18 - QUEL MAGGIORDOMO, FURBO

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Il sole splendeva tra la sottile apertura di due pesanti e scure tende ed Alice, estremamente stanca e debole, aveva dormito così profondamente da non rendersi neanche conto se avesse sognato o meno finché la porta non si era aperta facendo entrare un folto gruppetto di persone.

«È qui?»

«Si! Te l'avevo detto che sarebbe stata bene.»

«Sono così felice che sia sana e salva!»

«Voi tre potreste abbassare la voce? Deve ancora riprendersi e il riposo è essenziale dopo ciò che è accaduto.»

«Vorrei parlare da solo con lei, Sebastian.»

«Yes, my Lord.»

Alice si rigirò nel letto tenendo gli occhi chiusi, ma quando percepì dietro le palpebre la piena luce del sole invadere la stanza e sentì una mano accarezzarle la testa decise di aprirli.

Ciel stava in piedi sullo stipite della porta vestito elegantemente come fosse pronto ad uscire di casa, i servitori che sembravano aver pianto, in parte anche di gioia, erano raggruppati ad un lato del letto come fosse un capezzale e davanti alla finestra c'era colui che l'aveva salvata. Non aveva la minima idea di come si sarebbe comportato da quel momento in poi.

«Buongiorno, Alice.» Era preoccupata al pensiero che una volta tornato tutto alla normalità, per quanto potesse essere normale accanto alla famiglia Phantomhive, anche lui sarebbe tornato quello di prima.

«Spero tu abbia dormito bene.»

Alice non trovò le parole perciò annuì mentre Sebastian le porgeva una tazza di tè fumante. La prese e l'annusò arricciando leggermente il naso.

«C'è qualcosa che non va?» chiese il maggiordomo.

«Non è Earl Grey.» Udì Ciel ridere sommessamente, una volta sola, ed era una cosa piuttosto strana da parte sua.

«Un'accurata osservazione.» Alice voleva che le desse un segno, qualcosa che le facesse capire che dietro la facciata c'era ancora il Sebastian diverso dell'altra notte, che non aveva dimenticato quello che si erano detti.

«C'è qualche problema con il tè che ho preparato?»

«No, nessuno. Sei un eccellente maggiordomo, ma se ci fosse un altro tipo... di tè... che vorrei, la tua bravura non avrebbe molta importanza se non fossi neanche in grado di offrirmi ciò che desidero. Vero?» Il suo tentativo di interrogarlo senza svelare a tutti il suo intento non era stato dei migliori.

Sebastian si girò semplicemente verso Ciel. «Sembra che entrambi abbiate una particolare dedizione a questo tipo di tè.» Si riprese la tazza ignorando gli sguardi sconcertati di Mey Rin, Finny e Bald mentre si avviò verso la porta.

«My Lord» disse mettendosi una mano sul petto.

«Abbiamo molto da fare oggi. Vedo che sta abbastanza bene da essere in grado di continuare con i suoi borbottii come suo solito. Ti sei comportato bene, portami una tazza di tè nello studio.» Poi si girò verso i servitori, compreso Snake che era rimasto più in disparte «La vostra devozione è apprezzata. Anche se è insopportabile per qualcuno come me perdere la compostezza di fronte alla perdita di un membro della servitù, la morte di un servitore merita un lutto non inferiore a quello di chiunque altro.»

Alice vide Sebastian ghignare mentre il resto del personale rimase sull'attenti come una fila di soldatini.

«Fortunatamente quella morte è stata evitata» disse Ciel rivolgendosi anche ad Alice. «È bello sapere che qui hai degli amici. Non è vero, Sebastian?» Il tono di superiorità con cui Ciel si rivolse al maggiordomo le fece pensare che il ragazzino ne sapesse di più di quanto si potesse immaginare.

The touch of a DemonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora