Capitolo 18

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-Non è servito a nulla parlare con quell'inetto- sbottò Isabel, mentre camminava per la strada che portava alla caffetteria.

-Sappiamo con certezza che Bred non era il santo che hanno voluto far passare durante il processo. È una base da cui iniziare- rispose Dyana.

Isabel sapeva più di quanto dicesse –Dovremmo parlarne con Andrew, magari lui, come amico di Ashton e Phoenix, sa qualcosa in più.-

-E non ci sarà neppure bisogno di cercarlo- disse la bionda che, dopo essere entrata nel bar, aveva visto Andrew seduto a un tavolo con un mucchio di ragazzi. Riusciva sempre a polarizzare l'attenzione.

Isabel e Dyana gli si avvicinarono, lui si alzò e lasciò i suoi amici con un sorriso –Ma chi si rivede, hai dormito bene?- domandò a Dyana.

-Splendidamente- rispose la ragazza –Avevi detto di volerci dare una mano con Phoenix, ci hai ripensato?-

Andrew si guardò le spalle e scosse la testa, si andò a sedere a un tavolo vuoto, nell'angolo del bar, per essere lontano da occhi e orecchie indiscrete –Se dico una cosa, non ci ripenso.-

-Ma che uomo sicuro di sé- lo beffeggiò Isabel –Abbiamo parlato con Robert- aggiunse, sapendo che Andrew conosceva bene quell'uomo.

-Il guaio di questa storia è che tutti sembrano sapere qualcosa, ma nessuno parla- a quella considerazione di Dyana, Isabel fuggì di nuovo con lo sguardo, si mosse scomoda sulla sedia e riprese le fila del discorso frettolosamente.

-Dovremmo convincere Phoenix a rivelarci tutto quello che non ha detto al processo.-

-Io so qualcosa- disse Andrew –So dov'era la notte dell'omicidio.-

Isabel e Dyana lo guardarono stupite -O meglio, so dove sarebbe dovuto essere. Phoenix mi aveva chiesto aiuto il pomeriggio del giorno stesso in cui Bred aveva fatto una retata nella sua roulotte. Avevano trovato della droga che non gli apparteneva e voleva che lo nascondessi. Sulla cima della collina, quella ai piedi della foresta, c'è un pozzo che porta a un rifugio sotterraneo. Lo usavano i nostri soldati durante la guerra per rifugiarsi dai bombardamenti. Dopo quel giorno, oltre a me, lui era l'unico ad essere a conoscenza di quel passaggio segreto. La notte dell'incendio presi subito la macchina per andare a controllarlo. Non c'era nessuno, il rifugio era vuoto. Due giorni dopo, come già sapete, Phoenix fu trovato in un ostello fuori città. Non ho idea di cosa sia successo dopo averlo lasciato, ma sono quasi certo che non aveva intenzione di uccidere Bred. Chiedermi di aiutarlo, nascondersi lì sotto, per poi sparire in quel modo? E Phoenix non è stupido, se avesse ucciso qualcuno non si sarebbe fatto trovare con tanta facilità. Stava cercando di scappare per non farsi mettere dentro. Era accusato di detenzione di sostanze stupefacenti, non di omicidio.-

-E tu non gli hai mai chiesto niente?- domandò Dyana.

-L'ho fatto, sono andato a trovarlo all'insaputa di tutti, molte volte. Ma non ha mai voluto dirmi nulla. Mi fece giurare di non parlare a nessuno di quel rifugio, di tenerlo per me. D'altronde, se non avessi fatto così, sarei stato accusato a mia volta come complice.-

-Ci sei mai tornato nel rifugio?- chiese questa volta Isabel, anticipando Dyana.

-Phoenix mi chiese anche di non tornarci più, che sarebbe stato pericoloso. Naturalmente ci tornai, una sola volta, perché la curiosità era più forte di qualunque avvertimento. Non trovai niente.-

-Gli chiederemo cosa è successo- Dyana e Isabel si alzarono.

-Pensate che non lo abbia già fatto?- Andrew le seguì, pose quella domanda con voce troppo alta e alcuni si girarono verso di loro.

Uscirono dal bar per avviarsi verso la macchina di Isabel -Glielo chiederemo di nuovo- soggiunse Dyana, mentre si sedeva al posto del passeggero e Isabel si metteva al volante -Allora, sali?-

Andrew le guardò combattuto. Si era ripromesso di tagliare i ponti con Phoenix, di non avere niente a che fare con quella faccenda, ma ora arrivavano quelle due e gli proponevano di riaprire un libro che forse non aveva mai chiuso. Entrò in macchina con loro, senza pensarci più di tanto.

Arrivarono agli accampamenti e raggiunsero la roulotte di Phoenix. Andò ad aprire la madre, Marla. Dyana ritrovò quello sguardo triste e dolce di una donna a cui era stato tolto tutto, sprofondò nella malinconia, come quella notte in cui aveva accompagnato il ragazzo a casa dopo la sfida.

Phoenix sopraggiunse senza il bisogno che la madre lo chiamasse. Le ferite che gli erano state riportate il giorno precedente costellavano tutto il suo viso, era a petto nudo e una benda sporca di sangue fasciava il suo busto.

-Ancora voi. Ultimamente sto ricevendo tantissime visite a domicilio. Dovrei comprare dei biscotti da offrire- si sedette sul divano.

-Andrew ci ha raccontato qualcosa che non avevi detto proprio a nessuno- esordì Dyana, ma a quelle parole Phoenix si alzò come una molla e prese la maglia poggiata su una sedia. Aprì in fretta la porta della roulotte mentre infilava l'indumento. Camminò spedito per uscire da quel reticolo di abitazioni degradate e ammassate le une sulle altre.

-Non possiamo parlarne qui- sussurrò. Andrew finse di non notare lo sguardo furioso dell'amico.

Entrarono tutti e quattro nella macchina di Isabel. La ragazza mise in moto e partì verso la tangenziale -Mi sa che consumerò molta benzina. Allora, uomo del mistero, ci dai una risposta?-

Phoenix continuava a rimanere in silenzio. Alzò lo sguardo e incrociò il riflesso degli occhi di Dyana nello specchietto.

-Hai detto di volerti riabilitare, ma per farlo hai bisogno che ti aiuti- in quelle parole non c'era cenno di rimprovero, solo la verità, spiattellata con il tono più duro e spoglio .

-E chi meglio della tua ex fidanzata, del tuo amichetto e della tua nuova scopata occasionale, per rivelare tutti i tuoi torbidi segreti?- chiese allegramente Isabel, sfoderando un bel sorriso.

-Se volete sapere cosa è successo quella notte, allora andiamo al rifugio. Ve lo mostrerò direttamente.-

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