6 - IL RICORDO

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«Piangere non s'addice al tuo bel faccino, mio pettirosso.»

Alice si era rannicchiata contro il muro e stava singhiozzando per colpa di tutto quello che era successo fino a quel momento. Non era il tipo da mostrarsi debole davanti agli altri, odiava che qualcuno potesse vederla piangere, solo quando era sola si permetteva di esternare certe emozioni. Perciò smise immediatamente di singhiozzare e indossò la sua facciata da dura, ma quando alzò lo sguardo sussultò dalla sorpresa; era lui. Stava guardando il viso dell'uomo che avevano cercato per tutta la sera, l'uomo che pensava avesse dimenticato l'appuntamento con Ciel e la Yard. C'era lui dietro l'attacco, avrebbe dovuto sospettarlo da subito. Quando il Visconte le tese la mano, lei non seppe come reagire: doveva accettare l'aiuto che le offriva? Alzarsi e scappare? O magari combattere? Dov'era colui che le aveva garantito protezione?

Decise di permettergli almeno di aiutarla a rimettersi in piedi. «Buonasera-» disse dopo essersi scrollata la neve di dosso.

Come avrebbe dovuto chiamarlo? Probabilmente un servitore doveva chiamare gli altri nobili con un appellativo tipo "Sir". Suo padre le aveva insegnato anche l'etichetta e le buone maniere oltre che a leggere e scrivere, ma lei non si era mai rivolta a nessuno in quel modo.

«Aleister Chamber, il Visconte di Druitt» disse lui senza lasciarle il tempo di parlare. «E tu chi sei?» chiese sorridendole calorosamente.

«Servo un Conte. Quando abbiamo sentito gli spari siamo scappati per proteggerci e ho perso di vista il mio padrone» rispose con la prima cosa che le venne in mente.

Il Visconte rise e poi lasciò cadere la maschera di gentilezza dopo che guardatosi attorno realizzò che erano soli.

«Oh certo che lo sei.» Le prese la mano senza chiedere il permesso e cominciò a strattonarla e cercare di intrappolare fra le sue braccia.

«Lasciami andare immediatamente!» Alice cercò di divincolarsi usando tutte le sue forze e capacità combattive. «Non hai il diritto di toccarmi!» Riuscì nel suo intento, non era la prima volta che prendeva a pugni qualcuno. Affondò il ginocchio nello stomaco del Visconte facendolo piegare in due e facendogli subito perdere la presa su di lei, non contenta gli sferrò anche un pugno da sotto il mento facendogli scattare la testa all'indietro e mandandolo ad accasciarsi contro il muro in preda al dolore.

Decise di scappare ed allontanarsi il più possibile da quell'uomo, ma venne catturata di nuovo da qualcun altro mentre era intenta a girare l'angolo dell'edificio. Era finita tra le braccia di un uomo che indossava un lungo cappotto nero e un cappello dello stesso colore che gli nascondeva gli occhi lasciando in bella vista un sorriso che poteva appartenere al diavolo in persona.

Quell'uomo era molto più forte del Visconte. Era pericoloso. Per la seconda volta nella sua vita incontrò il vero terrore nelle strade dell'East End. Solo un'altra volta era stata attraversata da una sensazione di paura agghiacciante come quella, come il trovarsi davanti alla Morte in persona o trovarsi di fronte ad un predatore sapendo con certezza di non avere la minima possibilità di difendersi. Sapendo che il mostro avrebbe potuto fare di lei quello che voleva quando voleva.

Voleva a tutti i costi vedere il suo volto ma non c'era modo, la teneva stretta per la vita in una morsa possessiva.


Era finalmente cresciuta e suo padre aveva allentato la presa protettiva su di lei; poteva finalmente andarsene in giro per conto suo, orgogliosa della sua indipendenza, orgogliosa che suo padre la ritenesse pronta a prendersi le sue responsabilità e impegni e reclamare il suo posto nel mondo.

La brezza estiva rendeva i bassifondi dell'East End più tollerabili e nell'aria i brutti odori provenienti dai rifiuti erano meno persistenti. Alice voleva mettere alla prova le sua abilità mettendo in pratica tutte le lezioni insegnatele. Avrebbe usato quegli insegnamenti per impedire alla malavita di abusare e recare danno alla gente comune e alle persone innocenti. I mercenari erano soliti non prendere le parti di nessuno, bene o male che fosse il loro scopo era di guadagnare il più possibile, ma suo padre non la pensava così, era una persona buona e avrebbe sempre scelto la parte del bene. Per questo lei era così fiera di stare al suo fianco e intraprendere la strada a cui era destinata.

The touch of a DemonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora