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Taehyung era praticamente rimbalzato dentro l'appartamento di Jungkook. Avevano provato a suonare il campanello e infine si erano risolti a utilizzare le chiavi di scorta perché nessuno era venuto alla porta. Era stato Hoseok a dover aprire la porta perché Taehyung era stato troppo ansioso per farlo e continuava a non centrare le chiavi dentro la serratura..

L'appartamento era vuoto.

Controllarono tutte le stanze ma, sfortunatamente, non c'era nessuno. Figuriamoci Jungkook.

Taehyung si lasciò cadere sul letto, preoccupatissimo.

"Chiamiamo Seokjin." Il maggiore disse allora, serio. Taehyung aveva annuito, grato che la sua anima gemella fosse lì, solido e affidabile come sempre nel momento del bisogno. Consegnò il suo telefono a Hoseok, che nella fretta lo aveva dimenticato a casa.

"Ciao, dimmi tutto Tae". Hoseok mise la chiamata in viva voce.

"Jin Hyung, sono Hoseok. Abbiamo un problema. Jungkook non è nel suo appartamento. Credo che non sia tornato qui sin dall'ultima volta che è uscito. Tutti i dispositivi sono freddi." Taehyung guardò stupito la sua anima gemella per l’intuizione. Non aveva neanche pensato di controllare.

Oh Hoseok.

Dall'altra parte della linea, sentirono il numero due sospirare pesantemente.

"Ok. Quindi. Ok. Fammi pensare. Ho chiamato Jimin ma lui non risponde ma questo un po’ me lo aspettavo. Ma non è importante ora. Avete qualche idea di dove potrebbe essere? Quando è stata l'ultima volta che l'avete visto?"

"Taehyung lo ha visto subito dopo pranzo e l’ha sentito tramite messaggio intorno alle quattro. Non abbiamo sentito di lui da allora."

"Va bene. Rimanete là finché non vi chiamo, nel caso in cui torni. Nel frattempo io farò qualche telefonata."

"Non dovremmo essere la di fuori a cercarlo?"

"No. A quanto pare i disordini erano più gravi di quanto io e Taehyung avevamo inizialmente pensato. Aspettate lì. Vi richiamerò. So che è difficile, ma cercate di non preoccuparvi troppo, ho la situazione sotto controllo." Disse Seokjin, determinato.

"Hyung va bene. Abbiamo fiducia in te. E grazie. Grazie davvero."

"Per favore, siamo amici, gli amici si aiutano a vicenda. A dopo allora."

"A dopo."

Hoseok riattaccò e prese per mano la sua anima gemella. Ora potevano solo aspettare.

Dall'altra parte della città Seokjin stava chiamando la sua anima gemella.

"Joonie. So che stai lavorando in questo momento, ma ho bisogno di te qui. Abbiamo un problema."

"Jin. Che tipo di problema? È grave? "Chiese Namjoon e Seokjin poté sentire il frusciò di qualcuno che si spostava velocemente. Non importava cosa, Namjoon ci sarebbe sempre, sempre, stato per lui. Seokjin non poteva amarlo di più.

“Abbastanza perché io debba chiamare la mia famiglia. Dobbiamo chiamare i Kim, Joonie. "

"Sto arrivando."



Le ore trascorrono lente quando non si è sicuri del proprio destino.

Tuttavia, anche se Jungkook era terrorizzato di fronte a una situazione più grande di lui, lui riusciva solo pensare a Jimin.

Lo immaginò a cena mentre guardava la televisione. Immaginò nella sua testa quello che avrebbe potuto essere la sua routine per quell’orario della giornata. Più di ogni altra cosa sperava che stesse bene. Che, anche se non riusciva a capire cosa stava succedendo, perché doveva pensare che Jungkook lo aveva piantato in asso, fosse quantomeno al sicuro.

Un mondo per noi dueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora