8 - IL BALLO

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"I won't last long in this world so wrong...

Say goodbye, as we dance with the devil tonight

Don't you dare looking him in the eye

As we dance with the devil tonight"

Breaking Benjamin



Alice non avrebbe mai pensato di trovarsi in una situazione così oscura e sinistra. Aveva visto una parte del male che infestava il mondo, ma aveva capito che quello era stato soltanto l'inizio. Si trovava ferma sul bordo di un abisso e guardando giù non vedeva che tenebre. Non voleva altro che distogliere lo sguardo e girarsi alla ricerca della luce, ma era come intrappolata nell'oscurità senza fondo. Quell'oscurità non faceva altro che chiamarla e attirare la sua attenzione.

Erano passate due settimane e quegli uomini erano ancora sulle sue tracce e lei non aveva altra scelta se non rimanere nascosta nella tenuta Phantomhive e fare il possibile per aiutare il Conte a catturarli prima che loro avessero catturato lei. A peggiorare la situazione il padrone di casa aveva stipulato un contratto con un demone per garantirsi la protezione e l'aiuto necessari per farla pagare a chi aveva tentato di cancellare per sempre il casato dei Phantomhive, per ripagarli con la stessa moneta e far loro soffrire le stesse pene che aveva dovuto patire lui.

In tutta quella confusione una cosa era sicura: la stessa forza e malvagità che l'aveva spaventata a morte togliendole il coraggio e facendola sentire inerme, era lo stesso spregevole demone che ora doveva chiamare alleato.

L'Aristocrazia del Male, ecco chi erano i Phantomhive. E lei un giorno sarebbe diventata come loro. Forse era per quello che suo padre le aveva insegnato tutte quelle cose, perché non voleva che le fosse stato tolto senza ragione l'ultimo briciolo di innocenza che possedeva. Ma qual era quella ragione? C'erano così tante cose a cui non riusciva a darsi una risposta.

Dopo che la verità era venuta a galla Alice non aveva fatto altro che osservare Ciel. Per aver assunto il ruolo di capofamiglia e aver accettato di portare sulle spalle il peso delle responsabilità come Cane da Guardia della Regina, avrebbe potuto essere davvero una persona forte come anche un ragazzino debole che stava solo fingendo per non lasciarsi sconfiggere dalla disperazione. Quello di cui era sicura era che Ciel non aveva paura e da quel punto di vista lei lo adorava. Erano quasi simili, eccetto per una cosa: lui non odiava il maggiordomo né aveva paura del demone che un giorno si sarebbe preso la sua anima. Anzi, nonostante le apparenza sembrava essergli affezionato.

Era solo un ragazzino; avrebbe tanto voluto proteggerlo ed aiutarlo nelle sue decisioni. Si chiedeva perché un bambino di dieci anni era stato raggiunto proprio da un demone. Si sarebbe meritato di essere salvato da qualcuno che lo avrebbe aiutato senza approfittarsi delle sue debolezze.

In quei giorni niente poteva renderla felice, non faceva altro che starsene rinchiusa in camera guardando in apatia fuori dalla finestra le giornate grigie e fredde che scorrevano davanti a lei e quando doveva svolgere i suoi compiti, cercava di evitare il contatto con gli altri il più possibile.

Se quella mattina avesse saputo a cosa stava andando incontro sarebbe scappata, avrebbe combattuto, avrebbe fato di tutto pur di evitare che Undertaker la conducesse davanti a quella porta.

Non faceva altro che pensare a dove fosse suo padre e cosa stesse facendo, se Undertaker pensasse a lei e sentisse la mancanza della sua presenza e dove potessero essere gli uomini che la cercavano. Finì per cadere nella routine; ma ogni volta che girava la schiena, quando dormiva o quando se ne stava rintanata nella solitudine credendo di essere completamente sola, in realtà non lo era mai. Lui era lì, nulla passava inosservato al maggiordomo dei Phantomhive. Lui sapeva tutto quello che succedeva nella tenuta. 

The touch of a DemonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora