Alice come faceva molto spesso, stava andando a trovare la persona di cui si fidava di più al mondo esclusa la famiglia; era un giovane uomo che aveva conosciuto pochi anni prima quando grazie ad una soffiata aveva aiutato suo padre a portare a termine una commissione impegnativa. Nonostante lei fosse un tipo piuttosto diffidente provò subito simpatia per quell'uomo e in poco tempo tra loro si instaurò un rapporto di fiducia e amicizia. Lui era stato più volte un prezioso informatore per suo padre perché era un assiduo frequentatore dei i bassifondi e sembrava sempre al corrente dei segreti più nascosti della malavita, inoltre era affidabile in quanto era un informatore di uno dei nobili più conosciuti nell'East End per la sua fama di "nobile malvagio".
L'uomo aveva un negozio che si trovava non troppo lontano da casa sua e la sua attività era una sorta di copertura: facendo il becchino e dovendosi occupare della preparazione e sepoltura delle salme, aveva anche la possibilità di tenere sotto controllo le morti soprattutto se si trattava una morte sospetta o di origine malavitosa.
Il negozio era illuminato principalmente da candele che gli donavano un'atmosfera spettrale, per non parlare delle numerose ragnatele, dei teschi raccapriccianti posti un po' ovunque come dei soprammobili e delle bare di ogni forma e misura ammassate contro le pareti.
Quel posto era bizzarro come il suo proprietario; era un uomo dall'età indefinibile ma indiscutibilmente giovane ed attraente. Aveva dei lunghissimi e meravigliosi capelli argentei, una treccina sul lato destro e una folta frangia che gli permetteva di nascondere dei bellissimi occhi di un giallo-verde molto brillante. Portava sempre una tunica nera caratteristica per chi faceva quel lavoro, un cappello nero e degli stivali neri stringati, ma i particolari più stravaganti erano la cicatrice che gli attraversa il viso partendo dalla tempia sinistra, un'altra che aveva attorno al collo, delle unghie nere lunghissime e vari piercing alle orecchie. Alice lo chiamava semplicemente Undertaker perché lui non aveva mai voluto svelare il suo vero nome e lei aveva rispettato la sua volontà nel non voler parlare del suo passato e delle sue origini; probabilmente nel suo passato gli erano accadute cose spiacevoli e orribili delle quali non voleva farne parola con nessuno. E forse era anche per quello se sembrava un po' pazzo ed era sempre alla ricerca di qualcuno che lo facesse divertire e ridere a crepapelle. Nonostante avesse molti segreti tenuti ben nascosti, Alice si fidava completamente di lui perché le aveva confidato chi era veramente: Undertaker era un ex Shinigami, uno degli Dei della Morte, coloro che hanno il compito di raccogliere le anime delle persone morenti. Non si poteva smettere di essere un Dio della Morte; un essere umano che commetteva il peccato di suicidio diventava uno Shinigami e lo rimaneva finché non scontava la sua pena meritandosi il perdono e l'accesso al Paradiso, ma a quanto pareva lui aveva disertato dai suoi doveri prima del tempo. Con quegli occhi di un verde quasi fosforescente e l'aria misteriosa non poteva essere un semplice umano. Alice non avrebbe mai creduto all'esistenza dei mietitori narrati nelle leggende se non avesse scoperto già da tempo e visto con i propri occhi che al mondo esistevano veramente creature soprannaturali.
«Sono stato incaricato di scortarti fino alla tenuta del Conte Phantomhive, domani» buttò lì Undertaker mentre stavano bevendo il tè e mangiando biscottini a forma di osso seduti al bancone del negozio.
Alice finì di masticare il biscotto e si prese il tempo di bere un altro sorso di tè bollente prima di rispondere. «Quel Phantomhive? Cosa vorrebbe da me e soprattutto come fa a conoscermi?»
«Ti spiegherà tutto lui. Mi ha solo detto che è una questione di estrema urgenza ed importanza e di assicurarmi che lo raggiungessi all'ora stabilita.»
«Che c'entri qualcosa con il discorso che ho cercato di origliare? Come mai si è rivolto a me e non a mio padre? Forse si sono già messi d'accordo a mia insaputa» ipotizzò Alice picchiettandosi il mento con aria pensierosa.
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The touch of a Demon
FanfictionAlice giurò che mai si sarebbe lasciata lusingare dalle parole tentatrici di un demone. Mai avrebbe ceduto al fascino di una creatura generata dalle fiamme dell'Inferno. Ma dopo che la sua intera vita venne stravolta, si trovò a ricevere attenzioni...