20 - PIACERE DEMONIACO

626 16 7
                                    

Sebastian stava osservando Alice dormire seduto sul davanzale della finestra aperta; l'aveva sentita piangere finché non si era addormentata ma anche nel sonno continuava ad essere tormentata. Dal modo in cui si agitava e gemeva nel letto sembrava preda di un incubo; spesso anche il suo padrone soffriva di brutti sogni e si svegliava urlando nel mezzo della notte, ma la vista di Alice in quello stato lo preoccupava al punto da suscitargli una sorta di strana apprensione accompagnata dal desiderio di fare qualcosa per lei tanto che non poteva continuare a guardarla agitarsi senza fare nulla. Entrò nella stanza e si sedette sul bordo del letto di fianco a lei; notando che all'angolo di un occhio le si era formata una lacrima, allungò una mano per accarezzarle la guancia e contemporaneamente catturare con il pollice quella goccia di liquido argenteo che quasi brillava alla luce della luna prima che le scendesse lungo il viso. Alice aprì improvvisamente gli occhi e trovandosi davanti due orbite cremisi che la fissavano e un corpo chinato su di lei si tirò a sedere di scatto emettendo un grido strozzato.

«C-cosa ci fai qui!» esclamò con uno sguardo terrorizzato quando lo riconobbe.

«Mi dispiace Alice, non volevo spaventarti, ma stavi avendo un incubo. Ho pensato fosse meglio svegliarti. Va tutto bene?» le chiese dolcemente.

«Si... no. Ho visto di nuovo le facce di quegli uomini, quegli sguardi perversi... sentivo le loro schifose mani su di me e nel sogno c'era anche il mio vero padre a guardare. E rideva. È stato orribile. E io non sono una debole che si lascia spaventare in questo modo!» Si gettò tra le braccia di Sebastian nascondendo il viso nel suo petto, tremando come una foglia per la rabbia mista a paura. Ma si riscosse subito e lo colpì con le mani strette a pugno come se odiasse farsi vedere in quello stato e lasciarsi confortare.

«Erano così disgustosi, Sebastian. E con le cose che mi hanno fatto mi sento così anch'io. Mi guardo e vedo solo un corpo sporco, rotto e disgustoso. Oltre ad essere patetica per non essere abbastanza forte come vorrei.»

Sebastian le fece alzare la testa in modo da poterla guardare negli occhi e le prese il viso tra le mani delicatamente, come se avesse paura di farle male «sei molto lontana dall'essere disgustosa, mia cara. Non sai invece quanto possa essere desiderabile la tua anima, il tuo intero essere.» Persi nello sguardo l'uno dell'altra sembravano quasi ipnotizzarsi a vicenda.

Alice non poteva controllare le emozioni che sentiva crescere dentro di sé anche se ci stava provando; il volto di Sebastian era così vicino al suo che inevitabilmente lo sguardo le cadde su quella bocca perfetta e involontariamente accorciò ancora di più la distanza che li separava finché il demone non le andò incontro pressando le labbra contro le sue. Si aggrappò alla sua giacca affondando le dita nella stoffa pregiata e inarcò il collo; lui era così eccessivamente gentile, come se stesse toccando una fragile rosa mentre faceva scorrere le dita dalla guancia fino lungo il collo nudo, arrivando alle spalle leggermente scoperte e stringendola poi a sé come se ne dipendesse la sua vita. E nonostante la pelle del demone non stesse toccando la sua carne direttamente, quella sensazione le trasmise ugualmente ondate di piacere e una certa eccitazione cominciò a pomparle attraverso le vene.

Quando alla fine interruppe il bacio, anche se molto lentamente, si discostò da lei e le riservò uno sguardo che avrebbe potuto incendiarla all'istante.

«Anche tu sei disgustoso...» mormorò Alice a denti stretti, il suo calore sfiorò il viso del demone facendogli sentire tutta la dolcezza del suo respiro.

«Perché dici queste parole?» sussurrò baciandole teneramente il collo.

Un lieve sospiro le lasciò le labbra e chiuse gli occhi «perché mi fai sentire... cose così strane...»

«Quelle "cose strane" di cui parli...» si interruppe «è desiderio, lussuria... e amore, mia cara.»

«Non provo amore per un demone» sibilò piano sentendolo poi ghignare contro la sua pelle.

The touch of a DemonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora