buona, essere altro non lo era. Jungkook non riusciva a capire perché, aveva chiesto alla maestra ma lei gli aveva riposto tagliente che era così e basta. "Essere numeri zero è sbagliato". Lo sguardo della maestra gli fece capire che non avrebbe risposto ad altre domande ed era meglio se Jungkook si comportava bene. A lui non andava bene ma si disse che poteva sempre chiedere a sua madre, lei sapeva tutto. Perciò quando tornò a casa, dopo che ebbe lasciato lo zaino in camera sua, andò in cucina da sua madre che gli aveva preparato come al solito la merenda.
"Allora Jungkookie come è andata a scuola?"
"Mamma che cos'è un numero zero?" chiese Jungkook mentre addentava la torta e aspettava paziente la sua risposta. Ma la risposta non venne.
Quando Jungkook alzò gli occhi vide lacrime rigare il volto di sua madre. Preso dal panico corse verso sua madre e gli chiese scusa anche se non sapeva perché. Sembrava giusto farlo. Tuttavia non fermò affatto le lacrime di sua madre, tutt'altro.
"Tu non hai nessuna colpa bambino mio". Sua madre gli disse stringendolo forte.
Perchè Jungkook invece sentiva fosse così?
Quando Jungkook aveva sette anni Taehyung venne a prenderlo un pomeriggio di un giorno senza scuola per andare a giocare insieme nel parco giochi davanti le loro case. Taehyung lo aspettava sulla porta sotto lo sguardo benevolo di sua madre. Jungkook si allacciò le scarpe in fretta perché non vedeva l'ora di andare a giocare ma sua madre lo lasciò andare solo dopo avergli fatto mille raccomandazioni.
I due corsero ridendo verso il parco dopo aver promesso alla madre di Jungkook di non allontanarsi e di tornare in due ore. Invece di andare verso le altalene o a giocare con la palla con gli altri bambini Taehyung invece lo trascinò verso gli alberi al limitare del parco.
Jungkook era abituato alle idee strane di Taehyung, erano sinonimo di avventure e risate ma quando Taehyung si mise sotto un albero con la giacca allacciata alle spalle a mo' di mantello Jungkook non capì cosa aveva in mente. Dopo aver sputato sulla sua mano e aver intimato a Jungkook di fare lo stesso con la sua, sigillo le due mani insieme. Lui non poté a meno di lasciarsi sfuggire un gemito schifato.
"Prometto che saremo amici per sempre. Fino alla morte!"
"Bleah, Taehyung che schifo!"disse Jungkook invece, e quando finalmente Taehyung lasciò andare alla sua mano corse svelto alla fontanella a lavarsi la mano, nonostante le proteste del suo amico che insisteva che per funzionare nessuno dei due doveva lavarsi la mano per un mese. "E' un patto solenne! L'ho letto in un libro!! Così nessuno ci dividerai mai"Jungkook lo aveva guardato storto.
Anni dopo Jungkook scoprì che i genitori di Taehyung quel giorno gli avevano fatto il discorso su numeri due e numeri zero.
Jungkook aveva dodici anni quando iniziò a capire.
STAI LEGGENDO
Un mondo per noi due
FanficJungkook ha 23 anni, studia economia ed ha un lavoro part-time due volte alla settimana. Jimin ha 26 anni ed ha appena iniziato a lavorare in ufficio. Sono due persone molto diverse e non sono certo destinate a stare insieme. Hanno un tratto in com...