Capitolo 21

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(Gaia)

Crescendo impari che la felicità non è mai scontata, che non dovresti abituarti ad essa e che dovresti godere solo dell'attimo.
La felicità è piccole cose.
Per me, negli ultimi mesi, la felicità era svegliarsi la mattina e sapere bene cosa fare, era avere qualcuno da chiamare e amare seppur a distanza e nonostante i mille impegni, la felicità nell'attesa di poterla incontrare e la magia che quel momento racchiudeva.
Sono sempre stata una persona con i piedi per terra, ho sempre cercato di volare basso per non cadere da troppo in alto e farmi del male.
Sono sempre stata grata (cit.) e felice delle piccole grandi cose che la vita mi ha riservato.
Negli ultimi mesi ho iniziato a pensare in grande, ho iniziato a pensare che svegliarsi la mattina seppur presto non era poi così male.
Ho iniziato a vedere la vita in un modo diverso e non per la mia vittoria ad "Amici", quella è una cosa superflua, bellissima ma pur sempre qualcosa di materiale. La mia vita è cambiata nel momento in cui ho iniziato ad amare davvero, amare con ogni fibra del mio corpo una persona che mi ha cambiato la vita e che è riuscita a farmi vedere le cose con una luce diversa.
Martina mi ha davvero migliorato la vita e in pochi mesi è riuscita a ricucire alcune mie ferite, è stata il sole nelle mie giornate e io il sole nelle sue tanto da ripetermelo in ogni momento.
Quando sono entrata nella nostra casa senza di lei mi sono sentita vuota e triste, le ho tenuto il muso per un giorno intero perché non si era liberata dai suoi impegni e li aveva messi davanti a noi e se ci penso adesso mi prenderei a sberle da sola.
Ho sbagliato a dare per scontato tutto e adesso sto pagando le conseguenze.
Crescendo dovresti imparare che la felicità vera e propria non esiste, che la vita è fatta di attimi e che infondo ti illudi che potrebbe durare in eterno. Sono solo un'illusa che ci ha creduto. Ha creduto di essere invincibile contro un destino che vince sempre.
Quando sono entrata in casa non avrei mai immaginato di ricevere una chiamata del genere, neanche nei lontani peggiori incubi.

-Pronto? Finalmente ti sei degnata di rispondere.- rispondo nervosa, odio quando non mi risponde perché inizio a preoccuparmi seriamente e lei lo sa bene.
-Pronto? Parlo con la signorina...?-
Ma chi è questo?
-Gaia Gozzi... Ma lei chi è?- chiedo gentilmente cercando di non andare in panico.
-Polizia stradale. Questo è il primo numero in rubrica quindi abbiamo deciso di chiamare qui. Ha qualche legame con la proprietaria di questo telefono? -
-Po...polizia stradale? Che cosa è successo? Sono la sua ragazza. -
-Mh... Mi dispiace doverle comunicare che la sua ragazza ha avuto un grave incidente e la stanno portando in ospedale.-

Ho sentito il mondo crollarmi addosso. Avevo paura di schiantarmi e l'ho fatto, l'ho fatto con gran forza e sento dolore da tutte le parti del corpo ma non posso pensare a me, non adesso. Mentre corro in ospedale con le lacrime che mi annebbiano la vista ripenso a quanto sono stata stupida oggi, ripenso a qualsiasi momento insieme e sento ancora il poliziotto che dice 'un grave incidente'.
Ho il cuore a pezzi e una fottuta paura di sapere quello che è successo.
Stava venendo da me, questo è certo ed io mi sento terribilmente in colpa, non potrei mai perdonarmi se dovesse succederle qualcosa che non voglio neanche nominare.
Non mi perdono perché se la stanno trasportando in ospedale è per colpa mia.
Forse non merito la felicità, forse davvero dovevo restare con i piedi per terra.

Arrivo in ospedale e corro subito dentro, devono spiegarmi tutto o faccio una strage.

-La mia ragazza è stata portata qui, ha avuto un incidente grave.- dico alla tizia in accettazione.

-L'hanno portata subito in sala operatoria, deve raggiungere il quarto piano e aspettare lì.-

-È davvero molto grave?- chiedo chiudendo gli occhi e lasciando scorrere ancora di più le mie lacrime.

-So quanto lei, signorina. Mi dispiace.-

Annuisco rassegnata e dopo un saluto veloce corro per le scale.
Io non posso perderla.
Non posso perderla adesso che l'ho trovata.
Non può andarsene, ha una vita davanti.
Magari non è così grave e dopo la sgriderò di avermi fatto prendere un infarto e lei riderà di me.
Voglio vederla ridere di me.
Voglio vederla stare bene.
Devo sapere che sta bene.
Non posso accettare altro.

~... Tu in grado di bruciare anche la cenere~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora