Capitolo 27

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Capitolo 27

Mi guarda sorpresa per qualche minuto e poi guarda la ragazza che si ritrova accanto. Sento la rabbia ribollire nelle vene e vorrei urla con tutta me stessa contro di lei. Mi sento presa in giro, sento il mondo crollarmi addosso e ogni certezza vacillare ancora di più. Sarò esagerata, dovrei forse sentire le sue ragioni ma sono certa che niente potrebbe tranquillizzarmi in questo minuto.

-Gaia, che ci fai qui?- chiede.

Con che coraggio me lo chiedi? Sei pure tranquilla tu. È uno scherzo?

-Me lo chiedi anche?- chiedo strigendo i pugni, Talisa mi raggiunge e resta in silenzio al mio fianco, -Ti stavo aspettando. La fisioterapia non finiva dopo?-

-Stavamo facendo una pausa.- dice.

-E questa pausa la fate ogni giorno?-

-Non ogni giorno, ma dove sta il problema?- chiede con un tono abbastanza menefreghista che mi ferisce parecchio.

-Dove sta il problema? Ma ti senti, Martina? Con me tieni il muso praticamente ogni giorno, oggi eri infastidita pure di sapermi libera e poi ti vedo ridere serenamente con questa qui.- dico.

-Calmati, Gà. - mi sussurra Tali ma io scuoto la testa.

-Non mi sembra il momento di fare scenate.- dice Martina.

-A te non sembra mai il momento di far nulla. Ma esisto più per te? Perché Martina, seriamente, sembra proprio di no.-

-Gaia, parliamone a casa.- dice calma ma so benissimo che vorrebbe scoppiare, perché non lo fa?

-No, ne parliamo dove cazzo mi pare. Voglio parlarne qui, ne parlo qui.- alzo la voce e mi guarda male.
La fisioterapista mi guarda con espressione sconvolta e l'unica cosa che vorrei fare è strappare i capelli ad uno a uno con le mie stesse mani. Sono una persona pacifica ma in questo momento non rispondo delle mie azioni.

-Ma che vuoi, Gà? Tu fai quello che ti pare e io non posso prendere un caffè con un'amica?-

-Quello che mi pare? Ti sto dietro ventiquattro ore al giorno, vado a lavoro solo perché tu mi hai detto che ti andava bene e mi dici che faccio quello che mi pare? Tu stai fuori.- dico incredula, -poi amica? Una che conosci da un mese e con la quale dovresti avere solo un rapporto strettamente legato alla tua fisioterapia la chiami amica?-

-Non sono io a dirti che mi devi stare dietro, io non voglio che tu mi stia dietro. Mi tratti come un vaso di vetro o come una bambina di due anni! E si, è una mia amica. Posso avere delle relazioni oltre te oppure mi è vietato? - chiede alzando la voce anche lei.

-E questo è il ringraziamento. Le relazioni puoi averle però perché non dirmelo?-

-Non sei il centro del mondo, Gaia. Te l'avrei detto e sono sicura che l'avresti presa così.- dice.
Non sono il centro del mondo, non ho mai voluto essere il centro del mondo ma la cosa che mi fa più male sono le parole e lo sguardo che sta usando lei.

-Sono senza parole, Martina. Sono davvero senza parole.-

-Io credo che dovreste parlarne a casa.- si intromette la tizia e io la fulmino con lo sguardo.

-Io credo che dovresti farti i cazzi tuoi.- dico a denti stretti.

-Non parlarle così, Gaia.- la difende Martina.
La sta difendendo davvero? Questa tizia si intromette e la difende.

-Ma vai a quel paese, Martì.- dico lanciandole uno sguardo cattivo, mi volto e chiedo a Talisa di andare via.
Martina non mi ferma, Martina resta con la tizia ferendomi doppiamente.
Io e Talisa arriviamo in macchina e io scoppio in lacrime.
Che merda.

-Amo, dai...non fare così.-

-Ma l'hai vista, Tali?- chiedo.

-L'ho vista, è strano vederla così però ti prego, chiarite sicuro.- mi dice.

-Io non voglio vederla. Andrò a dormire da Paola o nello studio dove faccio le prove.-

-Non ti sembra esagerato?-

-No, adesso ti porto a casa e poi vado a suonare un po'. Ho bisogno di calmarmi.- dico.
Lei annuisce e resta in silenzio al mio fianco perché sa benissimo che qualsiasi parola sarebbe inutile in questo momento.

Arrivo nel piccolo studi dove in genere provo con la mia band, ho bisogno di sfogarmi perché potrei esplodere e mentre salgo le scale sento suonare qualcuno. Entro e trovo Mike intento a suonare, smette subito quando mi vede e sospiro. Io che volevo star sola.

-Gaia, ciao. Oggi non ci sono le prove.- mi dice.

-Già, non ci sono. Avevo bisogno di cantare e suonare per sfogarmi.-

-Oh, è successo qualcosa?- mi chiede.

-No, tranquillo.-

-Va bene, ti lascio da sola.- mi dice.

-No, puoi restare.- dico di getto.
Sorride e annuisce tornando al suo posto.
Mi affretto a prendere il microfono e chiudo gli occhi.

-Accompagnami mentre canto.- dico, di solito non lascio vedere a nessuno il mio stato d'animo però in questo momento poco importa.
Ho bisogno di buttar fuori tutto quello che sento.

~... Tu in grado di bruciare anche la cenere~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora