Capitolo 5

2.5K 76 2
                                    

Capitolo 5

Ore 2:45

Mi giro e mi rigiro nel mio letto senza riuscire minimamente prendere sonno da esattamente due e trenta minuti, mi sento una perfetta stupida ad essere scappata in quel modo dalle braccia di Gaia ma non potevo restare un secondo di più. I suoi occhi così vicini, le sue labbra a pochi centimetri e il suo profumo così inspiegabilmente buono mi avrebbero fatto rovinare tutto. Mi chiedo da due ore che cosa sarebbe successo se non fossi scappata come una stupida e soprattutto perché Gaia si era avvicinata così tanto a me. Non voleva di certo baciarmi, ne sono sicura. Lei mi considera un'amica o meglio mi vede come una sorella più piccola quindi deve di certo esserci una spiegazione migliore. Sbuffo e mi copro anche la testa.
Basta.
Smettila di pensare.
Smettila di pensarci.
Smettila di pensarla.
Occhi azzurri.
Labbra stupende.
Ci risiamo. Sospiro.
Questa notte non si dorme.
Sento la porta aprirsi e sento Talisa avvicinarsi a me, mi scopre la testa.

"Che cavolo fai?" mi chiede marcando le lettere con il suo accento italo americano.

"Provo a dormire?" rispondo ovvia facendo la mia solita espressione.

"No! Dico perché te ne sei andata prima? Gaia era super triste."

"Tali...lascia perdere. Mi dispiace averle rovinato la festa."

"Gaia ha combinato un casino e adesso sta ubriaca, per farla andare in stanza ci siamo stati forse un'ora. Javier l'ha dovuta prendere in braccio." dice sgranando gli occhi, so che lei esagera sempre le cose quindi le credo ben poco. Gaia beve pochissimo e quando lo fa si ferma sempre prima di combinare casini, lei è riflessiva e di certo odia i rimproveri quindi conoscendo anche le regole evita sempre di fare determinate cose.

"Ma che dici? Non ti credo."

"Marti, non ne dico cretinate. Quando sei andata via tu ci siamo messi a giocare, in genere lei rifiuta certi giochi proposti da Valentin e questa volta ha accettato.- mi dice.

"Ha accettato di giocare al gioco alcolico di Valentin?" - sgrano gli occhi, "ma lei non regge nulla figuriamoci se mischia due bicchierini di vodka e rum o non so che alcolici...e poi già era fin troppo euforica." dico sentendo il suo sguardo addosso bruciare ancora.

"E appunto Marti, non si teneva in piedi."

Scuoto la testa e sento un peso al petto.
Devo andare da lei.

"Vado a vedere come sta." dico alzandomi immediatamente e senza aspettare risposta esco dalla mia camera e due passi e sono davanti la sua.
410.
Busso una, due, tre volte e sento dei rumori dentro.

"Chiunque tu sia, aspetta! Devo trovare la forza di alzarmi." dice con voce impastata e io scuoto la testa.
Ma che combini Gaia?
Aspetto qualche minuto e mi ritrovo la sua figura davanti.
Incredibile, è bellissima anche così incasinata.
Martina, smettila.
Entro immediatamente e lei chiude la porta appoggiandosi ad essa.
La guardo e lei si volta verso di me.

"Che combini GG?" le chiedo.

"Sei viva allora." dice con ironia ma nella sua voce trovo una sottile rabbia.

"Si, sono viva mentre tu sei ubriaca."

"Ah... Sei qui per farmi la ramanzina, ne ho già ricevute da chi è rimasto alla festa." sbuffa lanciando una frecciatina, non sembra lei, "sono stanca e ho bisogno di riposare."
Mi sta mandando via?
Scuoto la testa.

"Non sono nella posizione di fare ramanzine."

"Perché sei scappata via?" mi chiede e con gli occhi quasi mi uccide.

"Non amo questo tipo di cose. Lo sai che..."

"No, ti prego. Non iniziare con le tue solite pantomime e paranoie, non ho proprio voglia di starti dietro oggi, ci sono stata fin troppo. Ti volevo a festeggiare con me questa sera e invece sei scappata mentre io per te ci sono sempre stata." dice guardandomi male.

"Mi dispiace bibi..." dico abbassando lo sguardo.

"Non hai neanche una spiegazione logica, Martina. Non capisco, non ti capisco." dice alzando la voce leggermente, "ci tenevo davvero ad averti lì."

Mi guarda con due occhi azzurri carichi di tristezza e io mi sento uno schifo.
L'ho ferita per evitare di distruggerci ma non ho calcolato questa reazione.

"Ascolta, io... Davvero sono dispiaciuta, non so cosa dirti."

"Bene, se non hai nulla da dire allora lasciami stare. Vattene nella tua stanza e lasciami riposare."

"Ma..."

"Ho solo bevuto qualcosa in più, non ho bisogno della badante davvero."

"Gaia." la chiamo per farmi guardare e lei scuote la testa.

"Vai."

Annuisco e mi volto verso la porta.
Triste e vuota. Mi sento così.
Resto un attimo ferma davanti la porta.
Mi farò perdonare, questo è certo.
Apro la porta ma subito mi blocco quando sento Gaia correre in bagno per vomitare.
Non mi importa nulla se mi ha cacciata, richiudo la porta e la raggiungo.
Mi abbasso alla sua altezza e le sposto i capelli.
Le accarezzo la schiena silenziosamente.
Le parole non servono.
Voglio solo vederla stare bene.
Voglio dimostrarle che non vado da nessuna parte.
Ci sono.


Ecco qui, ero sinceramente indecisa su un particolare che poi capirete. Spero questo capitolo vi piaccia.
Mi MANCANO LE BELTROZZI.

~... Tu in grado di bruciare anche la cenere~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora