Capitolo 6

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Dyana e Phoenix parlarono fino a quando al sole non si sostituirono la luna e le stelle.

Lui era un uragano di emozioni, una bomba ad orologeria; lei era un caos calmo e soffocato dalle sue stesse onde in tempesta, si ubriacava dei suoi guai per dimenticarseli.

Phoenix scoprì cosa fosse successo a Dyana. L'incidente mortale della madre e la fine della sua vita da sogno.

Dyana ascoltò a sua volta Phoenix e gli sembrava impossibile che fosse accusato di omicidio.

Non sapeva chi fosse suo padre, viveva con la madre in un quartiere distante un paio di chilometri dalla città e aveva perso i suoi unici amici.

Phoenix non sprecò neppure una parola nel difendersi, non disse mai di non essere lui il colpevole.

Le raccontò la dinamica dell'assassinio. La casa dello sceriffo Lee prese fuoco e il corpo dell'uomo fu trovato morto nel lago, con una corda avvolta attorno al collo, la cui estremità era agganciata a una pietra e il petto era stato ferito da un'arma da taglio. Aveva solo i pantaloni e le scarpe.
L'arma del delitto non fu mai rinvenuta e la colpa ricadde su di lui.

A questo punto il racconto diventava più confuso e impreciso.

L'uno capì l'altra: i tentativi di ignorare i problemi, le notti insonni a tormentarsi per qualcosa che non aveva soluzione, il terrore di quella vacuità che li circondava.

Quando Dyana gli fece notare che quel giorno era sicuro di dover fare del sesso con lei in un luogo nascosto, come se gli fosse successo già altre volte, Phoenix rise.

–Qui le ragazze alla luce del sole sono tutte vergini, è nell'ombra che fanno le cose peggiori, con le persone peggiori- le rispose criptico, ma in realtà dietro a quella domanda c'era una spiegazione molto più convincente.

Non era la prima volta che qualcuno gli chiedeva di fare sesso in cambio di qualche favore speciale. Non aveva mai avuto problemi nel prostituirsi e continuava a farlo come se nulla fosse, arricchendo il corredo delle sue cattive abitudini.

Il giorno dopo, sabato, dato che non c'era scuola Dyana coinvolse suo zio nell'ardua impresa di rinnovamento degli interni.

-Zio, preparati. Oggi usciamo a fare compere. Sei pronto?-

Una volta arrivata al centro commerciale, Dyana iniziò a vagare nei diversi negozi.

Notò una coda bionda familiare. Isabel.

Non era da sola, l'accompagnava la madre, una fotocopia della figlia con qualche anno di più e un vestito nero troppo elegante per dello shopping. Quando la donna vide Frank gli si avvicinò con un sorriso splendente

-Frank! Cosa ci fa il nostro sceriffo fuori servizio? Allora è vero che non lavori solamente. Isabel, i Grayson-

Frank spiegò perché si trovasse lì e invitò Melanie, la madre di Isabel, a prendere un caffè con lui, quasi supplicandola tacitamente di trarlo fuori da quella situazione noiosa con la nipote.

-Andate pure, io e Isabel volevamo proprio conoscerci meglio- li interruppe Dyana

I genitori le lasciarono da sole ed entrambe uscirono dal negozio

-Io non voglio parlare con te- esordì Isabel

-E perché no? Siamo o non siamo colleghe? Ti va un caffè?-

-Cosa c'è? Phoenix non ti ha accompagnato e ti stai annoiando?-

-Come sai che io e lui ci siamo visti?-

-Infatti non lo sapevo prima di ora, ma ieri sono tornata in campo perché avevo dimenticato la divisa negli spogliatoi, e vi ho visto parlare sugli spalti. E come volevasi dimostrare...-

-Cosa? Non è stato dimostrato assolutamente nulla-

Entrarono in un bar -Ti consiglio di non avvicinarti a lui. È una persona pericolosa. Le prime volte sembra addirittura normale, ma l'apparenza a volte inganna-

