Capitolo 7

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Capitolo 7

Sto scrivendo parecchio in questi giorni.
Sono triste? Si, lo sono.
Sono in ansia? Anche.
Ho litigato con la maggior parte dei ragazzi a causa dello stress. Credo di non tollerarmi più neanche io, sto forse ad un passo da un esaurimento nervoso. Gaia è l'unica che riesce a starmi vicina ma lei è praticamente una santa e se riesco a far sclerare anche lei di nuovo e riesco ad allontanarla da me mi merito il premio.
Premio cogliona dell'anno.
Sai che bello? Almeno qualcosa la vinco.
Sono sempre troppo distruttiva con me e dovrei davvero finirla ma è quasi impossibile, diciannove anni di pura pesantezza.

-Sapevo che eri qui.- mi dice Gaia comparendo dalla porta che avevo lasciato socchiusa proprio per lei.

-Sgamata.- sorrido e poso la penna.

-Stai scrivendo la 'Divina Commedia', Martina?- chiede osservando tutti i fogli sparsi.
Rido.
Sto scrivendo e lì ci sono anche pezzi per te.
Tu che ne sai?
Io non scrivo di Beatrice ma scrivo di Gaia Gozzi.
La mia donna angelo.

-Qualcosa di simile.-

-Oh... Voglio leggerle quando le finisci.-
Certo, sicuramente.

-Si, appena sarò convinta ti farò leggere.- dico posando tutto nel cassetto.

-Allora morirò senza leggere nulla.- dice facendo spallucce.

-Ma vai a quel paese! Ti ho fatto leggere alcune mie canzoni.- dico incrociando le braccia.

-Si, dai.- ride e annuisce. -Scendiamo insieme a mangiare? -

-Una bella cena, gli appuntamenti che contano.-
Gaia ride e scuote la testa.
Io lo vorrei davvero questo appuntamento ma tralasciamo.
Insieme scendiamo giù e dopo aver scelto cosa mangiare ci sediamo una di fronte all'altra. Ridiamo e scherziamo e per me non esiste altro.
Le voci sotto non esistono.
Mi ruba una patatina dal piatto e la guardo male.

-Sei ingiusta, io non ti rubo mai nulla.- metto il broncio.

-Dai, non fare così.-

-Gozzi, sei una ladra!-
Appunto, una ladra.
Evitiamo certe frasi da corteggiatori disperati. Da casi umani.

-Ma smettila, tu mi prendi sempre gli elastici per capelli.- innarca un sopracciglio e io rido.
È vero, glieli rubo sempre.
Non perché mi mancano ma solo perché hanno l'odore dei suoi capelli, infatti faccio sempre attenzione a prendere quelli prima usati da lei.
Sono completamente fuori.

-Va bene, siamo pari.- dico alzando le mani in segno di resa.

-Marti.- sento Talisa chiamarmi e mi volto.

-Dimmi amo.-

Anche con lei non litigo quasi mai forse perché non siamo nella stessa categoria o forse perché mi sta molto simpatica e la stimo molto.

-Ho incontrato una persona che vuole vederti all'entrata.-
Qualcuno che vuole vedermi?

-Gli haters vengono fino a qui per picchiarmi?- chiedo.

-No, non solo loro. -

-Non fare la misteriosa Tali, chi la sta cercando?- chiede Gaia quasi più ansiosa di me.
La guardo, si preoccupa davvero tanto per me.

-Daniela.-

Sgrano gli occhi.
Tra tutti i nomi che mi aspettavo quello della mia ex ragazza era proprio l'ultimo che mi aspettavo.
Mi ha lasciata e adesso viene qui?
Guardo Gaia che a sua volta mi guarda con sguardo strano.

-Non vorrai parlarci? - chiede quasi con tono infastidito.
La guardo sorpresa. Lei è la persona che mi spinge sempre a chiarire con chiunque.

-Non lo so.- dico sincera.

-Ci sei stata male, Marti. Perché devi riaprire le ferite?-

-Voglio sapere che cosa ci fa qui.-

Scuote la testa contrariata.
Lei che perdona tutti e da seconde possibilità non è d'accordo a quello che sto per fare.

-Fai come vuoi, la scelta è tua.- dice facendo spallucce e distogliendo lo sguardo dai miei occhi.
Sembra arrabbiata.
Non capisco.
Forse è solo preoccupata.

-Le parlo e poi torno da te, serata Netflix.- dico cercando di tranquillizzarla.

-Ti aspetto in camera.- dice lanciandomi un piccolo sguardo.
Annuisco e le sorrido.

-A tra poco, Bibi.-
Le lascio un bacio sulla guancia ed esco per raggiungere Daniela.
Sono davvero curiosa di sentire le sue parole.
Non ha scuse, mi ha lasciata in un modo che non meritavo.
Ho sofferto più per il modo, le volevo bene e di certo sarebbe finita comunque visto quello che provo per Gaia ma di certo non avrei fatto come ha fatto lei.
Non avrei mai detto tutte quelle parole brutte.
Non avrei mai rinnegato nulla.
Arrivo nella hall e la vedo, lei si volta e mi vede.
Sorride.
Il mio cuore non batte più veloce come ad ogni sorriso suo.
Non provo nulla.
Rivederla non mi fa più effetto.


Aggiornato anche questo, che mi dite? Quale state preferendo di più? Quale trasmette di più? Sono del parere che scrivere in prima persona trasmette più emozione e giuro che ci sto provando, spero vi arrivi tutto. Fatemi sapere e a presto.
(Beltrozzi mancate ☹️)

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