Capitolo 16

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Capitolo 16

L'ansia che si accumula e viene tutta fuori il giorno della prima puntata del serale è qualcosa di inspiegabile.
Ti svegli con il magone, provi a distrarti ma è impossibile, perché sai che la sera dovrai confrontarti e metterti a nudo davanti a centinaia di anime in studio e milioni di anime a casa.
Entri lì pronto ad essere acclamato ma anche giudicato e massacrato a volte. È diverso dal pomeridiano, lì è tutto meno amplificato e alle parole dai peso ma non quanto al serale.
Al serale ti rendi davvero conto del posto dove ti trovi, ti rendi conto di tutto già alla prima puntata.
E ti ritrovi a fare i conti con le tue debolezze subito dopo, mi sono state dette delle cose riguardanti la mia intonazione.
Sono stata zitta per rispettare la persona che l'ha detto anche se nella mia testa sono partiti minimo cinquecento 'vaffanculo'. Sono stata zitta e ho incassato cercando di farmi scivolare addosso tutto.
Sono andata a rischio eliminazione, ho superato anche questa e ottenuto finalmente una maglietta con la mia faccia.
Fanno paura, seriamente.
Ma vedere lei stare così è la cosa che mi fa andare in pezzi, oggi avrebbero potuto anche massacrarmi a parole ma non sarebbe stato nulla in confronto a quello che provo a vederla piangere così.
I suoi occhi sono praticamente blu, come in piena tempesta. So che vorrebbe spaccare tutto, glielo leggo in faccia, ma riesce a contenersi nonostante tutto.
La stringo più forte a me e lei si lascia stringere, ne ha bisogno e lo sento.
Io ci sono, Gaia.
Ci sono.

-Io non penso di avere delle maschere, Marti.- mi dice con voce strozzata.
Mi si spezza il cuore a vederla così.
Vedere le sue certezze che vanno in frantumi per un commento fatto a caso da un big della musica italiana che invece di stare in TV dovrebbe frequentare un corso di comunicazione.
Mi fa rabbia.

-Non pensi? Davvero dici? Tu non hai nessuna maschera.- dico sicura cercando il suo sguardo che non trovo, -Non farti mettere il dubbio, Bibi. Non lasciare che il commento di quella lì si insinui nella tua testa, continua sulle tue gambe e vai avanti sicura.-

-Marti, per dirlo qualcosa l'avrà visto. Non può inventarsi commenti dal nulla.-

-Lascia perdere, pensa solo alla tua musica e lasciati alle spalle tutto.- dico accarezzandole i capelli.

-Sono già stanca di tutto questo, abbandonei tutto per tornare a casa perché non posso accettare queste cose dette da una persona che non mi conosce." dice agitandosi.

-Appunto! Non ti conosce, non ti conosce e quindi quanto detto vale zero.-

-Si, ma non riesco a farmelo scivolare.- dice quasi sigghiozzando.

-Bibi...-

-Marti, scusami.- scuote la testa, mi lascia un bacio sulla guancia e si alza andando verso la nostra camera.
Mi sento inutile in questo momento.
Vorrei farla stare bene ma so che nessuno può, ha bisogno di stare con sé stessa e non posso impedirglielo.
Ho un peso al petto incredibile e l'unica cosa che può farmi stare meglio è scrivere.
Scrivere, buttare fuori quello che sento.

Scrivo e il tempo trascorre senza rendermene conto.
Scrivo e ho fatto fuori un pacchetto di sigarette, domani la produzione farà fuori me.
Scrivo, disegno e scarabocchio fin quando non mi rendo conto che è veramente tardi.
Ho scritto qualcosa per lei e vorrei tanto lo leggesse, non è una canzone, non so neanche cosa sia perché non si può definire neanche una lettera.
Rientro in casetta e vado verso la stanza, poggio il quadernetto e mi rigiro il foglio pieno di parole tra le mani.
Che faccio?
Di certo non la sveglio.
Mi avvicino e vedo il suo volto più rilassato, il respiro regolare. È bella, è bella anche dopo una serata sfiancante. È bella sempre, è bella anche quando dorme.
Faccio attenzione a non svegliarla e poggio il foglio sul suo cuscino, le lascio un bacio leggero sulla guancia e poi piano mi allontano.

-Marti.- mi sento chiamare piano.
L'ho svegliata.
Martina, sei un'idiota.
Torno da lei e le lascio una carezza sul viso.

-Scusami, Bibi. Non volevo svegliarti.- dico piano.

-Quanto tempo sei stata fuori?- chiede.

-Non lo so, due ore forse.- dico riflettendo.
Apre gli occhi e mi guarda, fa una smorfia contrariata.

-Ma sei impazzita? Puoi ammalarti così.-
I suoi occhi sono rossi e ancora lucidi.
Sorrido perché nonostante tutto si preoccupa per me.
È stupenda.

-Tranquilla, Bibi. Ero ben coperta.- dico indicando la copertina che sa di lei, che ha il suo profumo.

-Si, ma non dovevi stare fuori.-

-Lo so, però stai tranquilla. Rimettiti a dormire.- le dico e lei scuote la testa.

-Non volevo far stare male anche te, mi dispiace.-
Adesso non puoi darti le colpe anche per questo, non farmi arrabbiare Gaia.
La guardo innarcando un sopracciglio.

-Non è mica colpa tua, non ti prendere colpe che non hai. Capito?-
Annuisce lievemente e subito dopo si accorge del foglio vicino a lei.
Okay, beccata.
Volevo lo leggesse senza di me, domani.
Mi guarda e lo prende tra le mani.

-E questo?- chiede.

-Una stupidaggine, puoi strapparlo se vuoi o leggerlo quando vuoi.-

-Marti, tu non scrivi mai stupidaggini. Mai.- dice mettendosi a sedere sul letto, -leggo adesso.-

Continua...

Ecco qui il capitolo, nonostante l'amarezza di ieri e il silenzio stampa generale ho deciso di aggiornare perché non riesco a non farlo, quindi sto in silenzio stampa su altri social ma non qui. Spero il capitolo vi piaccia, qui Martina non è uscita alla prima puntata (non supererò mai quella puntata e odierò per sempre la produzione). Leggete e se vi va andate a leggere anche il primo capitolo della mia fanfiction sempre Beltrozzi (ormai fedelissima) "Quello che odio sa di te.", oggi dovrei aggiornare anche quella. Buona lettura e buon silenzio stampa a noi.

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