-E tu come lo conosci così bene?-

-Sono la sua ex fidanzata. Phoenix è stato il mio più grande sbaglio e nessuno dovrebbe avere a che fare con lui. È una persona pericolosa, tossica-

-Ha davvero ucciso quell'uomo?- le chiese a bruciapelo

-Vedo che inizi ad interessarti a faccende che non ti riguardano-

-Non particolarmente. Mi è sembrato un ragazzo simpatico-

-Dovresti vedere com'è simpatico quando rompe le ossa a qualcuno. Non ti è ancora giunta voce? Phoenix combatte, e non solo. Un giorno lo sceriffo, Bred lo ha minacciato che se avesse continuato così, lo avrebbe messo dentro. C'erano stati molti contrasti tra di loro. Bred perquisì più volte la casa di Phoenix, un giorno ci trovò della della droga. Fu accusato di spaccio, ma il giorno stesso di lui non si ebbe più traccia. Mentre la polizia lo cercava Bred fu trovato morto, la sua casa incendiata e il suo corpo infondo al lago. Dopo due giorni Phoenix fu rintracciato in un ostello fuori città, la polizia del posto lo arrestò e fu riportato qui per essere processato-

-Credi che sia stato lui?-

-No. Hanno fatto passare Bred Lee per santo, ma era un uomo con moltissimi segreti. Mettiamola in questo modo: qui a nessuno conviene la verità, nessuno è innocente. Se hai intenzione di vedere di cosa è capace Phoenix, vai a una delle sue gare. C'è un incontro tra tre giorni, se sei interessata presentati fuori il parcheggio della prigione di Steeland alle 23:00 in punto-

Isabel scappò quasi da quel bar. Cosa voleva quella ragazza? Perché aveva fatto proprio a lei quelle domande? Era incredibilmente sensibile a quell'argomento e non sopportava quando veniva tirato fuori.

Frank aveva lasciato andare Dyana con Isabel di buon grado.
Si sedette al bar con Melanie.
Conosceva quella donna da anni, andavano insieme alle superiori e una volta erano veri amici.

-Sei felice che sia qui?- chiese la donna

-Dyana? Sono suo zio, non posso lasciarla sola. Ha solo me-

-La domanda è un'altra. Sembra proprio uguale ad Yvonne-

Frank non le rispose e si limitò a prendere il suo caffè. Non poteva nascondersi davanti a una persona che lo conosceva così bene.

Frank non aveva mai amato sua sorella. Il legame di sangue non era un motivo valido per superare le loro divergenze. A volte è meglio che due persone stiano lontane quanto più tempo è possibile, ed è ciò che i due fratelli avevano capito sin da bambini.

Erano nati a Steeland, nella stessa casa in cui lui abitava attualmente. Yvonne aveva dimostrato sin da subito la sua natura intraprendente, l'inclinazione al comando e l'innato pragmatismo che la salvava in ogni occasione.

Era una leader e lo dimostrava in ogni situazione, non aveva amici, ma ammiratori e tutti i suoi rapporti erano basati sull'adorazione che le altre persone avevano per lei. Il suo carisma era alimentato da bellezza, buon gusto ed eleganza. Era brava negli sport ed eccelleva nelle materie scolastiche, sapeva suonare il piano e parlare il francese.

Frank era l'esatto opposto della sorella. L'insicurezza lo portava a fallire in ogni cosa che tentava di fare. Da piccolo preferiva giocare da solo ed isolarsi dagli altri bambini. Era un anatroccolo che ci aveva messo molto tempo per diventare cigno. A scuola arrancava per una sufficienza, evitava di fare sport in pubblico per paura di essere preso in giro, non rivolgeva la parola alle persone perché non sapeva come dire ciò che provava.

Queste e molte altre cose sapeva Melanie, che continuava a guardare Frank dietro la tazza del suo caffè, pensando a come Dyana fosse arrivata per scoprire ferite non ancora sanate.

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