Capitolo 1

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Capitolo 1

Che ci faccio io in mezzo a questi? Sembriamo tutti dei pupazzi colorati.
Nero, rosso e verde.
Ma che gioco è?
Qui nulla è come sembra. Ho capito che i concorrenti qui si dividono tra primari e secondari. Io sono secondario, per il programma e per tutti. Dovrei essere un primario e mi trattano come una ragazzina senza talento. Mi sento un pesce senza acqua, una custodia senza pistola, una Giulietta senza balcone, un cellulare senza credito e una cantautrice senza carta e penna.

Me ne sto tutto il giorno in sala relax, seduta, immobile e in disparte. Tutt’intorno i miei compagni si agitano, e si sentono in dovere di parlare, di sentenziare su fatti che non conoscono per niente e che non li riguardano.
Aria fritta.
Aria fritta che rimbalza da una parete all’altra. La stessa aria fritta che, una volta aperta la porta numero 7, scivola fuori e prende a vagare per i corridoi. Be’, almeno lei a un certo punto trova una via d’uscita. Io no.
Mi chiamo Martina e sono una concorrente di “Amici”. Ho diciannove anni, vivo a Torino, ma da due mesi vivo, anzi cerco di sopravvivere, in televisione.

“Perché non vai ad ‘Amici’?” mi dicevano i parenti.
Loro sanno quello che sto passando, sanno lo stress e la voglia di spaccare tutto che mi assale ogni giorno in più che passo qui.

“Perché non vai ad ‘Amici’?” mi dicevano i vicini.
Loro cosa sanno? Sono felici perché una del loro quartiere è in un programma "famoso" ma non gli importa nulla di quello che provo.

"Perché non vai ad 'Amici'?" mi diceva la mia ragazza.
Lei diceva, esatto. Adesso dove cazzo è?
"Non sei più tu. Hai un carattere diverso. Non ti riconosco, Martina."
Liquidata così dalla donna che diceva di amarmi.
Diceva, appunto.

“Ma cosa vai ad ‘Amici’ con questo carattere che ti ritrovi? ” mi dicevano gli "amici".
Forse dovevo dare retta a loro, mi sarei evitate tanti litigi, insulti e minacce di morte da parte di gente frustata.

Qui nulla è come sembra. Lo ripeto. Parlare troppo non è gradito, dire le cose in faccia viene visto male mentre gli angioletti silenziosi passano per i buoni della situazione.
Non so fare nulla.
O meglio, credo di non saper fare nulla. Dalla mia ho solo una chitarra, una voce e un enorme senso di inadeguatezza.

Ho passato due anni della mia vita chiusa in una camera, preferivo scrivere invece di uscire con i miei amici. Buttavo giù le mie emozioni mentre gli altri si divertivano in giro. Adesso? Adesso riesco a scrivere a fatica, mi manca la voglia.
Forse sono qui per un loro giochetto e non per il talento. Ad "Amici" è così, ti danno un'etichetta e te la porti dietro fino alla fine, semmai ci si arriva.
Martina è cattiva.
Martina è cattiva e presuntuosa. Magari sarà anche vero, magari ho davvero mostrato il lato peggiore di me ma cosa ne sanno di quello che ho passato io? Preferisco far vedere tutto piuttosto che sputare veleno in hotel, non amo nascondermi. L'onestà non viene premiata e va avanti solo l'ipocrisia.

Nella lista dei buoni ci sono quelli che io definisco gli zerbini: quelli che hanno sempre la parola giusta al momento giusto, che sanno sempre cosa dire, che sono attentissimi a cosa va in onda e alle possibili conseguenze sulla propria immagine. Finora ho visto cose che voi umani non potete immaginare: gente che piange a comando, scene isteriche che si interrompono quando la telecamera va altrove, gente che durante la lezione in sala si strappa i capelli per la disperazione e subito dopo ride manco fosse al luna park. Oltre i buoni e i cattivi ci sono i neutri.
Ed eccola che mi viene in mente lei.
Occhi azzurri.
Capelli castano chiaro che al sole diventano ancora più chiari e belli.
Italo-brasiliana.
Bella da far girare la testa a chiunque.
Gaia non fa parte di nessuna lista, né dei buoni né dei cattivi.
Lei è speciale.
Lei mi capisce.
Lei c'è sempre.
Lei crede in me.
Lei è l'unico motivo per cui non mollo tutto.
Lei che mi ha fatto perdere la testa in pochi mesi.
Per lei sono una semplice amica.
Lei, per me, la mia luce infondo al tunnel.

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