Capitolo 4

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Il giorno dopo sia Dyana che Isabel si svegliarono in orario per non tardare a scuola.

Dyana era convinta che avrebbe prevalso, non era la prima volta che gareggiava contro qualcuno. Una gara con un'altra ragazza era la cosa più stupida che potesse fare, e per questa ragione ci si accanì con tutte le sue forze.

Isabel non si era mostrata per niente turbata. Tutti sapevano che ci voleva ben altro per far sentire minacciata la ragazza più popolare dell'intero liceo.

Mentre Dyana camminava verso l'ingresso Isabel uscì dal portone principale.
Le tese la mano e –Sarò felice di battermi con te, vinca la migliore-

-La migliore sono io- Dyana la spinse lievemente indietro e andò via.

Non c'era nessuna traccia di Phoenix nei corridoi e Ashton sembrava rilassato, come se l'episodio di ventiquattro ore prima non fosse mai successo

-Ci vieni oggi a vedere la sfida tra quella nuova e Isabel? Potrebbe essere divertente. Ci saranno tutti- chiese Andrew, mentre prendeva i libri dal suo armadietto.

La scia di cheerleader si riversò nel corridoio principale e una ragazza si staccò da loro come un'ape dal suo sciame, svolazzando verso Andrew.
Il ragazzo le posò una mano sul fianco e le sorrise con poca cura, lei si tese verso il suo viso cercando un bacio.
Ashton voltò le spalle e ficcò la testa nel suo armadietto.

-Kate, perché non te ne vai un po' a spasso con le tue amiche?- le domandò Andrew, mentre quella metteva su un broncio tutto offeso

-Pensavo che potevamo stare un po' insieme, come ieri sera-

-Ieri sera era ieri sera. Ora c'è il sole, non vedi? E' tutto diverso. Vai dalle tue amiche- la scostò quasi irritato, si allontanò da lì e fece un cenno ad Ashton, per invitarlo a seguirlo. Questo lo fece, con un'espressione piatta e  indifferente

-Allora, ci vieni?- Andrew riprese la domanda

-Certo che no, non ci tengo a stare in una calca di coglioni che sbavano appresso a due sceme con la gonna troppo corta. Me ne vado a casa, come sempre- rispose atono

Andrew gli avvolse le spalle con un braccio e gli tirò un pugno sulla spalla –Dai, amico, devi distrarti. È da troppo tempo che sei chiuso in casa-

-E tu che consigli hai per distrarmi?-

-Kate ha un'amica, pensavo di vederci tutti e quattro, ha una casa bellissima e i genitori non ci sono mai-

-Non mi interessano le amiche delle tue scopate, Andrew. Hanno il cervello così vuoto che non mi si alzerebbe neppure se le vedessi nude-

-Okay, e allora stiamo soli io e te, dopo le audizioni usciamo. Andiamo al parco, a casa tua... qualunque cosa, Ash-

Ashton si strinse nelle spalle e finse una faccia indecisa, per poi annuire.

Andrew aveva ragione.
Da quella faccenda di suo padre non usciva più di casa.
Andrew sapeva che se fosse stato da solo per troppo tempo sarebbe stata la fine. Ashton era un ragazzo schivo e silenzioso, si teneva in disparte e non riusciva a legare con nessuno.

Rispondeva male, era acido, pessimista e cinico. Per niente di compagnia, nessuno sarebbe voluto rimanere solo in una stanza con lui. I suoi seri problemi relazionali lo avevano portato a nascondersi in un mondo privato, in cui ogni contatto con l'esterno era escluso. Capitavano giorni, che si protraevano per settimane, in cui rimaneva chiuso nella sua stanza, non lasciava entrare nessuno.

Andrew era l'esatto opposto, solare e spumeggiante, con un sorriso sempre stampato in faccia, loquace e cordiale con tutti, un mago nelle relazioni interpersonali. Le ragazze gli morivano dietro, i professori lo lodavano ed era il migliore negli sport. Sembrava non avere mai un problema, non c'era una nuvola che appannava quegli occhi ridenti e accesi.

Ashton lo invidiava perché lo vedeva perfetto, uno standard che non avrebbe mai raggiunto e con cui doveva confrontarsi quotidianamente.

Dopo le lezioni andarono ad assistere alle audizioni. Ashton sperava che quella pagliacciata durasse il meno possibile.

Si sedettero entrambi sugli spalti.

Dyana aveva indossato la divisa e teneva in una mano due pon-pon.
Al suo fianco c'era Isabel, con gli occhi infuocati.
Difronte a loro una donna sulla quarantina prese un microfono.

-Buon pomeriggio- disse, guardando tutti i ragazzi seduti sugli spalti, che si zittirono improvvisamente –Non ho mai visto così tanta gente ad assistere alle audizioni. Prima di decidere tra le ragazze che comporranno la squadra, sceglieremo il capitano. Le concorrenti sono solo due, come già sapete, suppongo-

Si sedette su una delle panchine e mise le mani sulle cosce. L'allenatrice Carey in cinque anni non aveva mai visto nessuno presentarsi alle audizioni per la capo cherleader, se non Isabel. Quella era una novità anche per lei.

Le ragazze iniziarono subito, la musica fu avviata ed eseguirono la performance insieme. Si trattava di un ballo di due minuti, sulle note di una canzone di Dua Lipa.

Entrambe erano certe di essere la migliore ed erano lì per dimostrarlo.

La musica fu stoppata e dagli spalti si levarono fischi e applausi.

L'allenatrice le squadrava entrambe

-Allora?- chiesero all'unisono

-Allora siete state brave entrambe, nessuna è stata migliore o peggiore dell'altra-

-Sì, ma chi è il capo?- chiese Isabel

-Non possiamo esserlo entrambe- disse Dyana

-E perché no?- l'allenatrice prese il microfono in una mano –Sarete entrambe capo cheerleader. Vi aiuterete l'un l'altra per portare avanti la squadra e migliorarla. Avete ottime capacità, usatele per qualcosa di più utile che farvi la guerra-

-Ma-

-Nessun ma, la decisione è stata presa-

L'allenatrice andò via, Isabel e Dyana rimasero ferme sul campo, come raggelate.

Un pareggio non era esattamente quello che avevano in mente.

Dyana si voltò e vide Phoenix al di sotto degli spalti, nascosto verso l'entrata degli spogliatoi. Era lì a braccia incrociate, mentre se la rideva palesemente divertito per quell'esito inaspettato.

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