10. Perfezione

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James

Io sono perfetto.

Sono perfetto quando rido, quando non rido, quando mangio, quando non mangio, quando dormo, quando non dormo, insomma, sono perfetto sempre. Una delle conseguenze della mia perfezione, naturalmente, è l'essere costantemente al centro dell'attenzione. A volte mi domando, d'accordo, il più delle volte, perché i mei capelli non fanno guadagnare punti extra a Grifondoro. La loro innaturale bellezza dovrebbe essere premiata, così come Silente è stato premiato, ed eletto Preside, per avere la barba più affascinante di Hogwarts. Mi piace essere guardato e fingere che non mi piaccia, lo ammetto, ma adesso, mentre queste cinque vecchie signore mi fissano come una pasticca per la pressione particolarmente affascinate, vorrei solo sparire.

Chiariamolo, non ho niente contro le anziane donnine con le zampe di gallina e i rossetti sgargianti che fuoriescono dal bordo delle labbra, ma non sono il mio tipo.

«James, idiota, che diamine stai facendo?» Dominique è sempre dolce quando mi rivolge la parola, il suo tono è intriso di così tanto miele che potrei vomitare. Naturalmente sto scherzando, scommetto che se non temesse di rovinarsi la manicure mi spaccherebbe il naso con un pugno.

Apro un occhio alla volta, perché è evidente che la mia tattica "non mi vedono se io non le vedo" non sta funzionando. Lecco il gelato alla vaniglia che si sta lentamente sciogliendo, lasciando che piccole goccioline appiccicose mi scivolino fin oltre il polso. Prendo tempo, ovvio, nell'attesa che il mio cervello elabori una scusa che non sia affatto stupida o che Fred corra in mio soccorso appiccando, che ne so, un bell'incendio dentro la gelateria. Non accade nessuna delle due opzioni.

«Mi nascondo» ammetto, il sorriso che non vacilla davanti al sopracciglio biondo che si solleva con scetticismo.

«Ma se sei letteralmente in piedi al centro della piazza!»

Faccio ondeggiare con dei colpetti la sua coda alta, sapendo benissimo quanto ciò la irriti. «È una tattica, Domi»

Lei mi schiaffeggia la mano con astio e scuote la testa. «Ogni volta che penso tu abbia superato il limite della stupidità, mi sorprendi facendo qualcosa di ancora più stupido. Sei incredibile»

«Grazie» arruffo i capelli con le dita, ammiccandole. «Anche tu sei incredibile»

Le passo un braccio intorno alle spalle allontanando il gelato a distanza di sicurezza - lei dice sempre di non avere fame, ma puntualmente finisce sempre per mangiare tutto il mio cibo. «Ora, Domi, proteggimi da quelle vecchie che vogliono provarci con me»

•••
Rose

Questa situazione è talmente inappropriata e problematica per i miei poveri nervi sotto stress, che non trovo una parola adatta per descriverla. Potrei trovarvi ovunque, persino in bilico sul parapetto del ponte che da sul Tamigi, eppure sono rinchiusa con Scorpius, Cassie e Albus in un dannato negozio di biancheria intima. In pratica i mei due peggiori incubi si sono fusi in un unico grande evento catastrofico per la mia salute mentale.

Per essere chiari: l'incubo numero uno comprende il ferretto di un reggiseno push-up che mi trapassa la gola. E il numero due l'essere rinchiusa contro la mia volontà in un luogo che odora talmente tanto di lavanda da puzzare, insieme a Malfoy e a sua cugina fuori di testa.

«È il giallo perfetto per far cadere ai miei piedi ogni poveretto!» urla Cassie, sventolando in aria un tanga. La visione di quel piccolo pezzo di stoffa mi fa venire in mente che devo assolutamente trovare un luogo appartato e sistemare il mio, perché mi sta affettando il sedere a spicchi.

«Guarda Weasley, questo è adatto te» sghignazza l'idiota dalla testa catarifrangente, lanciandomi tra le mani un top per bambine con i fiorellini azzurri, identico a quello che avevo a undici anni.

Non devo insultarlo perché devo vincere la scommessa. Respira, puoi farcela. Immagina la sua testa in fiamme, anzi, immagina tutto lui in fiamme.

«Scorp, non importunare mia cugina» lo riprende Albus, e io sono così contenta che lui sia qui che quasi vorrei abbracciarlo. «Anche se ti starebbe benissimo Rosie» aggiunge. Lentamente nella mia testa l'abbraccio si trasforma in una morsa stritolante capace di spezzargli la schiena in due. Ma io sono calma, eccome se lo sono.

«Grazie per aver pensato a me» replico con le labbra curvate in un sorriso falso quanto tutti i gioielli di bigiotteria di nonna Molly, mentre i mei occhi, al contrario, stanno cercando di fulminare Scorpius. «Lascia che ti ricambi il favore»

Ci metto meno di trenta secondi per andare e tornare dal reparto bambini. Mi avvicino al biondo tranquilla e lascio che, nel frattempo, il suo cervello elabori i peggiori scenari possibili. Lo guardo, lui mi guarda, le palpebre socchiuse a nascondere gran parte dell'iride grigio. È attraente, lo ammetto.

Afferro con delicatezza il suo polso e lo invito ad aprire il palmo della mano, su cui adagio un paio di microscopici boxer di Spider-Man. «Ecco, spero che non siano troppo grandi»

L'angolo della sua bocca si curva appena verso l'alto in un sorrisetto troppo divertito e soddisfatto per uno che è stato appena insultato. Mi mordo l'interno della guancia per evitare di sorridere a mia volta.

Cosa miseriaccia c'era nel mio gelato?

Poi mi ricordo di non averlo mangiato.

•••
Albus

Vorrei uscire da qui, e non solo perché i sospensori che sono appesi alla parete mi terrorizzano - insomma, non potrei mai infilare i mei averi in quel coso. Mi sentirei a disagio come quella volta insieme a Scorpius e Lorcan, quando abbiamo pensato che provare ad indossare i pannoloni da lottatore di sumo sarebbe stato divertente. Chiaramente non lo è stato. Ma anche perché vorrei tanto iniziare una conversazione con Cassie ma non parlo la sua lingua e, a dire il vero, non la capisco neanche. Sentirla parlare è come ascoltare un giapponese parlare in spagnolo con accento tedesco di matematica: affascinate ma di senso oscuro.

Per evitare di fare la figura dello sciocco, devo chiedere consiglio ad una ragazza che non sia Rose, perché io Rose per quanto mi sforzi proprio non la comprendo. E non comprendo neanche Dominque: lei cambia umore ogni due secondi e parlarle equivale a camminare bendato su un campo minato. Anche Roxanne è una tipa particolare, è talmente ossessionata dagli scherzi che tutte le volte che apro bocca, temo possa ficcarmi in gola qualche nuova caramella da testare. Per non menzionare Lucy: lei è esageratamente permalosa, dialogare con lei mi agita perché devo selezionare ogni singolo vocabolo prima di poterlo pronunciare.

D'accordo, non ho speranze. Cassie la pazza penserà che sono uno sciocco, è questo il mio destino.






















Terzo capitolo della settimana

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Terzo capitolo della settimana. Sono talmente ispirata che sto scrivendo a macchinetta, però non abituatevi a tutti questi aggiornamenti.

Comunque, inizialmente volevo che la storia avesse come unico punto di vista quello di Rose, ma io amo i punti di vista multipli e quindi non ho resistito. Spero vi piaccia.

Baci
Ele💋

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