Capitolo 22

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Phoenix mise piede a scuola e tutti gli occhi erano puntati su di lui. Aveva il viso segnato da un livido sotto lo zigomo destro, un sopracciglio spaccato e il labbro inferiore tagliato verticalmente. Tutti sapevano cosa gli aveva fatto Ashton, ma nessuno l'avrebbe capito dal modo in cui camminava. Schiena dritta e spalle larghe, una postura fiera. Lo guardavano con paura e rispetto.

Ashton era infondo al corridoio –Ti sei deciso a venire?- chiese con un sorriso e mosse qualche passo in avanti.

-Levati- disse Phoenix, senza alterarsi.

-Dovrai spostarmi tu- incalzò quello. Rimasero in quella posizione per qualche attimo, Phoenix mise una mano sulla gola di Ashton e strinse le dita.

Lo sollevò di qualche centimetro da terra, tese il braccio in alto e lo fece oscillare sopra il pavimento. Lo lanciò contro un armadietto e andò avanti, quando ormai il passaggio era libero.

-Attento, non vorrai andare a fare compagnia a tuo padre?- lo disse a voce alta, per farsi sentire da tutti. Che pensassero ciò che volevano.

Quella notte era stato baciato dalla madre di Ashton, che lo ricompensò della sua vittoria con denaro contante sufficiente da riempire un vaso fino all'orlo. Lo stavano trasformando in un animale da combattimento. La sua stessa vita era diventata un'arena.

Isabel osservò quella scena quasi disgustata, passò difronte al corpo steso di Ashton, sfiorando la sua faccia con la punta dei tacchi rosa –Anche il tuo gruppo di amichetti se la fa sotto ad andare contro Phoenix- si inginocchiò alla sua altezza e gli prese i capelli in una mano –Apri gli occhi, angioletto- lo sbatté indietro e si rialzò, mentre stava andando via incrociò Andrew, che camminava con passo svelto verso Ashton, per vedere cosa fosse successo.

I due si scambiarono uno sguardo significativo, la bionda procedette e svoltò nel corridoio. Aveva come unico obiettivo quello di non incrociare il professore.

Proprio dopo quella scena, mentre Ashton si era rialzato, Dyana entrava a scuola con un sorriso stampato in faccia. Posò i suoi occhiali da sole tra i capelli rossi e si leccò l'arco superiore delle labbra, scrutando tutti i presenti e percependo subito una strana aria. C'era odore di Phoenix. Lui l'aveva avvisata personalmente che la sera prima aveva combattuto e vinto. Non appena fu difronte ad Andrew lo salutò con un bacio sulla guancia, mise le mani sulle spalle di Ashton e lo strinse a sé, in una specie di abbraccio –Come va?- chiese a entrambi –Come sta questo biondino triste e arrabbiato?- strinse le guance del ragazzo con le unghie lunghe della mano destra, incastrò la lingua tra i denti e gli rise in faccia.

Ashton la spinse via in malo modo –Perché non torni a succhiare il cazzo di Phoenix?-

Dyana si strinse nelle spalle e annuì –Potrebbe essere un buon consiglio, io almeno non sono stressata come te- rispose limpidamente –Andrew bello, perché non insegni le buone maniere al tuo amico?-

Andrew non prese sul serio quel battibecco e si passò una mano sul viso, già stanco di quella tensione di prima mattina –Dyana, cosa vuoi?-

-Invitarvi alla mia festa! È stata una decisione presa proprio all'ultimo momento. Ashton, oggi mio zio e tua madre inaugureranno il parco pubblico, non ti ricordi?- e infatti, come Frank le aveva già accennato giorni addietro, era arrivato il momento di quell'inaugurazione, presieduta dalla sindaca e dallo sceriffo, con accanto figlio e nipote, vestiti appuntino, come due ragazzini educati e di buona famiglia.

–Zio mi ha promesso che tutti i ragazzi che riuscirò a portare all'inaugurazione, avranno poi accesso alla mega festa da me medesima organizzata. Ci sarà anche un gazebo in riva al lago, alcool a fiumi. Questo però allo zietto non si dice. Allora, mi auguro ci sarete. E con te, tesoro- si rivolse ad Ashton e gli accarezzò la guancia in cui aveva prima conficcato le unghie –Ci vediamo oggi pomeriggio. Voglio che ci vestiamo abbinati.-

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