Capitolo 28

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(Martina)

Sono passate ore dalla mia lite con Gaia e non smetto di guardare l'orologio. Sono le quattro di notte e lei non è ancora tornata e questo mi preoccupa davvero tanto, abbiamo litigato tante volte in questo periodo però non ha mai reagito così, è sempre tornata a casa dopo poche ore mentre oggi è diverso. Sono stata cattiva con lei, l'ho trattata male troppe volte e lei ha sempre cercato di capirmi e oggi ho visto tutta la sua rabbia e delusione. Ho sentito il mio cuore spezzarsi nel momento in cui è andata via con Tali e mi sono fatta subito accompagnare a casa sperando di trovarla qui e chiarire. L'ho chiusa fuori da tutto e questo mi dispiace perché lei non c'entra nulla.
Come mi è saltato in mente di trattarla così? Si sarà fatta non so quanti film ed è tutta colpa mia. Tra me e Jessica non c'è nulla e non ci sarà mai nulla, io la vedo come un'amica e dovevo chiarirlo a Gaia invece di fare la scema. Jessica è un punto di riferimento, una persona con cui parlare per non caricare la donna che amo di tutte le mie paranoie e invece ho combinato un disastro.
La chiamo per l'ennesima volta e per l'ennesima il suo telefono risulta irraggiungibile.
Cosa devo fare? Rischio di impazzire se non parlo con qualcuno.
Chiamerò mio fratello anche se mi manderà a quel paese visto l'orario.

-Pronto?- risponde assonnato e preoccupato, -è successo qualcosa?-

-Ehi Nico, no...non è successo nulla.-

-Allora perché mi chiami a quest'ora? Mi hai fatto prendere un infarto, cretina.- sento che tira un sospiro di sollievo.

-Volevo chiamare mamma però avevo paura di farla preoccupare troppo.-

-Giusto, far morire me è più bello.-

-Ma sei scemo?-

-No. Perché hai avuto la bella idea di chiamarmi a quest'ora? È successo qualcosa con Gaia?- chiede.
Ha già capito, assurdo.

-Abbiamo litigato e non è ancora tornata a casa.-

-Che novità, avete litigato...-

-No, questa volta si è arrabbiata davvero.- sospiro.

-Quella ragazza è una santa, che hai combinato questa volta?-
Inizio a raccontargli tutto controllando ogni tanto il telefono sperando in una sua chiamata o messaggio.

-Sono stata davvero una stupida.-

-Anche questa non è una novità. Perché hai la favolosa idea di allontanare chi vuole starti vicino? E soprattutto dovevi chiarirle chi era quella ragazza e non prendere le sue parti. -

-Lo so! Dovevi vederla, Nico. Avrà pensato che l'ho tradita, io non potrei mai farlo. Non potrei mai avere mani di altre addosso, non potrei mai amare nessuno come amo lei.- dico quasi in lacrime.

-Non scendere nei dettagli. Questo dovresti dirlo a lei e non a me.-

-Hai ragione, dovrei dirlo a lei. L'ho trattata davvero di merda in questa settimana e mi sento davvero male al solo pensiero. E se è successo qualcosa?- chiedo terrorizzata.

-Magari è con Talisa o da Paola. Magari ha solo bisogno di pensare un po'."
Mentre Nicolò parla sento la porta aprirsi e velocemente saluto mio fratello, scatto in piedi e nonostante il dolore che mi colpisce alla gamba afferro una stampella e la raggiungo.
Mi pietrifico appena la vedo. Ha il viso sconvolto, gli occhi lucidi e i capelli totalmente in disordine.
Mi avvicino a lei e vengo colpita dalla puzza di alcool. Quanto ha bevuto? Potrei ubriacarmi solo a starle vicino.

-Hai bevuto?- chiedo.

-Solo questo hai da dirmi? Che bello.- dice senza guardarmi negli occhi.

-Ero preoccupata per te.- le dico.

-Davvero? Dovrei sparire spesso per avere la tua attenzione.- dice ironica.
Nei suoi occhi leggo rabbia e qualcosa di incomprensibile, strano per me. È sempre stata un libro aperto.

-Mi di...- provo a dire ma lei scoppia a ridere.

-No, non devi scusarti. Non voglio le tue scuse, non voglio sentire le tue parole. Puoi fare quello che vuoi della tua vita, puoi... puoi andare a letto con chi ti pare.-

-Ma che dici? Io non sono andata a letto con nessuno! Ti prego Gaia... non puoi credere che...-

-Io non credo nulla, non voglio parlarne. Davvero.- dice superandomi e io la fermo.

-Io ti amo, ho sbagliato a trattarti male e mi pento davvero di averlo fatto. Ma non pensare che ti ho tradita, non lo farei mai.-
Vedo i suoi occhi farsi lucidi e per un attimo mi sembra di riconoscerla, per un attimo perché subito dopo sembra che un mix di emozioni la investano, cambia espressione e liberandosi dalla mia presa corre in bagno.
Lentamente la raggiungo in bagno e la vedo in ginocchio a vomitare. Mi sento tremendamente in colpa, mi sono concentrata solo su di me e non ho capito che lei aveva bisogno di me.
Mi sento una stronza.
A fatica mi siedo al suo fianco, le accarezzo la schiena e le sposto i capelli.

-Non stare qui a vedere questo schifo.- dice.

-No, io resto qui. Mi sono comportata da schifo e non tornerò più a farlo! Hai bisogno di me e ci sono.-

-Io...io non me lo merito. Io non ti merito.- dice singhiozzando.

-Non dire cazzate. Sono io a dover dire queste cose.-
Scuote la testa lievemente però smette di parlare e anche io resto in silenzio.
Le lascio un bacio tra i capelli per farle rendere conto che davvero ci sono e che non la lascio.
Non la lascio.

~... Tu in grado di bruciare anche la cenere~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora