7 - "NON MI TENTERAI, DEMONE"

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"Do not try me devil, devil

Cannot buy me devil, devil

You won't make a fool of me, oh no.

What makes you so special, special?

To think I would ever settle 

for that devious dance between you and me"

Milck


Appena Sebastian varcò la porta Alice cominciò ad urlare e divincolarsi con tutte le sue forze.

«Tu! Tu sei quel demone! Allontanati da me!» Cercò di scalciare, di graffiargli il volto, ma Sebastian naturalmente aveva una forza sovrumana con la quale non poteva competere. Sapeva che non avrebbe potuto scappare da qualcuno, o meglio qualcosa come lui. Avrebbe dovuto sapere che non era umano, come poteva esserlo? Era sempre così perfetto e possedeva quell'aria così ambigua e accattivante. Che il ragazzino sapesse?

Ciel sbucò da una porta insieme ad altre due persone. «Cos'è tutta questa confusione? Sebastian?» chiese scocciato e sbalordito dalla scena che si stava svolgendo davanti ai suoi occhi.

«Ciel scappa! Lui è-» Non fece in tempo a finire la frase che Sebastian le tappò la bocca.

«My Lord, Alice ha un principio di ipotermia e sta vaneggiando. È convinta che io sia un demone. Suggerirei di portarla di sopra, dopodiché provvederò a prepararle qualcosa di caldo.»

«Non preoccupatevi! Posso preparare io qualcosa di caldo mentre voi vi occupate di lei» esclamò una delle due persone insieme a Ciel.

Sebastian ignorando le lamentele di Alice la portò in una stanza da letto e la mise giù continuando però a tenerla ferma per la vita mentre con una mano le teneva ancora chiusa la bocca.

«Mia cara, ora che sei a conoscenza di questo segreto e dato che sia io che e il padrone ti vogliamo viva, non è il caso che tu ti metta a scappare da noi.» Poteva percepire la sua presa attorno alla vita, la teneva molto stretta contro il suo corpo e con la sua forza avrebbe potuto spezzarle la schiena se solo lo avesse desiderato. Si stava comportando rudemente senza mostrare alcuna esitazione o rimorso. Era così diverso dal Sebastian gentile e premuroso di poco fa.

Alice era furiosa, lo sentiva ridere dietro di sé come se la situazione lo stesse divertendo. Lui era malvagio.

«Ti do la mia parola. Se mi ascolterai senza tentare di fare stupidaggini ti lascerò andare, risponderò a qualunque domanda vorrai pormi e non ti farò mai alcun male. Ti sembra accettabile fare un patto del genere con me?»

Alice avrebbe voluto che lui sapesse quanto detestava il modo in cui aveva concluso la sua richiesta, ma sapeva che non aveva altra scelta se non accettare. Non era una domanda la sua ma un ordine. Perciò acconsentì muovendo la testa su e giù e Sebastian allentò la presa fino lasciarla andare. Solo in quel momento si accorse di star ancora tremando violentemente, con mani e piedi congelati e che la stanza le stava girando vorticosamente intorno. 

Non oppose resistenza quando lui le tolse il cappotto, la fece sedere sul bordo del letto togliendole le scarpe e l'aiutò a mettersi sotto le coperte per riscaldarsi. Mentre il maggiordomo stava accendendo il fuoco nel camino lei era rannicchiata con le ginocchia strette al petto e le coperte bene avvolte attorno al corpo con lo sguardo vigile puntato sul demone.

«Cos'è successo là fuori?» chiese Ciel entrando nella stanza senza bussare.

«Stava per morire assiderata, cosa che il signorino non avrebbe sicuramente gradito. Perciò ho dovuto usare metodi meno umani per riportarla qui al più presto e nonostante fosse mezza svenuta se n'è accorta.»

The touch of a DemonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora