Capitolo 12

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Capitolo 12

Cammino nel corridoio dell'hotel con le lacrime che premono per uscire.
Devo resistere perché potrei incontrare qualcuno dei miei compagni e non mi va di spiegare.
Non mi va di spiegare come mi sento.
Non mi va di dire che ho appena fatto una cazzata.
Lei ha capito, ne sono certa. Lo leggevo nel suo sguardo.
Non voglio uscire dalla porta principale quindi mi inoltro nelle scale di emergenza dove se scendi trovi un piccolo cortile per star lontano dalla gente.
Solo io, Gaia e Talisa conosciamo questo posto.
Mi viene ancora da sorridere ripensando alla sera che lo abbiamo scoperto.
Stavamo giocando a nascondino in una delle nostre serate di puro cazzeggio, dovevamo nasconderci tutti mentre Talisa doveva contare in camera; io e Gaia spaesate e completamente incapaci in questo gioco avevamo deciso di trovare un posto per nasconderci insieme e lo abbiamo trovato in questo cortile. Ci siamo rimaste per l'intera serata a fumare e a parlare, dimenticandoci completamente del gioco fin quando Talisa non ci ha chiamate e le abbiamo spiegato il posto. Io e Gaia ci siamo tornate spesso e sul muretto, con un pennarello, l'ho costretta a scrivere le nostre iniziali. Molti penseranno che siano cose da bambini ma io non la penso così.
Mi siedo sul muretto e passo la mano sulle lettere 'MB&GG', sorrido e lascio scorrere le lacrime che picchiavano dentro i miei occhi. Sbuffo e accendo una sigaretta, devo rilassare i miei nervi o potrei davvero avere un attacco di panico anche perché ne soffro da parecchio.
Alzo gli occhi verso il cielo e guardo le stelle.
Sono meravigliose.
Così luminose e lontane. Così piccole da lontano ma fondamentalmente enormi.
Sento qualcuno sedersi accanto a me, non abbasso gli occhi.
Gaia e il suo profumo sono inconfondibili. La riconoscerei in qualsiasi circostanza.
Sta in silenzio.
Sta pensando, pensa a cosa dirmi perché lei fa così. Pensa prima di parlare, pensa perché sa quanto le parole possono fare male e sa quanto male fanno a me. Lei sa.
La lascio fare ma so già quello che ha da dirmi.
Non lo dirà mai direttamente, mi farà capire quanto sono stata patetica a dedicarle una canzone e a quanto sono patetica ad essere completamente innamorata di lei.
Si accende la sigaretta anche lei e alza gli occhi al cielo e guarda le stelle.

-Sono belle.- dice con tono basso, che io amo.
Ascolterei la sua voce così per ore, ascolterei anche le cose più stupide da questa voce.

-Già.- mi limito a dire.

-Brillano parecchio.- continua.

-Nonostante noi le vediamo piccole hanno una luce pazzesca.- dico.

Stiamo davvero parlando delle stelle?
Non parliamo da giorni, le ho appena dedicato una canzone e noi parliamo di stelle.
Siamo fuori.

-Noi le vediamo piccole ma sono così grandi. Pensa il sole, no? È in grado di illuminare e riscaldare qualsiasi pianeta senza rendersene conto.- dice.

-Beh non ha come rendersene conto.- dico facendo spallucce.

-Il sole no.- dice guardandomi.
Deglutisco sentendo i suoi occhi addosso.
Mi costringo a guardarla.
Pessima idea. Oggi solo pessime idee, Martina.
I suoi occhi hanno la stessa luce delle stelle e quasi perdo un battito.
Non mi abbandonare anche tu, eh.

-Io conosco anche una ragazza che non si rende conto delle cose che fa.- dice.
Ecco, ora mi uccide.

-Di che parli?- dico piano.

-Non si rende conto di quanto brilla, quanto è grande. Non si rende conto di quanto bene riesce a fare e quanto calore riesce a dare. -
Il mio cuore batte forte.
Non dico una parola e aspetto che parli.

-Sono stata male, Marti. Allontanarti mi ha fatto rendere conto di molte cose. Cose che già sapevo. Sono stata una cretina, davvero e mi dispiace.-

-Possiamo superarla.- dico e le lacrime scendono di nuovo.
Lei si avvicina e mi asciuga la lacrima.
Lo facciamo sempre.
Io asciugo le sue e lei le mie, siamo sempre pronte l'una per l'altra.

-No, non è questo. Devo finire il mio discorso.- sospira, -io non riesco più a stare zitta, non dopo quella canzone Marti.-

-Lo so, ho sbagliato...-

-Fammi finire. Sentire quella canzone mi ha dato coraggio e oltre a dirti che è magnifica voglio dirti altro. Scusa, sto faticando davvero, sai come sono.-

-Gaia, davvero io...-

-Martina.-

Mi guarda con sguardo quasi disperato.
Ed è un attimo e in un attimo il mio cuore quasi esplode.
Le sue labbra sono sulle mie. Morbide, buone e dannatamente perfette.
Chiudo gli occhi.
Ho sognato notti intere questo momento.
Sento il suo sapore e mi sento in tilt.
È reale tutto questo o un sogno?

~... Tu in grado di bruciare anche la cenere~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora