00.14

295 33 5
                                    

"Jungkook tesoro, tutto bene?" Jungkook non avrebbe voluto. Era sua intenzione mantenere il silenzio radio a tempo indefinito ma sia Taehyung che Jimin avevano insistito sull'importanza di non allontanarsi dai suoi genitori nonostante tutto.

"Anche i nostri genitori non sono perfetti e sbagliano. Ma sono sempre la nostra famiglia." Jimin gli aveva detto e le sue parole avevano avuto molto più senso delle continue insistenze di Taehyung.

E' perchè Taehyung è eloquente quanto un cucchiaino ecco perché non gli do ascolto. Si disse Jungkook anche se, sia lui che il suo migliore amico, sapevano che stava dicendo la verità solo a metà.

"Si mamma, tutto a posto. Volevo solo farti un saluto. Tra poco mi vedo con i miei amici." Jungkook rispose, cercando di mantenere un tono neutro. Aveva chiamato per la prima volta un paio di giorni prima e Jungkook si disse che era meglio se era lui a chiamare piuttosto che i suoi sentissero nuovamente il bisogno di presentarsi alla sua soglia, per verificare cosa ne fosse stato di lui.

Faceva male, faceva male accettare che i suoi non erano infallibili, che Jungkook era grande abbastanza da capire che essere adulti non ti rendeva magicamente perfetto ma solo con più responsabilità.

"Con Jimin?" chiese sua madre. Jungkook avrebbe voluto sbuffare sonoramente ma cercò di trattenersi. "No mamma, con Taehyung. Ma anche se fosse cosa cambierebbe?" Jungkook rispose e avrebbe voluto farsi un applauso da solo per aver saputo mantenere la calma. Quelli erano i suoi giorni di gloria, probabilmente i suoi ultimi giorni di libertà. Cosa Jungkook faceva e chi frequentava erano affari suoi. In realtà non voleva dare ai suoi genitori maggiori leve per forzarlo a seguire i loro piani.

Sono sempre io. I miei sogni sono sempre gli stessi così come le mie ambizioni. E in certo senso era vero. Non importavano che cosa il suo subconscio pensava lui stesse provando: il suo destino non gli sarebbe piaciuto di più per questo. Era paradossale come avesse l'appoggio a non sposarsi dal suo compagno imposto, ma non dalla sua famiglia.

"Va bene. Divertiti tesoro, e ricordati di chiamarci, tuo padre non c'è ma sai quando trovarlo.."

"Ciao mamma" Jungkook si affrettò a concludere la chiamata.

"Ti voglio bene" riusci a dirgli sua madre prima che la linea cadesse. Poteva anche sentire sua madre ma quanto a suo padre era un'altra storia. Non riusciva a dimenticarsi le parole di suo padre quel pomeriggio e tanto meno a perdonarlo.

Jungkook si rimise il cellulare in tasca mentre si avvicinava al luogo dell'appuntamento con Taehyung che naturalmente sembrava essere in ritardo. Con le mani in tasca si sedette su una panchina di fronti ai negozi. C'era tanto a cui pensare anche se il peggio sembrava essere passato. Non era stato facile, Jungkook ancora si domandava come fosse riuscito a mettere insieme i pezzi. Grazie a Jimin, gli disse un parte di se, eppure anche quella risposta non gli piaceva.

Era possibile che colui che rappresentava una parte del problema fosse anche la soluzione? Perché se non ci fosse stato Park Jimin, Jungkook avrebbe potuto continuare la sua vita. O forse no, i suoi genitori avrebbero scelto qualcun altro, qualcuno di meno comprensivo, qualcuno che non era Jimin e per lui sarebbe stata veramente la fine.

Perché nessuno ti avrebbe capito e saresti stato da solo.

C'era stato un momento, un brevissimo ma importantissimo momento, prima che Seokjin li venisse a chiamare, in cui Jungkook aveva sollevato la testa per guardare Jimin negli occhi, un momento in cui Jungkook aveva visto solo il ragazzo che aveva davanti e non tutte le nefaste implicazioni della situazione in cui erano. Era durato pochi secondi ma se Seokjin non fosse venuto Jungkook si chiedeva cosa sarebbe successo. Se sarebbe successo qualcosa. Jimin si era inumidito le labbra e lui, per un attimo, aveva quasi.

Un mondo per noi dueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora